L'Italo-Americano

italoamericano-digital-1-25-2018

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GIOVEDÌ 25 GENNAIO 2018 www.italoamericano.org 7 L'Italo-Americano IN ITALIANO | O ggi, mentre cammi- ni per le viuzze sec- olari di Firenze, lungo i ponti e nelle piazze, o dentro le sue chiese e i suoi palazzi, è quasi impossibile non pensare a tutta la storia e alle storie che si sono intrecciate qui nella Città del Rinascimento. Ma se fossi andato a fare una passeggiata per Firenze solo un secolo e mezzo fa, avresti trovato una città completamente diversa, circondata da mura e piena di radure, frutteti e giardini. Non molti turisti sanno che - nel periodo in cui Firenze divenne capitale del Regno d'Italia tra il 1865 e il 1871 - la città subì una massiccia riqualificazione urbana che doveva allinearla al suo nuovo ruolo: di conseguenza, alcuni importanti punti di riferi- mento furono distrutti, ne furono eretti di nuovi e il volto della città cambiò drasticamente. Fortunata- mente, ci sono ancora alcune importanti tracce della Firenze di allora: scopriamole insieme! A partire dalla metà del 1860 e proseguendo fino al 1890, il periodo di cambiamenti senza precedenti a cui abbiamo appena fatto riferimento è noto nella sto- ria della città con il nome di Risanamento di Firenze, cioè "recupero" o "rigenerazione". Fino a quel momento la struttura medievale di Firenze era in qualche modo riuscita a sopravvi- vere praticamente intatta: tut- tavia, nel 1865 divenne presto chiaro che l'antico tessuto urbano della città era decisamente inadat- to a fungere da capitale di una nazione moderna. L'arduo e onorevole compito di reinventar- lo e ridefinirlo fu affidato all'ar- chitetto Giuseppe Poggi, il cui piano completo per il recupero di Firenze - basato sulla struttura di altre capitali europee, in partico- lare Vienna e Parigi - era destina- to a mantenere la città toscana al passo con i tempi. Per quanto sia difficile da credere, però, c'è stato anche un lato oscuro di questa riqualificazione. Il primo imperativo di quello che divenne noto come Piano Poggi fu quello di dotare Firenze di una serie di larghi viali alberati che abbracciavano l'intero centro storico, allo stesso modo dei "Grands Boulevards" della capi- tale francese. Ma anche se queste nuove strade, chiamate Viali di Circonvallazione, si sono dimostrate utili per i sistemi di gestione del traffico della città - e lo sono ancora oggi - il prezzo da pagare per la loro costruzione è stato incredibilmente alto. Di fatto, ha comportato la demolizione completa delle antiche mura di Firenze a nord del fiume Arno, davvero un'enorme perdita per il nostro patrimonio artistico. Fortunata- mente per noi, le porte della città non sono state solo risparmiate da quel destino, ma sono state rac- chiuse nelle piazze di nuovo stile: per esempio, ci sono ancora Porta alla Croce in Piazza Beccaria e Porta San Gallo in Piazza della Libertà, dove si trova il notevole arco di trionfo dei Lorena del XVIII secolo. Lo stesso vale per il Cimitero degli Inglesi di forma ovale, che è stato incluso nel nuovo Piazzale Donatello, men- tre alcune delle antiche torri di Firenze sono state lasciate al loro posto: in particolare Torre della Serpe in Viale Fratelli Rosselli e Torre della Zecca in Viale Gio- vane Italia. Oggi, la più importante strut- tura sopravvissuta delle antiche mura settentrionali è senza dub- bio la maestosa Fortezza da Basso (o Fortezza di San Giovan- ni Battista). Tuttavia, il modo migliore per avere un'idea chiara di come poteva essere stata la città murata è probabilmente fare una passeggiata nel quartiere di Oltrarno e andare fino a Porta Romana, la porta più a sud. Come si può notare percorrendo Viale Petrarca, o - ancora meglio - la Via di Belvedere accanto al Giardino di Boboli e al Forte di Belvedere, il Piano Poggi non ha interessato la maggior parte delle mura meridionali, ancora lì in tutto il loro splendore. Di contro, l'architetto ha fatto nuovi viali che correvano lungo le mura fino a Porta Romana, dopo di che i cosiddetti Viali dei Colli risalgo- no le colline verso San Niccolò in un percorso panoramico che comprende il capolavoro assoluto di Poggi, l'iconico Piazzale Michelangelo. Da qui, come è noto, si ha la migliore vista panoramica di Firenze, ma anche quella delle mura che sono sopravvissute! Inutile dire che c'è di più nel nostro tour della Firenze perduta dei suoi bastioni: un'altra perdita importante in quegli anni fu quel- la del Mercato Vecchio. Per sco- prire cosa ne è rimasto bisogna andare nell'odierna Piazza della Repubblica, dove un'iscrizione collocata proprio sopra i portici e l'arco di trionfo dell'Ottocento ci dice come "l'antico centro della città da secolare squallore a nuova vita restituito". Sfortunata- mente, il restauro non incluse solo la rimozione degli squallidi edifici del vecchio ghetto, ma finì per distruggere o spostare la fon- dazione medievale e romana della piazza: la Loggia del Pesce di Giorgio Vasari, in particolare, fu smantellata e in seguito trasferita in Piazza dei Ciompi, mentre la Colonna dell'Abbondanza fu rimossa e poi riposizionata qui nel 1956 come unica superstite della piazza del vecchio mercato. Dovremmo citare almeno altre due delle molte altre modifiche architettoniche di Firenze avvenute in quegli anni. Prima di tutto, la Cattedrale di Santa Maria del Fiore - la cui facciata era rimasta incompiuta per diversi secoli - fu finalmente completata come la vediamo oggi secondo un nuovo progetto di Emilio De Fab- ris. Inoltre, una delle piazze più importanti della città, Piazza Santa Croce, fu dotata del famoso Monumento a Dante Alighieri di Enrico Pazzi che ora si trova pro- prio accanto alla chiesa. Anche se la nostra attuale Firenze potrebbe non essere la stessa dei tempi di Dante, tutto sommato si scopre che - qualunque siano i cambiamenti, le perdite, i guadagni - la Città del Rinascimento ha senza dubbio mantenuto il suo splendore. Per Alla ricerca della Firenze perduta, quella parte della città che non esiste più quanto riguarda il desiderio di tutti di saperne di più sul passato della città, il fatto che - fino a pochi anni fa - ci fosse persino un Museo di Firenze com'era, la dice lunga. Piazza Santa Croce, Firenze LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA

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