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GIOVEDÌ 7 SETTEMBRE 2017 www.italoamericano.org 9 L'Italo-Americano IN ITALIANO | O ggi la maggior parte dei proprietari di abitazioni che si rispettano instal- lano allarmi e serrature per pro- teggere le nostre case, ma tornan- do indietro al XVI secolo si preferivano i mascheroni, maschere grottesche messe per scacciare il male. Palazzo Zuccari a Roma è un ottimo esempio con volti bizzarri che fissano minacciosamente da ogni angolo della casa. Il Ponte dei Sospiri a Venezia è un'altra località fortemente protetta da volti deformi. Infatti, una volta individuato il primo brutto rilie- vo, comincerete a scoprirli ovunque trasformando una tran- quilla passeggiata in città in una caccia stravagante. Ma quando è iniziata la tradizione? La scultura è stata utilizzata negli edifici praticamente in ogni continente della terra sin dal- l'inizio della storia. Gli antichi Egizi hanno usato le sculture architettoniche per ritrarre ovunque dei e faraoni in immagi- ni classiche. Dalle statue colossali ai templi, dai complessi del palaz- zo reale alle meraviglie monu- mentali del mondo che sono le Piramidi, tutti sono stati costruiti con sculture, statue e decorazioni intagliate. Rappresentavano la vita di tutti i giorni, potenziavano leggende regali e divine e guerre documentate. Le incisioni erano un modo per raccontare storie alla popolazione, senza la necessità che lo spettatore fosse in grado di leggere il complesso linguaggio geroglifico. Nel frattempo, nella vicina cosiddetta "mezzaluna fertile" del moderno Iraq, Siria, Giordania e Israele, in cui si crede che la civiltà sia emersa per la prima volta, il re assiro Ashurnasirpal II aveva anche scoperto le merav- iglie della scultura strutturale. Succedendo a suo padre, il gio- vane re intraprese un vasto pro- gramma di espansione per la costruzione della nuova capitale Kalhu (o Nimrud) nel 879 a.C. Accadde che la città fosse vicina ad un importante deposito di alabastro che è facile da cavare e da scolpire e così la fiorente tradizione assira dei murali dipinti si è evoluta in rilievi scolpiti in tutta la capitale. Nel Mediterraneo i Greci, gli Etruschi e poi gli antichi Romani portarono la scultura negli edifici ad un nuovo livello. L'Acropoli di Atene è un esempio primario, con i Greci che ne fissarono lo stan- dard come mostrano le loro stu- pefacenti statue reclinate sul fron- tone. Gli Etruschi in Italia furono influenzati anche dai loro vicini, in particolare nell'uso delle scul- ture strutturali sulle sepolture. Le effigi di terracotta a dimensione naturale sormontavano i coperchi dei sarcofaghi etruschi. Nel frat- tempo i Romani usarono la scul- tura nei bagni, nelle ville e negli edifici pubblici per rappresentare gli dei e la classe dirigente. Ma chiunque dalla Colombia all'Egitto a Roma abbia usato incisioni in pietra e sculture per adornare edifici, sepolture e tem- pli, queste servivano soprattutto per la decorazione o per il rac- conto ornamentale. Quindi, quan- do le belle sculture classiche diventarono spaventose? Camminando nella città lagunare di Venezia, troverete molte maschere, teatrali modelli di carnevale, ad ogni angolo di strada. Ma alzate lo sguardo verso gli architravi in pietra dei palazzi, degli archi, dei ponti e soprattutto dei campanili che vi circondano e vedrete qualcosa di diverso: maschere scolpite in pietra, note come mascheroni. Le loro espressioni vanno da sguardi sinistri a sguardi arrabbiati, da smorfie a occhiatacce e secondo la leggenda locale hanno un com- pito specifico: tenere il diavolo lontano dalla vita quotidiana. Il diavolo, a quanto pare, era un pericolo onnipresente nella prima Venezia cristiana. E nel 1500 era una tale minaccia che i locali iniziarono a mettere le immagini del