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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 5 OTTOBRE 2017 P ercorrendo le strade secon- darie di Murano, si può sentire il ruggito delle for- naci dietro alle pareti delle fabbri- che cieche. L'aria trema e c'è un perpetuo bagliore arancio nelle finestre dell'alto lucernaio che rimane fuori portata. È l'aria calda dei forni del vetro che bruciano a 1500° C che scorre come il respi- ro di un drago attraverso i tubi industriali per uscire con pennac- chi di fumo da alti camini come il soffio di un Leviatano dormiente nella laguna veneziana poco profonda. Raramente i visitatori hanno la possibilità di esplorarne gli inter- ni, dal momento che dal 13° seco- lo, quando le fonderie di vetro si trasferirono a Murano come pre- cauzione per la sicurezza antin- cendio, i segreti commerciali sono custoditi così strettamente che qualsiasi artigiano che ha lasciato la città è stato considerato colpe- vole di tradimento. Ma in questi giorni sono i reclusi maestri di Murano ad essere in pericolo d'e- stinzione per la concorrenza delle importazioni più economiche, la diminuzione dei giovani appren- disti e la mancanza di un'innova- zione al passo con il XXI secolo. Determinato a invertire questa tendenza e a rilanciare le fortune di Murano è un gruppo di giovani artisti-designer e un trio di istitu- zioni veneziane: la Fondazione Musei Civici di Venezia, la Fondazione Giorgio Cini e l'Istituto Veneto di Scienza, Lettera ed Arti, che hanno colla- borato all'inaugurazione della Venice Glass Week. L'obiettivo del festival è portare i tradizionali professionisti di Murano nel movimento artigianale contempo- raneo. Perché non è il vetro di per sé che è passato di moda, al contra- rio. Nel maggio del 2017 Christies New York ha assicurato una cifra di 2,4 milioni di dollari per la vendita di "Carlo Scarpa: Visions in Glass 1926-1962" e c'è un'ampia richiesta di pezzi modernisti. Inoltre, la più grande stella contemporanea del mondo del vetro, Dale Chihuly, a Seattle, considera la sua residenza negli anni Sessanta a Venini, Murano, come il catalizzatore del viaggio creativo allora intrapreso che ha rivoluzionato il movimento del vetro tanto americano quanto internazionale. Con un back- ground in design e architettura, a Chihuly mancavano le abilità nel- l'arte di soffiare il vetro e quindi ha lavorato in stretta collabora- zione con un team di Murano. È questa, la centralità di una squa- dra collaborativa, che è stata la più grande lezione che Chihuly ha appreso da Murano, incorpo- rando il lavoro di squadra nei suoi progetti, cosa che gli ha per- messo di creare sculture di vetro molto più grandi di quelle prece- dentemente viste. I curatori della Venice Glass Week si sono resi conto che Murano deve guardare all'esterno per sopravvivere. La collabora- zione porta nuove idee, innova- zioni e rinnova il dialogo con il mondo esterno. Venezia, come gli Stati Uniti, ha una storia cosmopolita che ha portato allo spettacolare arricchimento della Repubblica veneta. Con le sue 140 mostre, convegni, proiezioni, workshop e anche fonderie aper- te, la Settimana del Vetro spera di iniziare questo nuovo dialogo con il mondo artistico. Come sottoli- nea Luca Berta, curatrice del VeniceArtFactory, "una tale par- tecipazione massiccia non può essere data per scontata. In passa- to, la maggior parte delle fabbri- che non avrebbe mai aperto le porte ai visitatori, temendo che qualcuno rubasse i loro segreti". L'accesso privilegiato include l'ingresso agli studi di alcuni dei maggiori maestri di Murano, tra cui quelli di Livio Seguso, Luciano Vistosi, Simone Cenedese e Massimo Micheluzzi. Fino al 9 ottobre vengono presen- tati anche 90 lavori di Micheluzzi presso la Casa dei Tre Oci (treo- ci.org), inclusi due pannelli a vetrate colorate in vetro riciclato, che raffigurano una storia visiva di Murano dai calici rinascimen- tali ai lampadari barocchi. Ricordano che per secoli Murano è stata all'avanguardia delle innovazioni tecnologiche, tra cui lo sviluppo e la raffinatez- za del vetro cristallino (smalto), del vetro striato con filo d'oro (aventurina), del vetro multicolor (millefiori), del vetro di latte (lat- timo) e del cristallo così vivace- mente colorato che ha determina- to un bando alla produzione delle false pietre preziose di vetro. La Settimana del vetro di Headlining a Le Stanze del