L'Italo-Americano

italoamericano-digital-11-30-2017

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NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ GIOVEDÌ 30 NOVEMBRE 2017 www.italoamericano.org 3 L'Italo-Americano IN ITALIANO | U n film è un punto di vista sulla realtà. Un'inquadratura su una storia. La capa- cità di mettere a fuoco un problema, un evento, di rappresentare una realtà sociale, personale, psicologica. Anche inventare mondi paralleli e alter- nativi è una riflessione, uno sti- molo, una suggestione che indu- ce al confronto, alla valutazione, alla capacità di mettersi in discussione. E' la tessera di un mosaico, uno sfondo su cui collo- care una delle tante interpretazio- ni possibili ma anche un attento riflettore che accende l'attenzio- ne su situazioni e mondi ai mar- gini. In questo senso "A Ciambra" aiuta a comporre un puzzle, inse- risce un tassello solitamente mancante nel quadro italiano, assente soprattutto nella giganto- grafia dell'Italia promossa all'e- stero, sia nella sua versione ico- nica in bianco e nero dei più triti e classici stereotipi (pizza, man- dolini, mare, sole, cibo buono...) sia a colori, come è declinata tanto nella sua dolce vita (in stile Pane amore e fantasia), tanto nella sua spettacolare monumen- talità (come in La grande bellez- za). Il film descrive un territorio estremamente peculiare e la sua comunità, mette in luce uno spac- cato sociale denso di pregiudizi legato alla vita e alla cultura della minoranza etnica dei Rom, del loro rapporto conflittuale con la popolazione che condivide lo stesso spazio urbano. Rende popolare un quartiere calabrese sconosciuto ai più, volontaria- mente accantonato da molti. Descrive poi una famiglia e attraverso il suo microcosmo, offre uno spaccato del mondo più grande che ruota attorno. A sua volta, la storia di formazione del protagonista è una soggettiva stretta su uno scenario ben più vasto e complesso. Anche se la sceneggiatura è stata pensata e realizzata con un approccio documentaristico, ovvero sono state inserite scene ed esperienze di vita vissuta real- mente, né si dimentichi che i per- sonaggi del film interpretano loro stessi, è il racconto di un'espe- rienza. Una sola e una fra le tante possibili. "A Ciambra" è il film di Jonas Carpignano scelto per rappresen- tare l'Italia agli Oscar come miglior film straniero, dopo il riscontro ottenuto nella sezione Quinzaine des Réalisateurs all'ul- timo Festival di Cannes, e con la sponsorizzazione di Scorsese che ne è il produttore esecutivo. Al di là del film in sé, della sua trama, dello sguardo che offre e dei giudizi a cui espone il suo contenuto e i suoi personag- gi, presenta l'idea nuova di Italia che dovremmo avere. A partire da quella di italiano che oggi, se mai ce ne sia mai stata davvero una capace di assorbire in sé concetti di omoge- neità e uniformità, andrebbe rivi- sitata. Non solo perchè un cala- brese resta giustamente e orgogliosamente diverso da un friulano come lo sarà la sua terra, il suo paesaggio, il suo clima, ma perchè la commistione etnica e culturale è da tempo una realtà, un tempo molto più lungo di quello attuale a cui si attribuisco- no gli effetti della globalizzazio- ne. Le minoranze che abitano l'I- talia da secoli, e da secoli ne vivono la storia e la cultura pur conservando la propria, come fanno (restando all'esempio del film A Ciambra) i tanti popoli Rom, ne sono una testimonianza vitale. E' solo per pigrizia men- tale o convenienze o abitudine a vecchi schemi e categorie che non li si considera italiani. Al di là della questione giuri- dica, lo stesso si fa con i figli degli immigrati nati qui e cre- sciuti qui. Frequentano le stesse scuole e parlano la stessa lingua, con tanto di accento napoletano o romanesco, torinese o veneto, degli italiani nati da genitori ita- liani eppure restano "stranieri" fino al compimento dei 18 anni. Negli Stati Uniti, ius soli, pas- saporto e naturalizzazioni a parte, almeno si diventa italo- americani. In Italia si resta fore- stieri, cioè venuti da fuori. Il discorso, che resta stretta- mente collegato a quanto detto finora, finisce con un paio di appunti sull'identità del regista stesso. E' nato a New York da padre italiano e madre afroame- Riflettere sull'identità italiana che cambia attraverso il cinema ricana originaria delle Barbados. E' cresciuto tra New York e Roma, ha vissuto a lungo a Gioia Tauro, in terra di Calabria, la stessa terra che racconta con il suo cinema. Carpignano porta con sé più identità culturali che lo rendono anche più predisposto ad accogliere le differenze cultu- rali e sociali senza substrati nè troppe sovrastrutture. Più capace di raccontare la diversità di una comunità di quanto il pubblico italiano non sia capace di legge- re, senza un eccesso di pregiudizi e stereotipi, il suo film. In fondo con i suoi due film, Mediterranea e A Ciambra, ha raccontato quella mediterraneità di cui facciamo parte ma da cui prendiamo anche le distanze, con occhi più disincantati dei nostri, forse grazie alla sua americanità. Ma è anche l'idea stessa di italoamericano che andrebbe aggiornata, liberata dai luoghi comuni, da quelle immagini ormai invecchiate che non ritrag- gono più gli stessi americani con genitori, nonni o bisnonni arriva- ti da qualche paese della nostra penisola.

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