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www.italoamericano.org 15 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 2 NOVEMBRE 2017 N onostante la sua storia secolare, la famiglia Borgia rimane indissol- ubilmente legata a tre nomi: quelli di Rodrigo e di due dei suoi figli, Cesare e Lucrezia. Come spesso accade nella storia, distinguere tra i fatti e la leggenda diventa difficile con persone così influenti che hanno giocato ruoli cruciali nel panorama politico e sociale di un paese come l'Italia, in un periodo determinante come il Rinascimento. Dobbiamo tener a mente, specialmente quando si tratta di Rodrigo, Papa Alessandro VI: in quei secoli il potere pontificio era reale e non solo spirituale e liturgico, ma politico e militare. Rodrigo, abbiamo imparato, è diventato cardinale nel 1456 gra- zie al sostegno di suo zio, papa Callisto III. Nel 1492, anno in cui l'America fu scoperta, divenne Papa, adottando il nome di Ales- sandro VI. Molto è stato scritto e detto sul papato di Alessandro VI; politicamente, non ha mai preso una posizione chiara, oscil- lando tra le parti - a volte gli Sforza, talvolta gli Aragona, tal- volta i francesi - spesso cercando di favorire la propria famiglia nel processo. Poi ancora, il nepoti- smo era un affare abbastanza comune a quei tempi, rendendo il comportamento di Rodrigo niente di straordinario. Alcuni meriti storici dovreb- bero essere riconosciuti a papa Alessandro VI: era un difensore della dottrina ortodossa, la cui purezza ha sempre sostenuto con- tro l'eresia e le interpretazioni spurie delle Scritture, e un soste- nitore delle arti. Tra i tanti artisti che ha sponsorizzato, anche Pin- turicchio e Sangallo. Non dobbiamo però ingannare noi stessi: il motivo per cui Rodrigo è soprattutto ricordato nella storia e nella fantasia popo- lare è la sua inclinazione per la sessualità e il lusso, nonostante fosse Papa. C'è qualcosa di vero in ciò? Certamente sì, ma proba- bilmente molto è stato creato ad arte dalla letteratura coeva e suc- cessiva: alla fine, ieri come oggi, la penna è più potente della spada. Un nome per tutti è quello dello storico tedesco Ferdinando Gregorovius, che, nonostante la sua impeccabile reputazione pro- fessionale, concepì uno degli opuscoli più accusatori e a-storici dei Borgia, Lucretia Borgia (pub- blicato ancora oggi). Anche Mario Puzo, famoso per Il Padri- no, ha messo insieme una biogra- fia dei Borgia che non ha fatto nulla per dissolvere alcune delle idee sbagliate che secoli di catti- va stampa ha creato attorno alla famiglia. Questo non vuol dire che Rodrigo e la sua progenie fossero dei santi, ma c'era certamente più cuore di quello che possiamo essere inclini a credere. Così, torniamo a loro. Ales- sandro VI ebbe quattro figli noti con la sua duratura compagna, Vannozza dei Cattanei: Cesare, Giovanni, Lucrezia e Gioffre. Vannozza era conosciuta a Roma come padrona di numerose locande in giro per la città e la sua relazione con Rodrigo è cominciata tra la fine degli anni 1460 e l'inizio degli anni 1470; anche se la loro passione si atte- nuò nel momento in cui fu eletto al trono papale, Vannozza è rimasta la partner con cui Rodri- go ha condiviso più anni. Cominciamo da Cesare, il più anziano dei ragazzi di Rodrigo e Vannozza. Nato nel 1475, suo padre lo ha avviato alla carriera ecclesiastica, facendolo arcive- scovo di Valencia l'anno in cui è diventato Papa e cardinale appena 12 mesi dopo. Cesare, però, aveva altre cose in mente: voleva essere un "condottiero", un prin- cipe. Il potere era il suo scopo, ma temporale, non spirituale, e suo padre lo sostenne incondizio- natamente. Con il suo aiuto e la protezione del Re di Francia, Luigi XII, Cesare