L'Italo-Americano

italoamericano-digital-11-16-2017

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www.italoamericano.org 13 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 16 NOVEMBRE 2017 V enezia all'apice del suo potere evoca immagini di mercan- ti, maschere di carnevale e dis- solutezza. Ma nonostante tutta la sua decadenza, la vita veneziana era governata da una democrazia ben consolidata con rigorosi standard di comportamento che tenevano insieme la società. Lo Stato autorizzava i cittadini a sorvegliarsi l'un l'altro e persino li incoraggiava a denunciare le condotte illegali attraverso una rete di bocche di leone o cassette postali. E malgrado queste suoni- no come un invito alle pugnalate alle spalle, alle calunnie e ai pet- tegolezzi malvagi, funzionavano bene. Ecco cosa dovete sapere prima di spedire la vostra accusa. Per comprendere il motivo per cui è iniziata questa pratica inusuale bisogna tornare indietro nella storia veneziana ad un par- ticolare uomo nato alla fine del 1200. Baiamonte Tiepolo apparteneva ad una delle famiglie più prestigiose di Venezia. Il suo bisnonno e il suo nonno erano stati entrambi Dogi, o presidenti, della città-stato lagunare. La sua famiglia occu- pava i più alti ranghi della vec- chia aristocrazia e lui stesso era sposato con una principessa. Ma Baiamonte non era felice. Non era d'accordo con il modo in cui il governo stava governando la città, così organizzò un colpo di stato per rovesciare il Doge Gradenigo nel 1310. Fortunatamente per il presi- dente, il complotto fu scoperto prima che lui venisse deposto. Purtroppo per Baiamonte, lui fu arrestato, accusato e, insieme ai suoi co-cospiratori, condannato. Seguì l'espulsione permanente da Venezia e la demolizione del palazzo di famiglia dei Tiepolo. Fu una pena dura che intendeva essere un avvertimento per chi- unque altro aspirasse alla rivo- luzione. E avrebbe portato diret- tamente alla fondazione delle bocche di leone. Dopo l'esilio di Tiepolo, la reazione della Repubblica fu rap- ida e decisa: fu immediatamente implementato un nuovo corpo dirigente della polizia segreta - il Consiglio dei Dieci o Consejo de i Diexe in veneziano - per sorvegliare le classi dominanti e proteggere il Doge dalle sorp- rese. I Dieci avevano un asso nella manica: le cassette postali delle nuove bocche di leone. Incastonate nelle mura degli edifici chiave della giustizia, negli edifici civici o nelle chiese di ogni sestiere della città, le bocche di leone sembravano cas- sette delle lettere decorate. Tipi- camente scolpite con i volti a bocca spalancata del leone sim- bolo di Venezia, le fessure erano destinate all'utilizzo da parte di cittadini e soggetti comuni. E i residenti nel 1300 le avrebbero viste comparire dappertutto visto che ogni quartiere ne aveva una. Ma questo non era un servizio postale, come io o voi pensiamo, in quanto non costava nulla imbucare la vostra lettera e non poteva che esserci una sola desti- nazione: il Consiglio dei Dieci. I residenti onesti, e pure quelli non perfetti, furono incoraggiati a portare all'attenzione dello Stato i fatti criminali, pericolosi per la salute, immorali o sovver- sivi scrivendo lettere al Con- siglio. Denunciare il cattivo com- portamento del vicino era a tutti gli effetti promosso. Ma chi- unque pensava di fare false accuse fu rapidamente dissuaso. Tutte le accuse dovevano essere firmate dall'accusatore, in parte perché alcuni reati compor- tavano una ricompensa per l'in- formatore e in parte perchè così la storia poteva essere verificata. Anche le denunce successive dovevano essere testimoniate. Comunque, c'era però una certa protezione per i delatori, poiché pochissime persone ave- vano accesso ai messaggi lasciati nelle cassette postali delle boc- che di leone. Per gli imputati un'accusa seg- reta poteva essere devastante. Sarebbero stati convocati e chia- mati a comparire davanti al Con- siglio seduto nella Sala del Con- siglio dei Dieci. I consiglieri avevano l'autorità di un tribunale statale e se le risposte non fos- sero state collaborative potevano impiegare tre inquisitori che uti- lizzavano poteri "alternativi" di coercizione. E se i sospettati sopravvive- vano agli inquisitori, si trova- vano faccia a faccia con il voto del Consiglio dei Dieci. La con- danna richiedeva una semplice maggioranza e la pena poteva essere severa. Alcuni furono abbastanza fortunati da essere solo esiliati dalla Repubblica, come il traditore Tiepolo, mentre altri furono condannati alla schi- avitù sulle galee fatte nel famoso cantiere navale dell'Arsenale di Venezia. L'imprigionamento aveva due opzioni, nessuna delle due piacevoli. Molti uomini erano destinati a camminare attraverso il Ponte dei Sospiri verso la pri- gione del canale. La prigione era umida, scura e regolarmente allagata, così poche persone sopravvissero alle loro sentenze. Ma l'alternativa non era molto meglio. I nobili, i sacerdoti e Giaco- mo Casanova ebbero il dubbio piacere dell'incarcerazione nei Piombi, una prigione nella soffit- ta del Palazzo Ducale stesso. Chiamata così per la lamiera di piombo che copriva il tetto, il soppalco non aveva isolamento in inverno e assorbiva ogni ulti- mo raggio del sole estivo, ren- dendo le celle amaramente fred- de o intollerabilmente calde. E proprio come la nuova prigione, i Piombi avevano una rep- utazione di impenetrabilità, tranne che per Casanova, che fu il primo e l'unico mai scappato, ma mai si seppe chi lo aveva accusato o di cosa, tale era la segretezza del processo della bocca dei leoni dei Dieci. Venezia ha anche usato la pena di morte, spezzando vite attraverso una serie di misure. Ma anche all'apice dei poteri del Consiglio, le esecuzioni non furono mai comuni, circa una dozzina all'anno. In verità, sebbene tutte le denunce ricevute tramite le cas- sette postali del leone veneziano venivano discusse e considerate con attenzione, si potevano comunque commettere errori. Nel 1507 il panettiere Pietro Faccioli fu erroneamente, alcuni direbbero svogliatamente, accusato di omicidio solo perché fu abbastanza sfortunato da trovare un corpo sulla via di casa sua. Non fu prima che la sua testa fosse separata dal suo corpo, tuttavia, che il vero assas- sino confessò. E da quel giorno la frase "Ricorda il povero inno- cente Fornaretto" doveva pre- cedere qualsiasi giudizio fatto dai Dieci come promemoria per votare giudiziosamente. E così fu fino alla caduta definitiva della Repubblica e alla dissoluzione del Consiglio da parte di Napoleone nel 1797. I Dieci avevano combattuto ogni suggerimento di rivoluzione, di corruzione o criminalità senza pietà e con fredda autorità attra- verso una rete di spie e denunce imbucate nelle loro uniche boc- che di leone per un totale di 487 anni condannando decine di uomini alla prigione, all'esilio o alla morte. La loro reputazione letale era l'arma perfetta contro la ribellione e, mentre non sapre- mo mai cosa sia stato scritto nella maggior parte delle lettere, una cosa è certa: la Repubblica veneziana non sarebbe durata così a lungo senza di loro. Quin- di chi vorreste denunciare e per- ché, vi viene da pensare, vero? La bocca della verità di Venezia Le bocche di leone sono incastonate nelle mura degli edifici chiave della giustizia, negli edifici civici o nelle chiese di ogni sestiere della città LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA

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