L'Italo-Americano

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GIOVEDÌ 24 AGOSTO 2017 www.italoamericano.org 29 L'Italo-Americano IN ITALIANO | Il Docu-Film di Valerio Ruiz sul talento e la storia di Lina Wertmüller al Cinema Italia di settembre L a vita e la carriera di Lina Wertmüller arrivano a San Francisco il 23 settembre grazie a Cinema Italia. Il Festival, che ha avuto la prima edizione del 2017 in onore di Dino Risi, si concentrerà sulla prima donna al mondo a ricevere una nomination dell'Academy Award come miglior regista. "Dietro gli occhiali bianchi", il cui autore, Valerio Ruiz, è l'aiuto regista di Lina e sua mano destra, rivela la personalità di Lina, lasciando partecipare il pubblico alla sua esperienza artistica. Come indicato dal reg- ista Valerio Ruiz, "Lina è sempre stata un po' nascosta dietro la mas chera dei s uo i occhiali bianchi, tuttavia, visto che ho avuto la possibilità di conoscere il s uo mondo cos ì bene, ho deciso di condividere la mia bella esperienza umana e farne un film documentario". Ruiz ha incontrato Lina Wertmüller nel 2006 durante la scuola estiva sul Management culturale del Ravello Festival mentre lei era direttore artistico della sezione Cinema. La scuola è stata fondata dal professor uni- versitario di Valerio, Domenico De Masi, che è stato anche il presidente di questo incredibile evento. Il Festival è iniziato come tributo alla mus ica di Richard Wagner, ma De Masi lo ha tras formato in un evento internazionale di tre mesi, dove sono state rappresentate tutte le muse delle arti: musica sinfonica e mus ica da camera, teatro, danza, cinema e arti visive. "Ho avuto il privilegio di diventare collaboratore di Lina nella direzione artistica dell'edi- zione 2007 del Festival", ha aggiunto Ruiz. "D urante il Festival ho parlato con Lina molte volte della mia passione per il cinema e della mia volontà di diventare regista. Mi ha dato s uggerimenti e ha condivis o molto dei film che aveva scritto. Ha sempre creduto che il modo migliore per imparare a fare i film sia attraverso l'esperienza (piuttosto che le lezioni scolas- tiche), e mi ha dato la grande possibilità di far parte della sua piccola squadra di assistenti alla regia". Valerio, cosa si può ricor- dare dell'inizio del suo lavoro con Lina? Quando ho iniziato, ero sia felice che nervoso: quando Lina scrive e prepara un film, è molto calma e dolce. Quando è sul set, si trasforma in un leader forte e può es s ere a volte s cortes e. All'inizio non è stato facile - avevo 21 anni - ma do molto val- ore a molto ogni momento in cui ho potuto trascorrere del tempo con lei. È stata una rara opportu- nità vedere e imparare dall'espe- rienza di una grande regista. Le sarò sempre grata. Quale ritiene essere stata la parte migliore di questa col- laborazione? Lina mi ha coinvolto in molti progetti. Mi ha anche permesso di collaborare a sceneggiature e ruoli: ques to per me è s tato impagabile. Non posso men- zionare un momento in partico- lare. Lina è una maestra nello scrivere e nel dirigere gli attori. Posso guardare indietro a tutta la mia collaborazione con lei e rivedere il modo in cui sono cambiato fin dal Ravello Festival. Ho iniziato come assis- tente regista, dopo pochi anni ho potuto fare il mio primo docu- mentario e ora mi sento pronto per fare un film narrativo. In poche parole, questo descrive quanto sia stata intensa e positiva la collaborazione con Lina. Quando ha deciso di girare il documentario e perché? Lina è un'artista unica. Amo i suoi film perché riflettono la sua personalità, la sua gioia di vita, il suo impegno sociale e la sua iro- nia. Nessuno aveva mai diretto un documentario sull'incredibile vita e la carriera di Lina, così ho pensato che dovevo farlo io. Qual è l'aspetto di Lina che le è p iaciu to d i p iù e ch e desidera comunicare attraver- so questo lavoro? Penso che sia il suo talento versatile e la sua ironia. Ha fatto film, ha scritto sceneggiature, molte canzoni ... lei può anche cantare. È la persona più ingeg- nosa che abbia mai incontrato in vita mia. Ho cercato di trasmet- tere la sua vibrante vitalità artis- tica nel mio documentario. Quale è stato il giudizio di Lina, sul documentario, che p rob ab ilmen te n on d imen - ticherà mai? H a s emplicemente detto "buon lavoro" dopo aver visto il film e prima di inviare la copia al Film Festival di Venezia. Non ha interferito con il processo creati- vo e la sua opinione è stata una preoccupazione. Deve essere stato strano - per lei - guardare la propria vita sullo schermo, e questo è comprensibile. Devo dire che non ho s eguito un approccio storico alla narrazione, ho cercato di fare su di lei un ritratto in movimento. Questo è stato un rischio ma fortunata- mente le è piaciuto. Il suo documentario sarà proiettato a San Francisco nel mes e d i s ettemb re. Qu ale reazione si aspetta dal pubbli- co? Spero che il pubblico possa goderne e ne sia divertito e colpi- to allo stesso tempo. Al New York's Quad Cinema, il film ha avuto un caloroso benvenuto. Perché crede che sia impor- tan te ap rire il fes tival con questo documentario? È un modo per rendere omag- gio all'intera carriera di Lina Wertmüller e per concentrarsi sul suo stile unico e sulla sua espe- rienza di vita. È anche un esperi- mento positivo nel genere del documentario. Avremo il piacere di averla a San Francisco per Cinema Italia? Sì, sarò a San Francisco nel mese di settembre. Sono molto contento che Cinema Italia mi abbia invitato a pres entare "Dietro gli occhiali bianchi". Inoltre, San Francisco ha un posto speciale nel mio cuore per- ché parte della mia famiglia vive lì. Sono così felice di mostrare loro il mio lavoro. LA COMUNITÀ DI SAN FRANCISCO Rita Wertmuller durante le riprese di "Dietro gli occhiali bianchi". (Ph: Emanuele Ruiz) Valerio Ruiz and Lina Wertmuller sul set del Docu-film (ph credits: Emanuele Ruiz)

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