L'Italo-Americano

italoamericano-digital-1-11-2018

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/924119

Contents of this Issue

Navigation

Page 16 of 39

www.italoamericano.org 17 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 11 GENNAIO 2018 L a sua classica facciata in pietra bianca, che b r i l l a n e l s o l e d e l pomeriggio, è uno dei luoghi più fotografati di Venezia. Eppure pochi sanno come si chiama e meno ancora fanno il viaggio di 5 minuti in vaporetto da San Marco attraver- so l'acqua per studiare da vicino la sua architettura mozzafiato, l'arte e la storia. Per non parlare di salire sul campanile per gode- re della bellezza della città dal tetto. Se avete un paio d'ore di scorta, ecco alcuni buoni motivi per visitare l'isola di San Giorgio Maggiore, conosciuta dai locali come San Zorzi Mazor. Per un'isola di soli 10 ettari, all'incirca la dimensione di dieci c a m p i s p o r t i v i , S a n G i o r g i o Maggiore racchiude una potenza architettonica. Ospita un antico monastero che risale al 982 d.C., un classi- co campanile grattacielo del 1576 e probabilmente alcuni dei più bei chiostri di Venezia. Ma d i g r a n l u n g a , l ' e d i f i c i o p i ù imponente dell'isola è la Basilica di San Giorgio Maggiore con le sue doppie colonne corinzie e i piedistalli con statue. La basilica è uno degli edifici più eleganti di Venezia con una magnifica ambientazione al cen- tro del Bacino di San Marco di fronte al Palazzo Ducale; una posizione privilegiata come una delle prime attrazioni visibili ai viaggiatori che si avvicinano dal mare. La sua facciata in pietra ricorda l'antica architettura del tempio greco e romano. E il suo stile sarebbe diventato il model- lo di riferimento per le case con portico dei turisti britannici del Grand Tour del 1700 e del 1800. Ma quando fu fondata la chiesa, la prima che il suo architetto, uno scalpellino di Padova, aves- se mai progettato da solo, questa divenne un nuovo punto di par- tenza per il design veneziano. Il disegnatore era Andrea Di Pietro della Gondola, più tardi noto come Andrea Palladio, che si era fatto un nome come pro- gettista di ritiri di campagna di ispirazione classica per ricchi aristocratici e mercanti locali. Era appena arrivato a Vene- z i a q u a n d o f u i n c a r i c a t o d i apportare alcuni miglioramenti a un semplice refettorio per la pic- c o l a c o m u n i t à i n s u l a r e d e i monaci benedettini nel 1560. E i fratelli dovevano essere contenti del risultato, adeguatamente monastico, se commissionarono al Palladio di preparare un pro- getto per la loro nuova chiesa con lavori che sarebbero iniziati nel 1566. Ciò che il Palladio di mezza età produsse, fu uno degli edifici più influenti dal punto di vista architettonico a Venezia. Il suo genio fu quello di combinare l'e- sterno di un antico tempio paga- no con un interno cristiano alto e luminoso che rievocava le fine- stre delle terme romane di Cara- calla. Il risultato era uno spazio contemplativo sublimemente grazioso con proporzioni classi- che e antiche mai viste per seco- li che, rinvigorite dal Palladio, avrebbero dato forma al design architettonico per i secoli a veni- r e , d a l l ' E u r o p a a l l ' A m e r i c a all'Asia. Ma l'Isola di San Giorgio Maggiore non ha solo ispirato Palladio, fissando il suo posto nella storia dell'architettura nel corso dei secoli. Ha anche ispi- rato pittori e artisti, alcuni dei cui lavori sono ancora visibili in situ e meritano una visita. Su entrambi i lati della porta centra- le si trovano statue di San Gior- gio e Santo Stefano, ma passati attraverso l'epica facciata nell'a- riosa spaziosità della basilica, si entra in una luminosa galleria di arte sacra. Dalla balaustra