L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-5-2017

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www.italoamericano.org 17 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 5 OTTOBRE 2017 S embra che l'Italia moderna sia stata unificata dalla let- teratura molto tempo prima che esistesse come singola nazio- ne sulla carta geografica. Anche se fino a un secolo e mezzo fa la penisola italiana era ancora divisa in molti territori diversi, ciascuno che aveva sviluppato il proprio dialetto locale, per secoli gli ita- liani, da ovunque provenissero, avevano avuto orgoglio e gioia nel leggere geni letterari come Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio. Di fatto, questi poeti furono rico- nosciuti come le più importanti autorità nella letteratura in lingua vernacolare - cioè non latina - già durante il Medioevo: per questo motivo il dialetto letterario fio- rentino, in cui i suoi capolavori erano scritti, ha cominciato presto a impostare le basi per lo svilup- po successivo dell'italiano stan- dard, la lingua che ora chiamia- mo La Bella Lingua. Non è per puro caso che questi poeti medievali, noti a livello mondiale, siano spesso chiamati "le tre corone fiorentine della lin- gua italiana". Altro nome fre- quente è quello di "Tre Fontane", perché fu proprio dall'influenza e dalla grandezza dei loro capola- vori che ha avuto origine il gran- de flusso della lingua e della let- teratura italiana. Il nostro obietti- vo è quello di fare un viaggio emozionante nel cuore della Toscana, la sorgente da cui sgor- ga La Bella Lingua: facendo ciò cercheremo le origini dei tre "padri della lingua italiana", visi- teremo le loro case natali ed esploreremo, rispettivamente, la stretta relazione tra Dante e Firenze, Petrarca e Arezzo, Boccaccio e Certaldo. Il primo passo in questo viag- gio in tre parti può essere solo un tour della città rinascimentale, patria del più famoso poeta d'Italia. Come ben si sa, Dante è nato qui a Firenze nell'anno 1265, ma naturalmente la città è com- pletamente cambiata da quei giorni lontani. Molti dei punti di riferimento più famosi del poeta - come le antiche mura cittadine - non esistono più, mentre altri ancora sopravvivono in tutto il loro splendore: ad esempio "il bel San Giovanni", come Dante chiamò il meraviglioso battistero di Firenze, in cui egli stesso fu battezzato. Per quanto riguarda i monumenti scomparsi dell'epoca passata, il più importante per noi è probabilmente la casa di fami- glia dell'Alighieri in cui nacque Dante: ma in realtà manca solo l'edificio originale, poiché la "casa di Dante" è stata ricostruita all'inizio del ventesimo secolo, nello stesso angolo del centro di Firenze, dov'era una volta, secon- do alcune fonti. A dire la verità, non esiste alcuna certezza assoluta che l'edi- ficio in via Santa Margherita sia al posto giusto: Dante stesso ha scritto solo che è nato vicino all'abbazia di Badia Fiorentina, quella in cui Boccaccio avrebbe successivamente tenuto le prime lezioni pubbliche sulla Divina Commedia. Comunque sia, il luogo è comunque interessante, perché ora è sede di un museo che cerca di ricostruire dettaglia- tamente la vita e i tempi di Dante. Infatti, la piccola piazza di fronte alla casa del poeta è di per sé degna di nota: da qui si vede la vicina Torre della Castagna in Piazza di San Martino ma anche quella con il busto di bronzo di Dante dello scultore Augusto Rivalta e un piccolo pozzo nelle cui vicinanze qualcuno ha inta- gliato il profilo del poeta sul pavi- mento. Per quanto riguarda gli interni GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO della casa-museo di Dante, ornati con gli stemmi delle famiglie medievali menzionate dal poeta nelle sue opere, si trovano, tra gli altri, una ricostruzione della camera da letto di Dante e diver- se riproduzioni di antichi mano- scritti della Divina Commedia, così come quelle della maschera mortale del poeta e del cosiddetto Libro del Chiodo in cui sono riportate le frasi della sentenza che hanno portato all'esilio di Dante. Il più interessante, però, è pro- babilmente il "Pugnale di Dante", chiamato così perché è stato tro- vato sul sito della battaglia di Campaldino (combattuta nel 1289 tra le fazioni Guelfa e Ghibellina) a cui anche il poeta ha preso parte. Inoltre, il museo comprende una piccola collezio- ne di opere d'arte moderne ispira- te a Dante e che testimoniano la sua influenza continua: tra loro una versione dell'opus magnum del poeta che è stato copiato a mano in un periodo di cinque anni da una casalinga del posto. Va da sé che la relazione tra il Poeta Supremo e Firenze non finisce con la sua casa natale: al contrario, Firenze è letteralmente brulicante di luoghi e ricordi in qualche modo legati alla vita e alle opere di Dante. Alcuni di questi angoli si trovano a pochi passi da dove doveva essere la casa del poeta, e sono anche inclusi nelle visite guidate orga- nizzate dalle persone che si occu- pano della "Casa di Dante": in particolare la Chiesa di Santa Margherita, chiamata anche la Chiesa di Dante perché - secondo le tradizioni locali - era proprio qui che il poeta sposò Gemma Donati e che per la prima volta guardò negli occhi la sua amata Beatrice Portinari, la cui famiglia è sepolta qui. Di fatto, i Portinari vivevano proprio accanto alla chiesa, su Via del Corso: per dirla altrimenti, erano i vicini di Dante. Quando si cercano le vere tracce del "padre della lingua ita- liana" lasciate a Firenze, ci si imbarca in un viaggio senza fine, in cui la storia e la leggenda sono mescolate. Siti come la Chiesa di Santa Maria Maggiore, in cui ora riposa il grande maestro di Dante, Brunetto Latini, apparten- gono alla prima categoria, mentre la seconda contiene storie come quella del Sasso di Dante, la grande pietra in piazza delle Pallottole su cui si dice che il Sommo Poeta si sedeva a pensare ammirando le opere di costruzio- ne della Cattedrale di Firenze. Qualunque sia il percorso dan- tesco attraverso la città che vogliate seguire, però, il tour pre- vederà sicuramente una fermata al monumento più famoso di Dante in piazza Santa Croce, nonché una visita alla Basilica omonima: in essa si può "onorare il Poeta Supremo" inginocchian- dovi davanti alla tomba dove ora riposerebbe, se non fosse morto in esilio, lontano dalla sua amata città natale. La Firenze del Medioevo, quella dei Guelfi, dei Ghibellini, dei manoscritti miniati fu casa di Dante e culla della Bella Lingua, quella Italiana Dante Alighieri fu il primo a credere nella qualità del volgare fiorentino come "lingua colta." Alla ricerca delle origini de La Bella Lingua (Parte I): Dante e Firenze

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