iniziò una rapi- dissima carriera militare, che lo vide vincere numerose campagne militari volte a sottoporre grandi aree di Emilia Romagna, Toscana e Marche per formare quello che doveva essere il suo regno. La morte di suo padre nel 1503, tuttavia, ha messo fine ai suoi sogni. Se il diretto successo- re di Rodrigo, Pio III, fu magna- nimo e riconobbe a Cesare il diritto di governare su tutti i terri- tori conquistati, le cose cambiaro- no quando Giuliano della Rovere divenne Papa solo una manciata di mesi dopo. Della Rovere odia- va i Borgia e tenne Cesare impri- gionato in Castel Sant'Angelo prima e nel forte di La Mota, in Spagna, successivamente. Il nome di Cesare viene spesso usato come sinonimo di spietatez- za e cattiveria - e non comincerò nemmeno a raccontare le storie del suo rapporto sessuale, chiac- chierate ma non vere, con la sorella Lucrezia - visto che è stato l'ispirazione di uno dei testi fondamentali del pensiero politi- co moderno, Il Principe di Machiavelli, e Machiavelli non I Borgia, la famiglia più famigerata d'Italia. Parte seconda: Rodrigo, Lucrezia e Cesare era uno che tirava nomi in ballo senza motivo. Durante il breve periodo in cui ha governato i ter- ritori conquistati, ha dimostrato l'acume e l'intelligenza politica, fattori evidenziati nel Principe dal potente Niccolò stesso: l'uni- co errore di Cesare fu, purtroppo, quello di ottenere il potere anche attraverso l'influenza politica della sua famiglia. Una volta che questa finì, così finì la sua gloria. Quando Cesare morì in Spa- gna nel 1507, sua sorella minore Lucrezia era già stata sposata tre volte. Alla giovane età di 27 anni, l'unica figlia di papa Ales- sandro VI e Vannozza era servita tanto per rafforzare la stabilità politica e il potere della sua fami- glia. La fama di Lucrezia come bella ma spietata mangiauomini può provenire dal fatto che lei abbia avuto una vita amorosa piuttosto intensa, ma non dobbia- mo dimenticare che i suoi matri- moni sono stati organizzati - e sono finiti – per la sete di potere politico del padre e del fratello. Sposa a Giovanni Sforza, nipote di Ludovico il Moro, a 13 anni nel 1493, era già sposata con un altro uomo, Alfonso d'Aragona, nel 1498, il suo precedente matri- monio annullato per consentire un'unione che rafforzasse i lega- mi tra i Borgia e il Regno di Napoli. Alfonso e Lucrezia stettero insieme solo due anni quando un killer a contratto pagato da suo fratello si disfò del marito nume- ro due. Perché, si può chiedere: beh, Cesare era proprio nel bel mezzo alla sua frenesia di con- quista in Romagna e voleva avere un sostegno facile nella zona facendo sposare sua sorella ad un altro Alfonso, Alfonso I, erede del Ducato di Ferrara. A Ferrara, finalmente, Lucre- zia trovò una certa pace e la sua personalità, raffinata e coltivata, brillava. Sostenitrice generosa e ispirata delle arti, la sua figura è ricordata positivamente da poeti come Pietro Bembo e Ariosto, testimoni della vera natura di una donna da troppo tempo maltratta- ta dalla storia. Oggi conosciamo l'immagine di una Lucrezia cru- dele e affamata di potere, come era stata costruita per decenni dai nemici della sua famiglia, che avevano intenzionalmente lascia- to fuori dal racconto la sua natura incline all'arte e pia (a Ferrara fu coinvolta in opere di carità con i Francescani), come il fatto che per la maggior parte della sua vita era stata utilizzata come pedina politica da parte di suo padre e di suo fratello Cesare. Morì nel 1519, a 39 anni, dopo un aborto spontaneo. LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA Lucrezia Borgia, bella e amante della cultura, fu donna buona e mecenate dell'arte, contrariamente alle credenze popolari