L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-19-2017

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GIOVEDÌ 19 OTTOBRE 2017 www.italoamericano.org 41 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Sotto la maschera di Chaplin sicuri che non ci sia la controfigura abruzzese di Pelliccione? Per 5 anni l'emigrato italiano Vincenzo Pelliccione sostituì Chaplin nei lanci pubblicitari dei suoi film per imparare i rudimenti della lingua inglese e dopo pochi anni si trasferì in Ohio per giungere infine nel 1929 a Hollywood, città che stava vivendo il primo grande boom dell'industria cine- matografica. Grande ammiratore dei primi divi del cinema, Vincenzo rimase folgorato dalle movenze comiche di Charlie Chaplin e scoprì casualmente di saperlo imitare perfettamente. Ripetendo le gesta davanti allo specchio scoprì inoltre di assomi- gliare tantissimo al grande "Charlot" e lavorò su tale somi- glianza perfezionando l'imitazio- ne di un personaggio che lo avrebbe "nutrito" professional- mente. Il marsicano iniziò a pro- porre spettacoli di imitazione in piccoli localini e ristoranti di Hollywood e in una delle tante serate fu adocchiato da Sid Growman, un impresario ameri- cano proprietario del Growman's Chinese Theatre, oggi luogo conosciuto per l'usanza, da parte delle celebrità, di lasciare le impronte delle loro mani. Nel giro di qualche giorno Vincenzo si ritrovò catapultato nello studio di Charlie Chaplin. Il grande attore aveva bisogno di una controfigura e il marsicano era la persona giusta. Nell'alveo cinematografico divenne Eugene De Verdi e lasciò la sua firma su numerosi film, tra i quali va cita- to "il Circo", "il Dittatore", "Luci della Città" e "Tempi A Rosciolo dei Marsi, picco- la frazione di Magliano dei Marsi adagiato ai piedi del Monte Velino in Abruzzo, sono ancora in molti a ricordare il suo nome. Quello italiano. Quello d'arte invece è finito nelle nebbie del tempo nascondendo un gran- de talento alla memoria dei più. Nel 1978 Pelliccione compì il suo ultimo viaggio terreno per essere sepolto nella sua terra d'o- rigine, ma quella che si chiuse definitivamente era una vita vis- suta per molti anni all'ombra delle palme di Hollywood. Quando il quartiere di Los Angeles stava compiendo i primi passi per diventare la capitale del cinema mondiale. Vincenzo Pelliccione era nato a Rosciolo il 2 giugno del 1893, figlio di Sebastiano e di Carolina Marini. Seguendo la marea migrante di fine Ottocento, Vincenzo partì all'età di 22 anni alla volta della Pennsylvania lasciando in Abruzzo i suoi cin- que fratelli (Nicola, Giovannino, Benedetto, Pasquale e Maria) e una guerra mondiale che quasi sicuramente lo avrebbe fagocitato con tutto il suo carico di terrore e morte. Arrivato negli Stati Uniti Vincenzo si adattò a lavorare nei campi più disparati. Con pochi dollari riuscì a pagarsi un corso GENEROSO D'AGNESE moderni". Per la sua perfetta ras- somiglianza fisica, Growman lo ingaggiò per cinque anni di seguito. Oltre a essere la controfi- gura di Chaplin, Pelliccione lo sostituì in tutti i lanci pubblicitari dei film. Growman lo ingaggiò per salire sul palcoscenico in varie località americane e per pubbli- cizzare le pellicole che poi incas- savano milioni di dollari. In tea- tro, la controfigura italiana veni- va acclamata dalla gente che in lui pensava di vedere il vero Chaplin. Pelliccione riuscì perfi- no a recitare la parte di una statua di cera rimanendo perfettamente immobile per un'ora e inducendo in errore i visitatori del museo. La carriera di Pelliccione fu costellata di tante partecipazioni cinematografiche che andavano oltre il ruolo di controfigura di Chaplin. Conobbe Mae West, Jean