suo volto grottesco e bestiale sui loro edifici con un duplice obiettivo: in primo luogo per ricordare ai fedeli di essere vigili contro le sue tentazioni e, in secondo luogo, proteggere le loro case e e le loro corti. Oggi molti di quei volti esistono ancora, osservano i turisti che si affollano in città. Alcuni hanno espressioni grottesche, altri fanno uscire demoniache orecchie animali, altri ancora mostrano bocca aperta, denti sbarrati pronti a divorare i deboli. Osservateli sopra le porte anteriori, sulle chi- avi di volta degli archi, sopra gli ingressi o le finestre dei sotto- portegi. Ca' Pesaro, Palazzo Corner, il campanile della chiesa di San Bartolomio e persino il Ponte dei Sospiri sono eccellenti esempi. Oppure visitate la chiesa di Santa Maria Formosa nel quartiere orientale di Castello. La leggenda locale dice che quando il campanile fu originariamente costruito nel 1678, la campana suonava continuamente e non poteva essere fermata. I veneziani Mascherone, l'antico modo di proteggere la casa sono particolarmente superstiziosi e immediatamente trovarono il colpevole e la soluzione. Di con- seguenza fu aggiunta una bulbosa testa a mascherone alla base della torre per scoraggiare Lucifero, dall'entrare in essa e infastidire i parrocchiani. John Rushkin, importante critico d'arte dell'epoca vittoriana, più tardi descriverà il suo volto: "Guarda lascivo con degrado bes- tiale, troppo disgustoso per essere rappresentato o descritto o per essere visto più di un istante". Ma nonostante l'ovvio disprezzo di Rushkin l'intaglio sembra aver funzionato visto che le campane si calmarono e anche se il volto è ormai butterato dove Lucifero ha cercato di romperlo, continua a sconfiggere gli spiriti maligni. Il grottesco divenne sempre più alla moda in Italia nel corso dei secoli XV e XVI con volti decorativi ma brutti inseriti negli affreschi, nei simboli araldici e nelle grotte di tutta Europa. Generalmente riprendevano le antiche tradizioni ellenistiche e romane delle smorfie decorative come quelle che si possono vedere nella Casa d'Oro di Nerone e, sebbene facessero paura a guardarli, non sono stati considerati protettivi. Il mascherone, invece, aveva poteri precisi per proteggere e difendere le strutture e il Palazzo Zuccari di Roma, vicino alla cima della scalinata di Piazza di Spagna, è un altro esempio classi- co. Costruito alla fine del XVI secolo all'incrocio di via Gregoriana e via Sistina dai fratelli manieristi Taddeo e Federico Zuccari, il palazzo ha tre ingressi. Ma ce n'è uno partico- larmente noto per la sua facciata. L'architetto ha preso ispi- razione dai giardini di Bomarzo vicino Viterbo per creare facce fantasticamente grottesche che circondano le porte e le finestre di fronte a via Gregoriana. Sono note come decorazioni classiche barocche, ma sono furono anche destinate a tener lontano l'inferno e a minacciare i visitatori infer- nali affinchè, possibilmente, esi- tassero ad attraversare la soglia alla vista del mascherone epico. Per chiunque sia abbastanza fortunato da entrare nel palazzo, i grotteschi a bocca spalancata cre- ano un contrasto straordinario con il fascino dei giardini nella parte posteriore del palazzetto. I fratelli Zuccari erano chiaramente una coppia cauta che raddoppiava la protezione domestica sia dagli invasori terreni che dagli spiriti. L'uso del mascherone è prose- guito benissimo nel XVIII secolo, ma gradualmente è decaduto quando i gusti sono cambiati e le superstizioni sono diminuite. Però, la prossima volta che farete una passeggiata, alzate lo sguardo verso gli architravi e le chiavi di volta, ci potrebbe essere proprio un mascherone a proteggervi. I mascheroni adornano le facciate di palazzi campanili in molte città Italiane LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA