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www.italoamericano.org 13 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 2 NOVEMBRE 2017 U na miniera di qualsiasi tipo comporta dei rischi per i minatori. Negli Stati Uniti prima del 1950, milioni di minatori immigrati scesero nelle miniere di carbone mettendo a rischio le loro vite per le esplosioni in miniera o morendo di morte lenta per silicosi. Nonostante i rischi, ciò che li ha portati a un lavoro così pericoloso è stato che i minatori negli Stati Uniti, specialmente negli Stati occidentali come Colorado e Utah, erano ben pagati, un dato di fatto non abitualmente registrato nella letteratura dell'epoca. Olivia Cerrone ha scritto di un altro tipo di estrazione mineraria, le miniere di zolfo in Sicilia. Nel- l'isola, le miniere di zolfo esiste- vano da quasi duecento anni e durarono fino alla loro dismis- sione negli anni '80. Ma c'era una grande differenza tra l'estrazione mineraria negli Stati Uniti e quel- la in Sicilia: l'estrazione di zolfo usava una forma abusiva di lavoro minorile. Cerrone è un'abile scrittrice. Ha vinto numerosi premi, tra cui una "Distinguished Fellowship" del National Endowment for the Arts. Cittadina di Boston, ha rac- contato una storia sconcertante sulle condizioni impoverite delle classi minori della Sicilia di metà secolo scorso nella regione di Valguervenna Caropepe. Ha fatto anni di ricerche e ha intervistato molti minatori della regione per scrivere un romanzo storico che si unisce ad altri su questo argo- mento, uno dei quali ho analizza- to in queste colonne diversi anni fa, il romanzo di Angelo Coniglio, "La signora della ruota", pubblicato da Legas. Il romanzo di Cerrone si con- centra su quello che è stato chiamato il sistema del soccorso morto, che era una forma di schi- avitù vincolante per i bambini provenienti da famiglie povere. Le famiglie povere erano costrette dalle aziende minerarie a vincolare i loro bambini di otto o nove anni per un piccolo stipendio quando firmavano con- tratti con le aziende minerarie dello zolfo. I contratti vincola- vano i giovani ragazzi a lavorare nelle miniere di zolfo fino a sette anni, il tempo che di solito servi- va ad un ragazzo a ripagare il "prestito". Anche se tecnica- mente fu bandita dal governo italiano già nel 1880, questa prat- ica disumana di schiavitù con- trattuale per i bambini è prose- guita fin nel ventesimo secolo. Il romanzo scritto con preci- sione da Cerrone è ambientato nel 1948 nel villaggio di Rac- colto. Quando il romanzo si apre, il suo protagonista, Ntoni, 12 anni, sta lavorando nella miniera di zolfo da quasi un anno. L'anno prima, suo padre era rimasto ucciso in un'esplosione in miniera, lasciando la famiglia Giordano povera. Prima della guerra, suo padre aveva lavorato molto per sostenere la macchina da guerra di Mussolini. Gli anni del dopoguerra non portarono alcun sollievo alla Sicilia né alla famiglia Giordano dalle loro con- dizioni di povertà. Con il padre morto e senza altre opzioni per sostenere la famiglia a Raccolto, sua madre, Regina, ha fatto l'unica scelta per salvare la famiglia dal rimanere senzatetto e dalla fame e ha fir- mato il contratto che ha vincolato suo figlio. Come caruso, il nome siciliano di questi infelici bambi- ni vincolati, fu assegnato come assistente di Sciavelli, un mina- tore adulto. Il suo lavoro, come tutti gli altri bambini assegnati a un minatore, era quello di cari- care cestini di zolfo che il loro sovrintendente scavava e portarli su lungo un arduo pendio fuori dalla miniera ai calcaroni, dove era trattato. Se un ragazzo non si muoveva abbastanza velocemente o se inciampava e versava il suo cari- co, sarebbe stato picchiato dal suo soprintendente. Inoltre, i ragazzi e i minatori adulti vive- vano nel costante timore della formazione di grisù, un gas tossi- co e inodore che avvelenava gli uomini e i ragazzi e poi, quando entrava in contatto con una fiamma, esplodeva. Lavoravano sotto la continua minaccia di un'esplosione ogni giorno della loro vita lavorativa. Ntoni Giordano sognava il giorno in cui poter sfuggire alla miniera e al suo contratto. Ma sapeva che fuggendo, avrebbe condannato la sua famiglia alla fame. Peggio ancora, a suo fratel- lo minore sarebbe stato vietato lavorare in qualsiasi miniera quando sarebbe stato dell'età giusta. Se fosse fuggito, avrebbe lasciato la sua famiglia completa- mente abbandonata. Nel processo di raccontare la sua storia estremamente realisti- ca, Cerrone fornisce anche una breve ma efficace rappresen- tazione della cultura siciliana, in particolare della religione, nel villaggio. Il solo conforto nella vita di Ntoni è San Calogero, il santo patrono del paese. Super- stizioso, cerca i segni dell'anima di suo padre abbandonato nel Purgatorio. Quando prega San Calogero per consegnare l'anima del padre al Purgatorio, si aspetta di rice- vere subito qualche segno da San Calogero che ha ascoltato le sue preghiere. Ma la fede nel santo non è sufficiente per il tormenta- to Ntoni. Un giorno Ntoni è sor- preso dal sapere da Ziu Peppi, un meccanico della miniera e un amico di suo padre, che prima della sua morte suo padre stava progettando di lasciare la famiglia e di andare in Francia per lavorare nelle miniere. Sembra che né Ntoni né sua madre sapessero dei suoi piani. Fu qualcosa di sconvolgente per Ntoni, ma anche una rivelazione di ciò che era possibile per lui. Non era sicuro di quali fossero i piani di suo padre, se intendesse abbandonare la famiglia o forse mandare denaro a casa. Ma il piano di suo padre di partire gli dava speranza. Se suo padre pote- va farlo, allora perché non poteva lui? Si rese conto, tuttavia, di che cosa avrebbe significato la sua partenza per la madre, il fratello e la sorella. Ma la sua sofferenza era al di là di quello che poteva sopportare per gli anni che resta- vano sul suo contratto. Dopo la rivelazione di Peppi, per alle- viare il suo dolore, spesso sogna- va un'idilliaca campagna francese di infiniti prati verdi. Si imbarca con Ziu Peppi in un vago piano di fuga, come o quando nessuno può dire. Ma Peppi lo assicura che quando verrà il momento, lo conoscerà. Allora il destino interviene. Cosa altro era possibile per i poveri siciliani? Non avevano alcun controllo sul loro destino. Men- tre Ntoni sta lavorando, un giorno c'è un'esplosione e il labo- ratorio di Peppi crolla, uccidendo lui e il fratello minore di Ntoni, che aveva iniziato anche lui a lavorare nelle miniere. Il proto- collo dopo un'esplosione diceva che tutti i minatori dovessero fir- mare un registro per informare i dirigenti che erano sopravvissuti all'esplosione. Ntoni improvvisa- mente vede l'opportunità. Evita attentamente di essere visto nel caos che circonda l'esplosione, non firma il registro e si nasconde in casa. Sua sua madre addolorata finge di aver perso entrambi i figli nell'esplosione e lo nasconde dagli occhi curiosi dei vicini e dei possibili informa- tori. Prende rapidamente accordi con Ntoni per farlo fuggire a Catania dove la famiglia aveva parenti, e da lì ad un porto ameri- cano senza nome da dove poteva lavorare e mandare denaro a casa a sua madre e alla piccola sorella Lina. Con i soldi che aveva recu- perato dal laboratorio crollato di Peppi, che stavano risparmiando per il loro viaggio insieme, Ntoni inizia una nuova vita. The Hunger Saint è una rapp- resentazione accurata della vita siciliana di metà secolo. Nel processo di scrittura sulla situ- azione dei carusi, Cerrone raf- figura efficacemente il rituale religioso, le credenze e l'atmos- fera culturale dell'epoca. È una Sicilia che oggi è in gran parte scomparsa ma rimane ancora in molte delle osservanze religiose e nell'adorazione dei santi patroni locali. The Hunger Saint è una narrazione ben scritta che porta il lettore nel cuore della vita siciliana in un momento di cambiamento culturale e sociale del dopoguerra. L'ultimo libro di Ken Scam- bray è "Queen Calafia' Paradise: California and the Italian Ameri- can Novel". The Hunger Saint di Olivia Kate Cerrone Bordighera Press, 2017 Olivia Kate Cerrone e la copertina del suo ultimo romanzo, The Hunger Saint LIFE PERSONAGGI RECENSIONI ARTE