L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-5-2017

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www.italoamericano.org 15 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 5 OTTOBRE 2017 D urante la storia, le civiltà sono entrate e uscite dalla penisola italiana, ognuna lasciando il suo segno. Dai lavori in pietra degli Etruschi all'archi- tettura greca, dalla cucina araba alla legislazione francese, tutti hanno avuto un impatto. E nessu- no più degli antichi Romani. Le loro invenzioni e le loro innova- zioni hanno dato forma all'inizia- le vita italiana e hanno cambiato il corso della civiltà, come la conosciamo oggi. Quindi, se vi siete mai chiesti cosa hanno fatto i Romani per noi, qui ci sono solo nove delle tante creazioni e tec- nologie che hanno ispirato la vita moderna. Chiedete a qualsiasi scolaro britannico cosa hanno fatto gli romani invasori e sicuramente avrete come prima risposta che hanno costruito strade diritte. I Romani erano famosi per il loro amore per strade diritte e molte ancora attraversano il panorama dell'Europa. Questo perché i Romani avevano un sacco di truppe da spostare velocemente e sapevano che la distanza più breve tra due punti è una linea retta. Ora di strade diritte ce ne sono state, per migliaia di anni, in Asia e in Mesopotamia, per non parla- re dell'Inghilterra pre-Romana e non furono inventate dall'impero. Ma i Romani hanno introdotto nuovi metodi di costruzione e hanno costruito oltre 80.000 chi- lometri di strade lastricate. Così, invece di serpeggianti percorsi fangosi, loro costruirono strade da percorrere con fondamenta di argilla, gesso e ghiaia ricoperti di pietre di pavimentazione grandi e piatte. Hanno anche aggiunto pic- coli ciottoli bianchi tra le grandi pietre per aiutare a catturare la luce della luna di notte e aiutare i viaggiatori a seguire la strada - cercatele per le strade di Pompei la prossima volta che la visiterete. Dobbiamo ai Romani anche le parole strada, via e autostrada. Anche la parola miglio deriva dal latino, deriva da milia passuum che significa mille passi. E le pie- tre miliari sono stati segni di pie- tra che mostravano la distanza alla città successiva o alle fortifi- cazioni romane. Intelligente eh? Insieme al loro amore per le autostrade diritte, i Romani erano anche appassionati di pianifica- zione urbana, introducendo siste- mi ordinati di griglia per le loro fortificazioni militari e le conur- bazioni amministrative che oggi non sarebbero fuori posto a New York, Chicago o Philadelphia. Le grandi città del Pakistan, del Messico e dell'antica Grecia erano state tracciate con sistemi di griglia prima che i Romani lo facessero. Ma di nuovo, i Romani sono andati al livello successivo, diffondendo il sistema archetipo della griglia attraverso i grandi varchi d'Europa e una tenace espansione militare. E la pianificazione urbana romana era strettamente standar- dizzata. Le dimensioni e le posi- zioni erano esattamente identi- che, sia se la fortezza si trovava in Gallia (Francia) o in Galizia (Spagna) così che ovunque si tro- vassero i soldati, avrebbero sapu- to dove trovare i fabbricati della caserma o i bagni, a nord o a sud. Era sia un timbro dell'autorità imperiale dominante sia un modo ingegnosamente efficiente per aiutare l'espansione e l'estensione del loro regno. I Romani sapevano anche costruire, inventando una nuova tecnologia che avrebbe cambiato il corso delle antiche costruzioni. Il nome deriva dal latino "concre- tus" che significa crescere insie- me, che è una descrizione perfet- ta del processo chimico dietro il calcestruzzo. Si mescolava cene- re vulcanica con frammenti di rocce di calce e tufo per produrre un liquido malleabile che si fon- deva e induriva in una struttura rigida, leggera e durevole, anche sott'acqua. E una volta che si resero conto che non erano più vincolati da mattoni o pietre pesanti, i Romani iniziarono una frenesia costruttiva che produsse ponti in calcestruzzo, porti marit- timi industriali ed enormi arene che avrebbero messo a sedere 50.000 spettatori. Hanno anche costruito blocchi di abitazioni, o insulae (letteral- mente isole), per ospitare ordinari cittadini urbani della classe più bassa e di quella media. Molti sono saliti di 5 o 6 piani e aveva- no sia acqua corrente che fogne. Alcuni a Roma hanno raggiunto i livelli di 8 o 9 piani grazie alle strutture in legno e alle pareti in cemento leggero e sorprendente- mente, a differenza di oggi, i migliori appartamenti erano quel- li nei piani inferiori non in alto. Ma forse la più spettacolare strut- tura in calcestruzzo costruita fu il Pantheon di Roma che ha una massiccia cupola di 42 metri di diametro fatta di calcestruzzo ver- sato ed è ancora la quinta più grande cupola senza supporto del mondo, 1900 anni dopo la sua costruzione. Fenomenale. Con l'impero che cresceva di pari