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GIOVEDÌ 5 OTTOBRE 2017 www.italoamericano.org 9 L'Italo-Americano IN ITALIANO | P iù raro dei diamanti, più costoso del platino e si trova solo in poche segrete grotte del mare sardo, il bisso è leggendario. I suoi lunghi fila- menti setosi brillano come l'oro alla luce del sole e sono lucenti anche quando delicatamente intrecciati nei tessuti. Ma l'arte sta morendo e oggi meno di una manciata di signore locali conosce il segreto di questa seta delle sirene. Diamogli un'occhiata più da vicino. L'umanità fa abiti e tessuti da oltre 70.000 anni. E' stata l'evoluzione naturale dell'indos- sare pellicce e pelli di animali e uno dei fattori che ha aiutato la gente ad adattarsi ai nuovi ambi- enti. Originariamente il pelo degli animali e la vegetazione erano filati in fili che potevano essere tessuti insiemae. Poco alla volta furono inventate tecniche per intrecciare i fili dandoci tessitura, maglieria, lavorati all'uncinetto, a nodi e anche a intreccio. Oggi abbiamo una moltitudine di tessu- ti tra cui scegliere di lana, seta, lino e perfino sintetici. Ma non troverete il bisso, comunemente noto come seta di mare, in un qualsiasi negozio di tessuti o mercerie, soprattutto perché i produttori di questo panno inusuale si rifiutano con convinzione di venderlo ritenen- do che appartiene a tutti. Infatti avrete difficoltà a trovare il bisso a meno che non visitiate uno dei pochi produttori che ancora sopravvivono o un museo con alcuni dei 60 pezzi conosciuti, dato che è uno dei tessuti più rari del mondo. Quindi di cosa mai è fatto e perché è così raro? Il bisso per molto tempo è stato un oggetto del mito e del mistero. Alcuni sostengono che sia stato menzionato molto tempo fa nei testi biblici, ma la verità è un po' più tangibile, se pur incredibile. La materia prima viene raccolta da animali selvati- ci, partendo da fibre che possono essere tagliate dall'organismo. Non provoca danni, ma le fibre non sono capelli animali. È più preciso dire che il bisso è simile al filo dei bachi da seta, in quanto è il prodotto di secrezioni ani- mali. Invece di un verme, tut- tavia, chi lo produce è una creatu- ra marina, la gigante conchiglia del mollusco bivalve (2 gusci) Pinna Nobilis. La creatura marina, che vive in alcune grotte marine ben sorvegliate attorno alla costa della Sardegna e della Puglia, può crescere fino a un metro di lunghezza e quindi necessita di un forte adesivo per incollare il suo peso in modo sicuro alle rocce della grotta o al fondale marino dato che si nutre nelle correnti. E la soluzione dell'animale è piuttosto bella. Invece di usare il suo piede per aggrapparsi, utiliz- za una ghiandola nel suo piede per secernere lunghi e soffici fila- menti proteici che nell'acqua marina salata si induriscono per collegare e ancorare il guscio di calcio alla roccia. Ed è questa barba di resistenti fili fibrosi, spesso lunghi fino a 6 pollici, che sono la base del bisso. Non si può negare che la natu- ra sia bella, ma se vedrete questi semplici e grezzi baffi dei mol- luschi, dopo la raccolta, sarete costretti a immaginare come trasformarli nei filamenti flessu- osi che formano la seta di mare. È qui che entrano in scena la magia e alcune signore locali che ci si dedicano. Il processo di raccolta dei bachi da seta per le loro fibre è iniziato in Cina oltre 5 millenni fa, ma nessuno sa con sufficiente certezza quando i subacquei hanno iniziato a raccogliere i fili del mollusco dal guscio a penna o come loro realizzano quel che può diventare. Le due sete, tuttavia, condivi- dono una tradizione, in quanto i segreti dei bachi da seta e la seta marina erano originariamente molto protetti, alimentando i miti e il valore della rarità di entrambi. E ancora oggi, mentre la seta cinese è ormai ben nota, solo una mezza dozzina di tessitrici sarde si ritiene conoscano il processo completo per la produzione del bisso. Dico una mezza dozzina, ma in realtà, non esistono dati uffi- ciali su quanti tessitori di seta marina ancora esistano. Una sig- nora, Chiara Vigo, è spesso definita "l'ultima" nel lungo elen- co di produttori artigianali. Se questo dà origine a una storia meravigliosamente romantica, ce ne sono almeno altre due - le sorelle di Sant'Antioco Giuseppina e Assuntina Pes - che hanno imparato la ricetta del- l'alchimista da Efisia Murroni, che imparò dalla leggenda locale Bisso, il filo più raro del mondo Italo Diana negli anni Cinquanta. E probabilmente anche altri la praticano in privato. Tutti, però, rimangono fedeli alla tradizione nel passare le conoscenze attra- verso le discendenze femminili alle loro figlie, alle loro nipoti, amiche e vicine mantenendo il giuramento della seta marina che impedisce che il panno d'oro possa essere acquistato, venduto o commercializzato. Il processo inizia con una preghiera alla seta di mare al mat- tino presto prima che le signore si tuffino nelle profondità dove vivono le conchiglie a penna. Il bisso può essere tagliato con un coltello affilato ma quando si considera che può richiedere fino a 100 immersioni per raccogliere un'unica, sola, libbra di filamento (circa 25 grammi), allora si inizia a capire la rarità fenomenale di questo panno e la straordinaria devozione al compito delle sig- nore. Una volta raccolte, le fibre uniche vengono immerse in acqua di mare, poi lavate in acqua dolce. Sono pettinate per rimuo- vere nodi e grovigli e poi avvolte insieme in un filo forte e fine usando le vecchie tecniche tradizionali della filatura del fuso. E, infine, avviene l'alchimia. Il filo è immerso nel succo di limone fresco sardo per rivelare il colore che va da un bronzo più scuro a un biondo chiaro e dorato. E' un processo veramente laborioso ma i risultati rendono tutto assolutamente meritevole quando i leggeri filamenti d'oro sono intrecciati in un panno leg- gero e caldo che è anche più fine della seta. Non c'è da merav- igliarsi, dunque, che la seta di mare sia stata originariamente ris- ervata ai reali e ai sacerdoti, poiché solo i re o la chiesa pote- vano permettersi una simile strav- aganza. Oggi la tutela dell'UE riduce gran parte del vecchio raccolto, il che significa che gli artigiani pos- sono raramente raccogliere abbastanza da tessere anche un piccolo pezzo di stoffa. E se le popolazioni di conchiglie di mare continueranno a diminuire, la rac- colta potrà essere interrotta per sempre. Ma per ora, prima che i filamenti d'oro scompaiano del tutto, le signore li ricamano su abiti battesimali, abiti da sposa o paramenti sacerdotali, e li avvol- gono anche attorno al polso di una persona bisognosa come amuleto in seta di mare. Se volete vedere questa magi- ca, misteriosa seta delle sirene, questo panno fatto dal mare, è meglio che siate veloci, comunque. La sua fabbricazione può essere per una parte alchimia, per una parte chimica e per una parte di Madre Natura, ma nes- suno sa per quanto tempo il suo filo si intreccerà con le famiglie di Sant'Antioco e la storia sarda. Dovremmo fare un giuramento al mare. Poche sono, ormai, le persone capaci di lavorare il bisso, la fibra più rara al mondo, Chiara Vigo e' una di quelle persone Leggero come l'aria e del color dell'oro: ecco il bisso LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA