L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-19-2017

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www.italoamericano.org 21 GIOVEDÌ 19 OTTOBRE 2017 L'Italo-Americano IN ITALIANO | I gradini di piazza di Spagna a Roma sono famosi in tutto il mondo. Come lo sono i ponti- celli a gradini di Venezia che attraversano i suoi innumerevoli canali. E la scala a chiocciola di Bramante nel Museo Vaticano è una delle più fotografate al mondo. Ma l'Italia è anche la terra di molte altre scalinate più storiche. Dalle opere d'arte fiorentine di Michelangelo al pezzo forte biblico di Roma alle rampe di scale floreali in cerami- ca della Sicilia, queste sculture architettoniche aggiungono ele- ganza, decorazione e bellezza al semplice compito di salire le scale. Diamo un'occhiata alle migliori otto. Cominciamo con una delle più vecchie: la Scala Santa nella Piazza di San Giovanni in Laterano, Roma. La leggenda dice che questi sono i 28 gradini saliti da Gesù quando fu giudica- to da Ponzio Pilato. Ma Pilato viveva a Gerusalemme quindi come sono finiti gli scalini nella capitale italiana? Per questo dob- biamo ringraziare Sant'Elena, la madre dell'imperatore Costantino. Madre e figlio sono stati alcuni dei primi romani a convertirsi al cristianesimo e Elena sottolineò la sua devozione con un pellegri- naggio in Terra Santa. Mentre era lì, ha rintracciato la vera croce e il palazzo di Pilato riportando il crocifisso ligneo e i gradini in marmo bianco a Roma come regalo per la nascente Santa Sede. Oggi il marmo macchiato di sangue è racchiuso nel legno per preservare ciò che si crede siano le ultime tracce di Gesù stesso. Sempre a Roma, le scale della Cordonata Capitolina, disegnate da Michelangelo, collegano la Piazza di Ara Coeli a Piazza del Campidoglio, in cima al colle capitolino, uno degli antichi sette colli di Roma. Questi gradini larghi e inclinati, appositamente costruiti con gradini bassi per impedire ai cavalli di risalirli, portano alle statue gemelle di Castore e Polluce in marmo, antichi patroni di cavalieri, e all'unica statua romana in bronzo sopravvissuta di un imperatore pre-cristiano a cavallo, quello di Marco Aurelio. Vale la pena salire questa scala, ma non è stato l'unico tentativo da parte di Michelangelo di progettare scale. In un angolo tranquillo del primo piano del chiostro di Brunelleschi della Basilica di San Lorenzo, a Firenze, si trova la Biblioteca Laurentiana. L'edificio ospita la raccolta let- teraria privata della famiglia Medici e, oltre al suo inestimabile catalogo, è rinomata per il suo design architettonico ad opera di Michelangelo, tra cui la sua scali- nata della Biblioteca Laurentiana. L'ingresso alla Biblioteca è sgombro dalle orde dei turisti che non hanno ancora scoperto il seg- reto nascosto. I visitatori fortu- nati, pertanto, hanno la possibil- ità di vedere l'originalità di Michelangelo in tranquilla con- templazione, e di ammirare il fantasioso trio di scale, due accu- ratamente quadrangolari in fine pietra arenaria grigia, quella cen- trale curva e dolcemente arroton- data che sale alla sala di lettura. È un perfetto esempio dello stile manierista, tipicamente caratter- istico del Rinascimento e una bella visione dell'immaginazione di Michelangelo. Dal regno toscano dei Medici viaggiamo verso sud fino alla Sicilia del 17° secolo e alla Scalinata di Santa Maria del Monte a Caltagirone. Il pendio a 142 gradini risale al 1606 quando fu costruito per collegare la vec- chia piazza Municipio con un nuovo sviluppo in cima alla colli- na. E sebbene fosse originaria- mente una serie di rampe sepa- rate da piccoli pianerottoli, i livel- li furono finalmente riuniti nel 1880, circondati da case, negozi trafficati e balconi ornati. Non a caso la città è chiamata "castello di ceramica" (qal'at-al-jarar dai vecchi coloni arabi) e nel 1956 i famosi artigiani della maiolica di Caltagirone decisero di dare alle scale uno spettacolare restauro ceramico. Adesso, mentre salite, ogni passo ha un