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GIOVEDÌ 25 GENNAIO 2018 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | 19 L'Italia segreta: viaggio attraverso il misterioso e l'ignoto della penisola. Parte seconda: il Centro I l Nord ci ha portato storie di draghi e tesori misteriosi ma, spostandosi verso la capitale del paese, le cose non diventano meno inter- essanti. Ecco Firenze, con il suo inquietante stemma di Via Pani- cale, poi Carbognano, vicino a Viterbo - un tempo dimora dei Papi - e il castello dove Giulia F a r n e s e , b e l l a e m i s t e r i o s a amante di Alessandro VI Bor- gia, trascorse i suoi giorni più felici. È tempo di iniziare la sec- onda tappa del nostro viaggio. Firenze: lo stemma di Via Panicale Se siete in giro per Firenze e avete un po' di tempo libero, dovreste fare una passeggiata fino all'ex convento di Sant'Or- sola, in via Panicale. Costruito agli inizi del 14° secolo come appendice della vicina Basilica di San Lorenzo, il convento fu sede, tra il 1327 e il 1435, di monache benedettine. Tenete presente, per capire meglio la nostra storia, che San Benedetto da Norcia, patrono d'Europa e f o n d a t o r e d e l m o n a c h e s i m o occidentale, è anche il santo pro- tettore degli esorcisti e che la medaglia con la sua effige con- tiene parole che appartengono a un vecchio rito di esorcismo, come testimoniato da un mano- scritto del 14° secolo. Ricordate, quindi, Benedetto, m a t o r n a t e c o n i p e n s i e r i a Firenze e al convento in Via Panicale. Proprio sopra la porta, considerata una volta l'ingresso principale, è ancora visibile uno stemma particolare: rotondo, diviso in due sezioni verticali, una croce benedettina in ciascu- na. Raddoppiare un simbolo, di solito, significa volerlo rendere doppiamente potente, e la forma rotonda del nostro stemma prob- abilmente allude al fatto che le donne vivessero nell'edificio, essendo il cerchio un simbolo d e l f e m m i n i l e e d e l l a p r o - tezione. Nella sua parte superi- ore, sono incise le lettere I e N: sono al di sopra di tutta l'effigie, poiché servono per entrambi i lati. Agli angoli della prima c r o c e , l e g g i a m o S - C - R - D , a quelli della seconda C-O-I-A. Piuttosto misterioso, pensate. Bene, non così tanto. Le lettere insieme rappresentano una frase l a t i n a d a l s i g n i f i c a t o i n c o n - fondibile: In Nomine Sanctae Crucis Rejecta Daemonium, "In nome della Santa Croce respingi Satana", e In Nomine Crucis Observationis Induce Amorem, che si traduce in: "In nome del r i s p e t t o p e r l a C r o c e p o r t a Amore". È, semplicemente, un invito a rinunciare al Male e ad abbracciare il Bene: un esorcis- mo. Posizionare tale simbolo all'ingresso di un luogo santo non è così strano come potrebbe sembrare, soprattutto se si con- sidera il periodo storico in cui fu costruito il convento. L'inizio del XIV secolo corrisponde al periodo in cui i Templari furono perseguitati e infine cancellati c o m e O r d i n e d a l P a p a , c h e temeva fossero diventati adora- tori del diavolo. Dato che ce n'erano molti in giro, non è strano pensare che le persone religiose di quegli anni avessero più paura del solito di i n c o n t r a r e l e i n f l u e n z e d i a - boliche che le circondavano, il c h e s p i e g a l a s c e l t a d i p r o - teggerne un edificio e la sua comunità attraverso un esorcis- mo perennemente inciso nella pietra. Affascinante, spirituale e storico allo stesso tempo, pro- prio come tanti altri "misteri" d'Italia. Il Castello di Carbognano e Giulia Farnese