Vetro (lestanzedelvetro.org) è la mostra delle vetrerie trasparenti di Vittorio Zecchin per Cappellin e Venini. Anche se nato in una famiglia di vetrai di Murano, Zecchin (1878-1947) ha insolita- mente studiato presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia ed è stato uno dei primi artisti-designer a lavorare con i forni. Prendendo ispirazione dai manufatti raffigurati nei quadri del XVI secolo, si è concentrato sulla creazione di forme classi- che, eteree nel loro elegante minimalismo, come se catturasse- ro il respiro dei maestri di Murano che avevano dato loro la vita. Messi in mostra alla prima Biennale di Monza nel 1923, sono stati uno shock per i tradi- zionalisti immersi nelle tendenze del XIX secolo, ma come afferma il curatore della mostra Zecchin, Marino Barovier, "è stato un momento di svolta nella Murano del Novecento e ha contribuito a far respirare nuova vita alla pro- duzione di vetro che, con rare eccezioni, era rimasta legata alla sterile ripetizione di modelli data- ti". Venice Glass Week si augura che un altro punto di svolta sia ora imminente. Non c'è dubbio, gli ostacoli sono formidabili. Come spiega l'artista Rosslynd Piggott, lavora- re a Murano è costoso e pesante, i forni vengono caricati al minuto, le materie prime devono essere spedite e costa € 1000 all'ora mantenere i forni che bruciano. Per costruire il corpo del lavoro per il Garden Fracture / Mirror in Vapor, la sua mostra personale al Museo del Vetro (museovetro. visitmuve.it dal 30 settembre al 3 dicembre), ci sono voluti tre anni e ha richiesto un'intensa collabo- razione tra l'artista e i maestri artigiani. Ma tendiamo a dimenticare che ai tempi d'oro Murano era l'equivalente tecnologico della Silicon Valley, e la sperimenta- zione e l'innovazione erano la linfa vitale. La sorprendente mostra di Federico Floriani e Giada Fiorindi "Lemon in my eyes. Storie sentimentali in pixel, fiori di cristallo e futuri baroc- chi", offre un'affascinante critica estetica del declino di quello che un tempo era il valore tecnologi- ca di Murano, che conquistava il mondo, in forme stereotipate e in un decorativo kitsch turistico. Nonostante il loro argomento contemporaneo, le immagini alta- mente lavorate sono state esegui- te da un maestro incisore mura- nese Maurizio Vidal presso il forno di Ongaro e Fuga e parlia- mo di secoli di abilità tecniche che ancora sfidano l'imitazione industriale. L'incisione fatta a mano con una piccola mola è una tecnica usata per produrre un effetto tri- dimensionale sulle piccole illu- strazioni, ma qui è ambiziosa- mente estesa su tutta la lastra di vetro. Anche i tradizionali vetri decorativi di foglie e fiori baroc- chi sono conservati volentieri ma reinterpretati con colori vivaci e acidi. Il lavoro parla con eloquen- za della filosofia del duo di pro- gettazione a cui l'artigianato for- nisce un'importante risorsa per ridefinire l'identità culturale con- temporanea piuttosto che essere relegata al kitsch folkloristico. Riportando la tecnica virtuosa dell'artigiano di vetro al più ampio dibattito dell'arte contem- poranea, del design e dell'archi- tettura, Venice Glass Week torna ad essere rilevante e significativa per Murano. Questo è già eviden- te nella sovrapposizione tra la Glass Week e la Biennale d'Arte di Venezia dove sono in mostra i lavori di vetro di alcuni tra i più importanti artisti contemporanei. Qui l'installazione dell'artista francese Loris Gréaud, "The Unplayed Notes Factory", ci porta nel cuore scuro delle fonde- rie che ruggiscono a Murano. Lì, in una fonderia che è stata abban- donata da oltre 60 anni, ci si trova faccia a faccia con una fornace ruggente. In mezzo al fumo ondulato, gli uomini dalle braccia spesse con braccioli in cuoio rotolano sfere di vetro fuso – che evocano clessidre - alla fine di lunghi tubi, e soffiano vita in essi prima di aggiungerli al soffitto tremolante di 1000 lanterne. Come se ne aggiunge una al nastro trasportatore che le sospende, un'altra cade sul pavi- mento pronta per essere spazzata e riciclata - tutto ciò che è vec- chio torna daccapo nuovo. È un processo di distruzione e trasfor- mazione perpetua all'interno del quale sorge la promessa della rinascita di Murano. A Murano il vetro vive tra artigianato ed arte. Foto: Paula Hardy Settimana del Vetro a Venezia: rompere gli schemi a Murano GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO