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GIOVEDÌ 5 OTTOBRE 2017 www.italoamericano.org 33 L'Italo-Americano IN ITALIANO | Una generazione rimossa - La prima lettera G eneva, Illinois, era molto lontana dalla città, e c'era molto lavoro per gli uomi- ni con braccia forti e spalle larghe dove stavano crescendo le per- iferie di Chicago. Qui, dove l'aria doveva ancora essere rovinata dal fumo delle fabbriche, Michele Rotolo era circondato da paesani che come lui dipendevano ancora dalle versioni italiane per esprimere il loro pensiero. Gli antichi avevano un detto: "Il contadino ha scarpe grosse e cervello fino", e questo era vero per Michele Rotolo. Il suo cervel- lo si era modellato e affinato negli anni in cui aveva lavorato la terra di Castellana. Poteva leggere segni sopra e dentro la terra che altri avrebbero perduto; poteva leggere i cieli e persino sentire l'odore di una pre- visione meteo. Michele poteva leggere tutto ciò che la natura aveva scritto, ma nulla di quanto scritto dagli esseri umani. In passato, in Italia, non aveva avuto bisogno di leggere le parole, ma tutto ciò era cambiato in questo nuovo paese. Quando una lettera arrivava alla pensione di Don Demetrio, doveva cercare qualcuno per leggere e scrivere una risposta. Demetrio concesse a Michele una pausa sulla sua tassa di vitto e alloggio per il lavoro che aveva fatto nel grande giardino che aveva aiutato a nutrire i dieci uomini che portava a lavorare ogni giorno. Una domenica Michele stava finendo il raccolto autunnale quando il nipote di Demetrio, Vincenzo, uscì dalla casa, chiamandolo: "Ay, goom- bah, goombah ay!" Michele scosse la testa e preparò la zappa. Il suo occhio catturò una bandiera bianca che sventolava nella mano di Vincenzo. Paolina stava dietro la biancheria stesa e osservava come Jimmy, (il nuovo nome americano di Vincenzo), saltava nel giardino e atterrava proprio sulla zappa di Michele, rompen- dola in due. Michele gettò il man- ico rotto e afferrò Jimmy per le bretelle. "Ma che ti prende? Guarda cosa fai. Digli cosa hai fatto, non sono pagato per la tua stoltezza". Jimmy lo ignorò e agitò la busta di fronte al viso di Michele. "Mike, è per te. Forse c'è qualche notizia da Castellana". Michele strappò la lettera da Vince e la fissò. Paolina si avvicinò. Michele la infilò in tasca. "Aprila. Aprila! Cosa aspetti!" gridò Jimmy. "La leggo più tardi, ora finisco il mio lavoro" disse allontanan- dosi da Jimmy. Michele chinò la testa. Jimmy ricordò la volta in cui Michele aveva ricevuto il preavviso per il servizio militare. "Oh, amico mio, dammela, la leggerò per te". Michele afferrò i pezzi della zappa e si allontanò. Jimmy ballò intorno a lui e afferrò la lettera dalla tasca. Michele si voltò rapidamente, la rabbia che gli arrossiva il viso. "Via, lasciami da solo" gridò in italiano. Poi notò che Paolina li stava osservando da una fessura nei lenzuoli che si asciugavano e si calmò. "Ok, leggimela." Jimmy aprì la lettera e comin- ciò. "19 Settembre 1920. Caro figlio, rispondo alla tua cara let- tera che stavamo aspettando con tanto piacere. Siamo felici di sen- tire che hai fatto un buon viaggio e che hai subito trovato lavoro. Speriamo tu stia bene e sia stima- to. Siamo anche felici che ci hai scritto con le tue mani e così farai sempre". Vince smise di leggere e guardò Michele. "Eh, Mike, cosa vuol dire? Puoi scrivere ma non leggere?" "Vito ha scritto la prima lettera per me, ho promesso loro di andare a scuola in America e di imparare a scrivere in italiano, ho detto a mia madre che c'era una scuola nella chiesa, ma chi ha tempo per cose simili? Continua a leggere". "Caro figlio, fammi sapere di quei fogli che avevi quando hai lasciato il servizio militare. Se li hai ancora, puoi ricevere una somma di denaro dal governo. Ho dimenticato quanto è. Possiamo mettere i soldi nella terra e ti farà bene". "Ti ho mandato i semi di gel- somino in questa lettera e per paura che non ti arrivassero, ne ho messi anche nella lettera di Vito Nicoli. Tuo padre vuole che tu pianti i semi quando è il tempo. Vi porterà l'odore della nostra terra, così che non ci dimen- ticherete mai". "Vito ci dice che lavori più duro di chiunque altro e che presto farai trenta dollari alla set- timana. Mi è stato detto che è più di ciò che tuo padre e i tuoi fratel- li fanno in un mese. Che terra meravigliosa deve essere l'America. Speriamo che presto tu possa inviarci più denaro affinché possiamo continuare a pagare la terra". "Per grazia di Dio stiamo bene come speriamo sempre per te. Ricevi i saluti dei tuoi fratelli, sorelle e di tutti i tuoi amici. Porta i nostri saluti a Vito e alla sua famiglia". "Tuo fratello Michelangelo ha preso il tuo posto nei campi. È giovane, ma con te via, tutti devono lavorare, anche il piccolo Michelangelo. Tuo padre dice di pagare Don Demetrio in tempo. Non è un uomo con cui bisogna avere debiti". Vince si fermò. "Quindi, anche lui non si fida di mio zio, eh?". "No, no, vuole solo assicurarsi di non essere mai in debito con nessuno. Non è niente, solo le preoccupazioni di un vecchio. Va avanti". "Dio ti benedica e Madre Maria ti guardi, aspettiamo con pazienza la tua risposta, i tuoi cari genitori, Lattore Anna e Rotolo Francesco". "Finito," puntualizzò Jimmy. Michele prese la lettera da Jimmy e mosse gli occhi sopra la scrittura fino a raggiungere la firma di sua madre. La baciò, piegò la lettera e la mise nella tasca della camicia e i semi di gelsomino nel suo cappotto. Avrebbe trovato un bel posto per piantarli in seguito. Con l'aiuto di Jimmy, Michele rispose a ogni lettera. La rapidità delle sue risposte rese felice la sua famiglia. Sua madre agitava le lettere in aria mentre le portava a casa dall'ufficio postale. Tutta la famiglia si riuniva intorno al tavolo della cucina e ascoltava mentre la loro vicina le leggeva ad alta voce. Le sue lettere con- tenevano sempre maggiori quan- tità di denaro. Quando portava questi ordini postali alla banca, lei era trattata con rispetto. Aveva rischiato a mandare un figlio in America e tornava denaro. Questo, per quelli di Castellana, era un successo; il dolore della separazione in famiglia era alleviato con ogni pagamento per la terra. Ma tutto questo sarebbe cambiato e l'inver- no del 1923 si sarebbe dimostrato un vero e proprio test della forza di Michele. Italian Community Services provid Bay Area Italian-American seniors and famili with trusted rourc to help them live healthy, independent and productive liv. We are commied to honoring and prerving the Italian language and culture, with an emphasis on the strength and suort that com om family, community, education and goodwill. Casa Coloniale John F. 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