L'Italo-Americano

italoamericano-digital-11-30-2017

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GIOVEDÌ 30 NOVEMBRE 2017 www.italoamericano.org 25 L'Italo-Americano IN ITALIANO | LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA C a r i l e t t o r i , A l t r e n o t e d i n o v e m b r e con una connessione italiana per voi: Il V e t e r a n ' s D a y ( e x Armistice Day), celebrato all'i- nizio di questo mese, ci ricorda che l'11 novembre 1918 fu fir- mato l'accordo d'Armistizio e che le battaglie su tutti i campi di battaglia cessarono alle ore 11 e i cannoni della prima guerra mondiale tacquero dopo 4 lun- ghi anni. La "guerra per porre fine a tutte le guerre" fu final- mente conclusa e un anno dopo, nel 1919, il presidente Woodrow Wilson proclamò l'11 novembre quale Giorno dell'Armistizio per ricordare agli americani le trage- die della guerra. Nel 1938, il giorno divenne una festa federale e, nel 1954, il Congresso cambiò il nome in "Veterans Day" per onorare tutti i veterani degli Stati Uniti per- ché la prima guerra mondiale, "la guerra per porre fine a tutte le guerre" non lo aveva fatto, e c'erano state la Seconda guerra mondiale e altre. Nella seconda guerra mon- diale gli italoamericani erano il più grande gruppo di immigrati della nazione; erano anche il gruppo più numeroso delle forze a r m a t e . T u t t a v i a , g e n i t o r i e nonni furono costretti a trasferir- si dalle case dove avevano alle- vato coloro che ora servivano il loro Paese. L'impatto del coprifuoco e delle restrizioni aliene fu diffuso e apparentemente inaspettato da parte del governo. In posti come Monterey, Santa Cruz, Pittsbur- gh e San Francisco - gli italiani, molti dei quali residenti a lungo termine senza documenti di cit- tadinanza, costituivano la mag- gioranza dei pescatori, degli spazzini, dei ristoratori e dei custodi - le restrizioni crearono seri problemi di impiego e di rifornimento di cibo. E, in un momento in cui tutte le risorse umane e alimentari erano necessarie per lo sforzo bellico, molti uomini e donne dovettero abbandonare il lavoro perché si trovavano in zone vie- tate. Così, mentre un gran nume- ro di pescatori costieri non poté più pescare, il manifesto del governo, "Il pesce è cibo da combattimento ... ne abbiamo bisogno di più", incoraggiò gli americani ad aumentare il con- sumo di quello che le sue stesse politiche avevano reso scarso. *** Il Giorno del Ringraziamento è stato celebrato il quarto gio- vedì di novembre, così come è stato stabilito dal presidente Lincoln nel 1864. La consuetu- dine risaliva al Giorno del Rin- graziamento stabilito dai Padri pellegrini della Mayflower dopo il loro primo raccolto nel 1621 e s u c c e s s i v a m e n t e f u a d o t t a t o dalle varie Colonie e Stati. Il Ringraziamento è diventato una consuetudine americana consoli- data, sebbene l'osservanza devo- zionale dei primi tempi abbia lasciato ampio spazio agli sport, alle riunioni di famiglia e alle feste con tacchino arrosto, ripie- no, salsa di mirtilli e prosciutti cotti al miele. Non posso garantire il nume- ro di "paesani" che hanno parte- cipato alla originaria festa del R i n g r a z i a m e n t o d e l P o p o l o Indigeno, ma so, grazie alle r i c e r c h e f a t t e d a G i o v a n n i Schiavo e alla mia copia del 1 9 5 8 d e l s u o l i b r o " Q u a t t r o secoli di storia italoamericana", che c'erano molti italiani che vivevano nella Colonia della Virginia nei primi anni del 1600 e più di un milione che vivevano nelle altre 13 Colonie. N o n c ' è s o l o i l r u o l o d e i l a v o r a t o r i - i m m i g r a t i c h e f u importante. C'è anche il ruolo di leader pionieristici come padre Chino e fra Marco da Nizza nel Sud-ovest, Henry Tonti nella valle del Mississippi, Vigo negli Stati centro-settentrionali. E poi l'influenza degli italiani