Harlow e Marylin Monroe, sul set di Cleopatra conobbe Liz Taylor e mentre lavorava nel film La rosa tatuata incontrò Anna Magnani. Recitò accanto a Rodolfo Valentino nel film "Il figlio dello Sceicco". La lunga carriera cinemato- grafica però non si basò soltanto sulla recitazione. Anzi. Pelliccione con gli anni svi- luppò un ottimo talento per le scenografie e per gli effetti spe- ciali, inventando diverse macchi- ne per i set. In qualità di tecnico partecipò ai film "Teresa" e a "Ventimila leghe sotto i Mari" della Disney, per i quali vinse nel 1955 un premio Oscar per gli effetti speciali. Collaborò anche con la produzione di "Ben Hur" e di Cleopatra". Nel 1968 decise di lasciare Hollywood e rientrò in Italia per lavorare a Cinecittà. Per dieci anni e fino al giorno della sua morte, collaborò con l'artista Enzo Carnebianca alle produzio- ni cinematografiche della Dino De Laurentiis iscrivendo il suo nome tra quello dei grandi spe- cialisti degli effetti speciali. E tra gli italiani che fecero grande Hollywood. se. Dopo qualche anno gli arrivò la nomina a Tenente dei Vigili del Fuoco di Ottawa. Seppe, al tempo stesso, diveni- re una delle persone più autorevo- li della comunità italiana. Fu, tra l'altro, presidente della "Sons of Italy". Uomo di spirito caritatevo- le, assiduo frequentatore della "St. Anthony of Padua Church", non fece mai mancare aiuto alle fami- glie più bisognose della sua comunità. In Canada incontrò e sposò Antonietta, di origini lazia- li, dalla quale ebbe almeno quat- tro figli. Ma nel giugno del 1940, l'Italia dichiarò guerra al Canada e questo portò ad identificare molti italo-canadesi come "stranieri nemici". Tra questi anche "Fred" Pantalone al quale venne imputata una qualche simpatia verso il fascismo. Per questo fu internato come prigioniero al "Petawawa Camp". Durante la permanenza nel campo conobbe Guido Casini, abile pittore che gli dedicò un ritratto. Da "Petawawa Camp" ne uscì, dopo sette mesi pesantemen- te provato. I suoi capelli neri erano, in pochi mesi, divenuti bianchi. Tornato a casa scoprì che la sua carriera nel Corpo del Vigli del Fuoco era terminata. Nei suoi confronti era stato emesso, all'u- nanimità, un provvedimento di espulsione. La famiglia, in seguito a questa ingiusta vicenda, affrontò gravi difficoltà finanziarie con la Le ingiustizie subite dagli internati italiani R occo Federico "Fred" Pantalone, coraggioso Vigile del Fuoco, era abruzzese. Nel 1940 fu, ingiusta- mente, internato nel campo di pri- gionia di Petawawa. Successivamente espulso dal suo "Ottawa Fire Sercices". Nel 2012 in Canada lo ha, scusandosi, "reintegrato alla memoria" nel corpo dei Vigili del Fuoco. Rocco Pantalone era nato a Pretoro in provincia di Chieti, nel 1888, ed arrivò ad "Ellis Island" nel 1904 sulla nave "Prinzess Irene". Dopo poco tempo si trasferì in Canada dove trovò lavoro in una panette- ria. Nel 1915 fu assunto dal corpo dei Vigili del Fuoco di Ottawa. Nel febbraio del 1916 fu, tra i più coraggiosi pompieri ad adoperarsi nel tentativo di spegnere il disa- stroso incendio divampato nel palazzo sede del Governo canade- HERITAGE MEMORIA IDENTITÀ STORIA LINGUA GEREMIA MANCINI perdita del lavoro del capo fami- glia. Poi con orgoglio e sacrificio Pantalone trovò altri lavori e riu- scì a garantire ai suoi figli una vita dignitosa. Morì nel 1961. Solo nel 2012, grazie al l'im- pegno di suo figlio Sal, il Canada e la città di Ottawa hanno ricono- sciuto la completa infondatezza delle accuse e "reintegrato" Pantalone, nel Corpo degli Ottawa Fire Sercices. Sal Pantalone, a sinistra, mostra il documento che rende giustizia al padre

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