disegno diverso dipinto a mano e la scala è testi- mone di una tradizione locale che va indietro di oltre 1000 anni. Dalla bellezza creata dall'uo- mo viaggeremo intorno alla costa verso una scalinata siciliana crea- ta dalla natura; la scintillante Scala dei Turchi nei pressi della meridionale Porto Empedocle. Così chiamata per le navi arabe e turche che usavano ripararsi nella baia sottostante, le scogliere bianche sono fatte di un morbido calcare e di una marna bianca accecante che il mare ha scolpito dolcemente in terrazze smussate. Per la nostra scala successiva abbiamo bisogno di viaggiare dal sud costiero alla miriade di strade del nord di Venezia. Lì, nascosta in un piccolo cortile lungo un vicolo lontano dalle piste battute, si trova la nostra prima scala a chiocciola; la Scala Contarini del Bovolo di ispirazione orientale. Costruita intorno alla fine del 1400 combina stile rinascimen- tale, gotico e bizantino con gradi- ni poco profondi, colonne sottili e pietre intricate traforate che le conferiscono il suo soprannome, la scala a chiocciola o il bovolo nel dialetto locale. Il folklore locale suggerisce anche che i gradini venivano mantenuti bassi e larghi in modo che i nobili Contarini potessero cavalcare i loro cavalli fino sulle Una veduta della scala Contarini del Bovolo a Venezia Le scale della Cordata Capitolina, disegnate da Michelangelo, collegano la Piazza di Ara Coeli a Piazza del Campidoglio Uno, due, tre passi verso il cielo scale. Purtroppo è più probabile che la famiglia si mettesse in mostra con questa gemma architettonica, ma che gioiello! La nostra penultima scalinata è ospitata nel classico Palazzo Barberini del XVII secolo, com- missionato da Maffeo Barberini, che divenne poi Papa Urbano VIII. Il palazzo aveva una coorte impressionante di architetti, ognuno che contribuiva con il proprio stile. Carlo Maderno progettò la casa principale e alla sua morte la commissione passò a Gian Lorenzo Bernini, artista leggendario le cui fontane domi- nano ancora la capitale. Bernini ha aggiunto una grande scalinata quadrata a sinistra del piano nobile, ma è stato il nipote di Maderno, Francesco Borromini, incaricato alla morte dello zio, che realmente ha progettato la settima scala della nostra lista, la scala elicoidale Barberini che serve l'ala sud. La bella spirale ovale comprende 12 colonne a doppia spirale attorno ad un atrio centrale illuminato dal sole che conduce alle stanze private di Barberini. E il suo disegno ellitti- co, decorato dalle api del simbo- lo familiare dei Barberini, si dimostra non solo più estetica- mente gradevole ma anche più facile da salire della scala del Bernini. La sua merita sicura- mente una visita. E infine, da una delle scale più belle alla più scenografica. La Calà del Sasso in Veneto è la più lunga scala tra le scale all'aperto in Italia: 4444 gradini, lunga 7 chilometri e che sale a 744 metri da Valstagna a Sasso di Asiago, è sicuramente una salita difficile. Risale circa al 1398 quando la necessità di leg- name per costruire galeoni e navi da guerra era al culmine nel vici- no cantiere navale dell'Arsenale di Venezia. Gli alberi crescevano in abbondanza nella valle del Sasso ma portarli giù dalla colli- na al fiume Brenta era estrema- mente scomodo. Così un sentiero ripido a gradini è stato scavato nel paesaggio insieme ad un canale calcareo da un lato per far scivolare i tronchi degli alberi pesanti. Sei secoli dopo, l'industria del disboscamento è scomparsa da tempo ma quello che è iniziato come una semplice soluzione commerciale è oggi uno dei sen- tieri escursionistici italiani più pittoreschi. C'è anche un'antica leggenda che se due amanti seguono la scala mano nella mano, rimarranno innamorati per sempre. Quindi, se siete un boscaiolo, un vecchio romantico o semplicemente sognate di fare trekking, questa è la scalinata per voi. Facciamo insieme i primi gradini! GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO

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