che non s o n o m a i v e n u t i i n A m e r i c a come Cesare Beccaria, ma il cui libro Dei delitti e delle pene era alla base della giurisprudenza nelle colonie. Ma per capire cosa è accaduto durante il perio- do coloniale, bisogna sapere che gli italiani andarono prima in Inghilterra e da lì giunsero nelle colonie come fece Filippo Maz- zei, che per molti aspetti fu un padre fondatore. Gli italiani combatterono nella Guerra di Rivoluzione e in effetti c'erano tre reggimenti sotto Rocham- beau composti per la maggior parte da italiani. Troviamo nomi che sono ita- liani, altri nomi che erano italia- ni ma furono modificati. All'e- poca, e in effetti durante tutto il periodo degli immigrati, l'orto- grafia era inaccurata. Persone diverse avrebbero scritto un n o m e i n m o d i d i v e r s i , p i ù o meno come suonava loro. Paca d i v e n n e P a c k e r . T a l i a f e r r o divenne Tolliver. O a volte l'im- migrato stesso semplificò il suo nome o forse è stato anglicizzato per lui. Caboto divenne Cabot. Rossi è diventato Ross. Clinton Vivion (o Vivian), azionista della Virginia Company, appar- teneva a una famiglia inglese di e s t r a z i o n e i t a l i a n a . H e n r y Fonda, padre di Jane Fonda, era ben consapevole dell'origine genovese della famiglia Fonda. Tra coloro che sbarcarono a Jamestown il 2 gennaio 1608, Edward Gargano era in lista come gentiluomo e fu chi aiutò a organizzare una delle pianta- gioni. Nel 1610 arrivò un altro "gentiluomo", Albiano Lupo, che era una persona intrapren- dente e ben presto dispose di p o r t a r e s e r v i n e l l a c o l o n i a . Aveva un diritto di 350 acri. Ad un certo punto, sei vetrai vene- ziani vennero portati a fondare vetrerie, ma l'impresa non ebbe successo. La vetreria e la Virgi- nia Company giunsero a com- pletamento all'incirca nello stes- s o p e r i o d o . R e G i a c o m o I nominò nuovi commissari per rilevarla, tra cui due inglesi di estrazione italiana: Edward Pal- lavicino e Sir Julius Caesar. È interessante notare che il più grande importatore di tabac- co della Virginia in tutta Europa è stato Philip Burlamachi. Può darsi che i sigari "Toscani" sotti- li e fragili siano stati sviluppati dal tabacco della Virginia. Il costante flusso italiano iniziò nel 1635 e, da allora in poi, possono essere rintracciati nei documenti catastali. Robert Taliaferro, originaria- mente veneziano ma poi inglese, arrivò in Virginia nel 1646 circa, con un considerevole capitale finanziario. Iniziò una dinastia che è stata rappresentata in molti incarichi pubblici compreso un distinto servizio militare. Italiani di convinzioni ugo- notte arrivarono durante le per- secuzioni religiose. In effetti, a un certo punto, ci furono così tanti italiani sulla sponda orien- tale, che le zone erano chiamate Rive d'Italia o Italia. Molti italia- ni intraprendenti ben presto pos- sedettero superfici considere- voli. Quando la Rivoluzione si svi- luppò, molti italiani servirono sia nella Milizia della Virginia che nell'esercito continentale, oltre a far parte delle forze fran- cesi. Carlo Bellini è stato nomina- to professore di lingue moderne presso il College of William and Mary, incarico che ha ricoperto per 24 anni. Fu il primo inse- gnante di italiano in un College americano. La presenza italiana in Virginia è solo una piccola parte del ruolo che gli italiani hanno svolto nella creazione del- l'America. *** America L'abbiamo scoperta. Le abbiamo dato il nome. L'abbiamo costruita e Continuiamo ad arricchirla ... *** L ' a m i c i z i a f a s e m b r a r e i tempi tristi più brevi e i tempi felici durano più a lungo. La bontà ha tre facce: amore, affetto e amicizia. Sii grato per ciò che hai; fini- rai per avere di più. Se ti concentri su ciò che non hai, non ne avrai mai abbastan- za.

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