dell'altare si possono ammirare due enormi dipinti, l'Ultima Cena, dipinta nel 1592, e La raccolta della manna, del locale maestro rina- scimentale Tintoretto. La sua Sepoltura di Cristo decora anche il muro della Cappella dei Morti. E Sebastiano Ricci, della scuola b a r o c c a d i V e n e z i a , c r e ò l a Madonna in trono con santi, pro- b a b i l m e n t e u n o d e i m i g l i o r i GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO pezzi della basilica. Per non par- lare dei pezzi di Palma Giovane e Jacopo e Leandro Bassano. Purtroppo, però, l'energico capolavoro di Vittore Carpaccio, San Giorgio e il Drago, da cui prende il nome la basilica, è conservato nella Sala del Con- clave che di solito è chiusa al pubblico. E la Festa alle Nozze di Cana di Paolo Veronese, tra- fugata dal refettorio da Napoleo- ne, non è ancora stata restituita, quindi dovrete accontentarvi di una fotografia del lavoro sbalor- ditivo sulla parete dove la tela dovrebbe essere appesa. Ma San Giorgio Maggiore n o n o s p i t a s o l o a r t e a n t i c a , funge regolarmente da sede per l'arte contemporanea della Bien- nale di Venezia in una meravi- gliosa giustapposizione di vec- c h i o e n u o v o . S e a n d a t e nell'isola per nient'altro, control- late sempre l'area della galleria nella basilica, lungo la passeg- giata, nel monastero e nei vecchi magazzini sul retro. L'edificio del monastero è sopravvissuto per oltre un mil- l e n n i o , s e b b e n e n o n s e m p r e come dimora di fedeli visto che Napoleone lo trasformò in una caserma militare quando conqui- stò Venezia nel 1797. Per fortu- na, la famiglia Cini ha trascorso gli ultimi sessant'anni a riportare alla loro precedente bellezza il monastero, la biblioteca Lon- ghena, i suoi chiostri palladiani e i gloriosi giardini ornamentali, in onore del loro figlio, Giorgio, scomparso in un incidente. E o g g i p o s s i a m o r i v i s i t a r e l o splendore complessivo grazie a regolari tour pubblici e a concer- ti di musica. Infine, un ultimo motivo per prendere il vaporetto fino a San Giorgio Maggiore: le viste spet- tacolari. Da terra si ha una vista pano- ramica del bacino di San Marco che pochi vedono. L'orizzonte si estende dall'isola della Giudec- ca, sede della seconda chiesa del Palladio, Il Redentore, oltre l'i- conica cupola della Salute e l'in- gresso al Canal Grande, intorno a P i a z z a S a n M a r c o . S p a z i a lungo la passeggiata della Riva degli Schiavoni, oltre il parco di Sant'Elena e verso il Lido, dove la laguna si apre verso l'Adriati- co. Per chi ama Venezia, la vista verso il glorioso palazzo rosa pallido del Doge è emozionante. Ma salite o prendete l'ascensore fino alla cima del campanile e avrete una vista assolutamente incomparabile su Palazzo Duca- le, la Basilica di San Marco, l'in- tera città e verso le Alpi e le Dolomiti da un lato e il Mare Adriatico dall'altro. Tutto senza le folle di San Marco. Incompa- rabile. Quindi, la prossima volta che sarete a Venezia, perché non sal- tare sul vaporetto numero 2 da San Zaccaria e fare quella tra- versata di 5 minuti. Troverete arte, architettura e panorami m o z z a f i a t o , p e r n o n p a r l a r e della pace, della tranquillità e dello spazio senza folla per con- templare la bellezza di Venezia. E dopo pochi minuti capirete perché i Benedettini ne hanno fatto la loro dimora e perché il lavoro del Palladio lo ha reso l'architetto più influente del mondo. Andiamo! L'isola di San Giorgio Maggiore è stata ispirazione per Palladio e molti altri artisti, inclusi Tintoretto e Sebastiano Ricci San Giorgio Maggiore: gemma insulare di Venezia

Articles in this issue

Links on this page

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-1-11-2018