passo, l'accesso all'acqua potabile pulita era essenziale. Così i Romani hanno fatto quello che hanno fatto meglio, portando gli Assiri dal Mediterraneo orien- tale per installare la tecnologia dell'acquedotto e poi migliorarlo con l'idea di portarlo a nuove vette di ingegneria. La città di Roma ha ottenuto il suo primo acquedotto, l'Aqua Appia, nel 312 A.C. che ogni giorno dalle Colline Sabine consegnava 73.000 metri cubi d'acqua lungo 16 km. Scorreva sotterraneo e sopra la terra alimentando 20 ser- batoi pubblici con acqua dolce per cui i cittadini non dovevano più bere l'acqua del fiume Tevere. E sebbene i Romani non aves- sero inventato gli acquedotti, l'a- bilità e la precisione della loro ingegneria erano fenomenali. L'Aqua Appia ha usato la gravità per far scorrere l'acqua in città ma scende solo di 10 metri per tutta la lunghezza del suo corso d'ac- qua, un risultato che troveremmo difficile da replicare persino oggi. I Romani costruirono altri dieci acquedotti nella loro capitale per alimentare lo stile di vita strava- gante e prodigo d'acqua di oltre un milione di cittadini. E hanno esportato le loro competenze anche nel resto dell'impero. I bagni pubblici e le fontane richie- dono molta acqua dopo tutto e l'acqua continua ad attraversare alcuni dei vecchi acquedotti che oggi alimentano le famose fonta- ne dispensatrici di acqua a Roma. Non dimenticate di riempire la bottiglia d'acqua la prossima volta che la visiterete. Con un impero che compren- deva oltre 56,8 milioni di persone entro il 25 A.C., c'era un altro problema più pungente da affron- tare: come smaltire i rifiuti umani. Ma i Romani lo avevano risolto usando l'acqua rimasta dalle fon- tane e dai bagni pubblici per sciacquare i canali di scolo in pie- tra e le fogne per aiutare la sanifi- cazione. Dobbiamo ringraziarli per questa invenzione! La canalizzazione non era l'u- nico problema causato da una popolazione così ampia e diversi- ficata, anche la gestione del dirit- to doveva essere regolamentata. I Romani certamente avevano il potere militare di esercitare il controllo sull'impero ma lo hanno sostenuto con un sistema di giu- stizia ben organizzato. E i Romani avevano alcune idee molto precise sul bene e sul male. La presunzione di innocenza fino a dimostrare la colpevolezza, ad esempio, che oggi è sancito nel diritto americano, italiano e inter- nazionale, era un principio stabili- to dai Romani. Scritto nel Codice Giustiniano del sesto secolo, i Romani hanno posto l'onere della prova in colui che accusa, non nell'accusato, ed è una regola che è persistita nei secoli. Non tutte le innovazioni roma- ne erano per i cittadini urbani, molte furono sviluppate per salva- re vite romane sul campo di batta- glia. Queste non erano armi mili- tari però, erano strumenti e tecni- che mediche. Durante il primo secolo, l'imperatore Augusto ha introdotto un corpo medico di dottori per curare i soldati feriti. Hanno inventato bisturi, trivelle di ossa e metodi per frenare la Cosa hanno fatto i Romani per noi? perdita di sangue, ma a loro è anche attribuita una tecnica pio- nieristica - le prime operazioni antisettiche - poichè immergeva- no i loro strumenti in acqua calda prima di utilizzarli per assicurarsi che fossero puliti. Fu un principio non pienamente compreso o spie- gato fino al ventesimo secolo, ma i Romani sapevano chiaramente come salvare vite umane due mil- lenni fa. E infine, un'invenzione finale che vi sorprenderà. I romani inventarono il giornale. Conosciuto come Acta Diurnal, letteralmente notizie quotidiane, il primo Acta apparve intorno al 130 A.C. annunciando le senten- ze dei processi e dei procedimen- ti giudiziari. Furono scolpiti su tavolette in metallo o in pietra e pubblicati su tavole dei messaggi in luoghi pubblici, tra cui il Foro di Roma e poi utilizzati per noti- zie politiche, aggiornamenti di battaglia, avvisi di esecuzioni e persino scandali. Era il giornale quotidiano dei Romani e proba- bilmente un precursore molto precoce dei giornali di massa. Così, parafrasando Monty Python, a parte la sanità, la medi- cina, l'ordine pubblico, le strade, i condomini, un sistema di acqua dolce e la sanità pubblica, cosa hanno mai fatto i Romani per noi? Alcuni potrebbero sostenere che in realtà non è male come eredità da lasciare, ma in verità abbiamo solo graffiato la superfi- cie. Purtroppo il vino romano, l'i- struzione, il riscaldamento cen- tralizzato, i numeri romani, il sistema sociale, il nostro calenda- rio e tutte le altre invenzioni dovranno aspettare un'altra occa- sione. Tutto quello che resta da dire è ringraziare, Gratias Tibi per gli antichi Romani, a loro dobbiamo molto! Gli acquedotti di costruzione Romana rimangono ancora oggi dei portenti di architettura ed ingegneria LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA

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