Giulia Farnese è un person- aggio misterioso della storia italiana: per secoli si è creduto che di lei non esistesse alcun ritratto, sebbene si dicesse, tra i suoi contemporanei, che fosse la più bella delle donne. Questa parte del mistero si è però svela- ta, poiché sembra che sia stata, in effetti, fonte d'ispirazione per più di una famosa opera d'arte, t r a c u i l a " D a m a c o n l ' U n i - corno" di Luca Longhi, la "Gio- vane donna con Unicorno" di R a f f a e l l o e , m o l t o p r o b a b i l - mente, una delle Madonne di P i n t u r i c c h i o , r e c e n t e m e n t e esposta ai Musei Capitolini di Roma. In effetti, che Pinturic- chio fra tutti gli artisti sapesse c h e a s p e t t o a v e s s e n o n s o r - p r e n d e , c o n s i d e r a n d o i s u o i legami con la famiglia Borgia e il fatto che Giulia, appena ado- lescente, era diventata una delle tante amanti di Papa Alessandro VI. Se il mistero che circonda il suo aspetto non è sufficiente per tenerci tutti in punta di piedi, a n c h e i l l u o g o d e l l a s u a sepoltura è sconosciuto. E c'è di più, come dimostrano le stanze di Palazzo Farnese a Carbog- nano. Giulia lo aveva scelto per trascorrere gli anni meno turbo- l e n t i d e l l a s u a v i t a e , c o m e avrebbe fatto qualsiasi donna rispettosa, aveva preparato il luogo quando vi si spostò. Tra le sue aggiunte, molti begli affres- chi, alcuni più strani di altri, simboli che ancora oggi lasciano gli storici dell'arte sconcertati. G i u l i a , c o m e t u t t a l a s u a famiglia, infatti, amava gli Uni- corni, un'immagine ricorrente nell'iconografia della famiglia Farnese. Tuttavia le ragioni reali d i e t r o a l l a s c e l t a s o n o sconosciute e lasciano adito a speculazioni. La Fenice è un'al- tra figura iconica rappresentata i n g r a n p a r t e s u l l e m u r a d e l c a s t e l l o , s i m b o l o u n i v e r s a l e d e l l a c a p a c i t à d e l l ' u o m o d i rinascere dalle sue stesse ceneri. E poi, una donna, forse Giulia stessa, che cammina su una tar- taruga e due grandi maschere che si trasformano in immagini floreali che poi diventano Uni- corni. Un intricato viaggio attra- verso il simbolismo rinascimen- tale, che potrebbe nascondere altri segreti su una donna che ha fatto del proprio mistero la vera essenza della sua eterna popolar- ità. Mentre viaggiamo attraverso le regioni centrali dell'Italia, però, come non fermarci, anche se solo per una notte, a Roma, magnifica ed eterna. In effetti, a n c h e q u i , a l c u n i m i s t e r i c i attendono. Mentre fate un giro, andate in Piazza Vittorio e cercate, circon- data dal verde, la Porta Alchem- i c a , c o n o s c i u t a a n c h e c o m e Porta Magica, o Porta Ermetica o , a p p u n t o , P o r t a d e i C i e l i . Costruita tra il 1655 e il 1680, è l'unica porta rimasta di Villa Palombara, un tempo residenza di Massimiliano Savelli Palom- bara, marchese di Pietraforte. Circondata da simboli alchemici e custodita da due statue dal- l'aspetto particolare, si credeva che la porta avesse permesso a l l ' a l c h i m i s t a F r a n c e s c o Giuseppe Borri di scomparire in un'altra dimensione. I simboli incisi tutt'intorno alla porta, voluti dallo stesso Palombara, sono da alcuni ritenuti correlati al misterioso Voynich Manu- script, un codice del XV secolo scritto in un codice ancora inde- cifrato. Ora, se questo non è misterioso, davvero non so che cosa potrebbe esserlo! La Porta Alchemica, conosciuta anche come Porta Magica, o Porta Ermetica LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA