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GIOVEDÌ 5 OTTOBRE 2017 www.italoamericano.org 23 Viaggio a Porto Ercole, "l'ultima spiaggia" di Caravaggio C 'è un posto nella Toscana meridionale, proprio vici- no al confine con la regione Lazio, da cui sono attratti da tempo turisti, storici d'arte e amanti della cultura provenienti da tutto il mondo: il suo nome è Porto Ercole. Situata sul promon- torio del Monte Argentario che si estende nel Mar Tirreno (ed è legato alla terraferma solo dalla famosa Laguna di Orbetello), Porto Ercole non è solo uno dei "borghi più belli d'Italia", come è stato etichettato per la sua posizione che toglie il fiato. Al contrario, si dice che il luogo sia anche la scena di un grande e irrisolto mistero del- l'arte moderna: la morte di Michelangelo Merisi, meglio conosciuto come Il Caravaggio. Insieme visiteremo questo lato della Maremma - la parte più sel- vaggia della Toscana - e seguire- mo le tracce del grande pittore i cui resti, a quanto pare, sono stati recentemente trovati qui a Porto Ercole. La nostra storia comincia a Roma nel 1606. Cresciuto e for- mato a Milano - dove era nato nel 1571 da genitori originari di Caravaggio, cittadina vicino a Bergamo - Michelangelo Merisi era allora diventato uno dei pit- tori più celebri e originali della sua epoca: basta dire che le sue opere già includevano capolavori come Bacco, Medusa, La chia- mata di San Matteo e La Morte della Vergine. Allo stesso tempo, però, a causa del suo comporta- mento violento e facilmente irri- tabile nella Città Eterna - dove aveva vissuto fin dagli anni '90 - l'artista aveva anche guadagnato una reputazione come famigerato attaccabrighe e aggressore. Fu proprio nel maggio del 1606, durante una delle zuffe insensate in cui spesso era coin- volto, che Caravaggio in qualche modo uccise un uomo, l'influente Ranuccio Tommasoni: di con- seguenza l'artista fu condannato a morte da papa Paolo V, costret- to quindi a fuggire da Roma e dagli Stati Pontifici per evitare la decapitazione. Così cominciò una vita vagante che avrebbe portato il ricercato Caravaggio a Napoli, a Malta, in Sicilia e, alla fine, misteriosamente, a Porto Ercole, la sua ultima spiaggia. Antico dominio della Repubblica di Siena, ai tempi di Caravaggio l'area che circondava il Monte Argentario costituiva il cosiddetto Stato dei Presidi: amministrato dal Vicerè di Napoli, non era altro che un pic- colo protettorato spagnolo creato in Toscana dopo che il Duca di Firenze, Cosimo I de 'Medici, era riuscito a conquistare Siena con l'aiuto della Corona di Spagna. Oggi, più di 200 anni dopo la successiva scomparsa dei Presìdi, la presenza spagnola è ancora evidente a Porto Ercole e a Orbetello, le due "capitali" del- l'ex protettorato. L'antico borgo fortificato in cima alla collina di Porto Ercole, per esempio, com- prende ancora il Palazzo dei Governanti, del XVI secolo in stile rinascimentale, che sorge proprio accanto al mare, sulla splendida piazza principale di Santa Barbara con vista sul porto. La città vecchia di Porto Ercole comprende ancora la Chiesa di Sant'Erasmo, antica chiesa del castello, che mostra un bellissimo portale attribuito all'architetto fiorentino Bernardo Buontalenti, che soleva essere un luogo di sepoltura dei governanti spagnoli. Inoltre, molte torri costiere e fortificazioni spagnole, come il grande Forte Stella, ancora popolano Porto Ercole e i suoi dintorni, così come la Rocca Aldobrandesca e il Bastione di Santa Barbara, parte delle antiche mura cittadine costruite dai sene- si. Al di là delle antiche porte della città, una targa ci ricorda che proprio qui, in questo crogio- lo culturale e artistico, la "travagliata vita " di Caravaggio si è conclusa "dopo che il potere del suo genio aveva creato uno dei movimenti più lucenti dello spirito umano". Mentre la grandezza del pittore è indiscus- sa, ci sono ancora opinioni con- trastanti sulle ragioni effettive per cui ha finito per morire a Porto Ercole, come ce ne sono sulle cause della sua morte e sul luogo esatto in cui essa avvenne. Secondo la tradizione, tra il 1609 e il 1610 - l'ultimo anno della sua vita - Caravaggio stava per ottenere definitivamente il perdono del Papa. D'altra parte, però, l'artista aveva suscitato un'enorme rabbia tra i Cavalieri di Malta - che lo inseguivano dopo che lui aveva ferito uno di loro in un'altra zuffa – ed era miracolosamente sopravvissuto ad un agguato a Napoli che lo aveva lasciato sfigurato. In altre parole, continuava ad essere un fuggitivo, come alcuni dei suoi ultimi dipinti sembrano confer- mare: ad esempio in Salomè con la testa di Giovanni Battista e David con la testa di Golia, la testa tagliata è chiaramente un macabro autoritratto dell'artista. Sembra che Caravaggio fosse arrivato a Porto Ercole quasi per caso. Nel luglio del 1610 era riuscito ad imbarcarsi su una felucca che andava avanti e indi- etro da Napoli al Monte Argentario: il suo scopo era quel- lo di avvicinarsi quanto più pos- sibile a Roma per dare a un mediatore tre dei suoi dipinti in cambio del perdono del Papa. Ma quando l'artista in fuga si fermò a Palo di Ladispoli - meno di 40 chilometri da Roma - fu riconosciuto e arrestato rapida- mente: alla sua liberazione, la felucca che portava le sue preziose tele era già partita per Porto Ercole. Probabilmente fu nel vano tentativo di recuperare i dipinti che avrebbero potuto sal- vare la sua vita, che il Caravaggio ci arrivò il 16 luglio: due giorni dopo, era morto. Alcune persone dicono che l'artista è approdato sulla spiag- gia di Feniglia, dove è stato rag- giunto dai nemici maltesi o romani e ucciso: tra i pini della Duna di Feniglia, ora una riserva naturale, c'è un monumento in memoria di questo evento su cui non si hanno certezze. Alcuni dicono che Caravaggio era invece gravemente ammalato quando arrivò a Porto Ercole e che sarebbe morto di una febbre probabilmente causata dalle ferite che aveva riportato a Napoli o dall'avvelenamento da piombo a cui era stato esposto per tutta la sua vita (il piombo era una delle componenti princi- pali delle pitture a olio). Qualunque sia la ragione della sua malattia, si crede che il pit- tore sia morto nell'ospedale locale di Santa Croce e che poi sia stato seppellito nel piccolo cimitero di San Sebastiano, non più esistente. Negli ultimi anni, la gente di Porto Ercole ha eretto un monu- mento in bronzo e un piccolo mausoleo all'aperto dove si trovava San Sebastiano. All'interno del sarcofago in pietra contrassegnato da "Caravaggio", sormontato da una riproduzione del famoso Cestino di Frutta e circondato dai tempi e dal ritmo della città moderna, hanno messo alcune ossa umane trovate in una cripta sotterranea che le ricerche scientifiche attribuiscono al grande pittore "con una probabil- ità dell'85%": così che il mistero della morte di Caravaggio con- tinua. La bellezza di Porto Ercole da sempre attrae turisti, artisti e storici dell'arte, anche per il legame del luogo con il grande Caravaggio SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO L'Italo-Americano IN ITALIANO |