L'Italo-Americano

italoamericano-digital-1-25-2018

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GIOVEDÌ 25 GENNAIO 2018 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Da Malibù ad Ascoli Satriano: i monumentali Grifoni svelano la preziosità di Herdonia e dell'antica Daunia È un'esperienza affasci- nante percorrere le strade dell'antica Dau- nia, territorio che corri- sponde oggi alla provin- cia di Foggia, in Puglia, ricchissimo di tracce e di reperti storico-archeo- logici, che possiamo incontrare ad ogni angolo. Ve ne proponiamo al- cuni esempi. L'antica città romana di Herdonia, scoperta su una collina a sud-ovest dell'attuale cittadina di Ordona nel 1962 dall'archeolo- go Joseph Mertens, è detta "la Pompei della Puglia". Due importanti battaglie sono state combattute qui durante la seconda guerra punica nel 212 e 210 a.C. Herdonia raggiunse il massimo splendore in età imperia- le, grazie alla vicinanza con l'im- portante Via Traiana. Sopravvissuta al periodo delle invasioni barbariche, ospitò uno dei castelli di Federico di Svevia nel Duecento. In età tardomedie- vale subì un progressivo spopola- mento e fu abbandonata definiti- vamente attorno al XIV-XV seco- lo. Il reinsediamento cominciò tra il XVII e XVIII secolo, in una zona vicina al sito dell'antica città. Nacque prima un'azienda agricola di Gesuiti, e successivamente sorse uno dei nuovi cinque reali siti colonici, voluti nel XVIII secolo da re Ferdinando IV di Borbone per ripopolare e riquali- ficare l'area agricola del tavoliere meridionale. Gli scavi archeologici hanno portato alla luce elementi signifi- cativi dell'antico insediamento: le mura perimetrali e, sul lato ovest, i resti della porta principale fian- cheggiata da torri quadrate, con rivestimenti in reticolato. Nella zona centrale si trovano un com- plesso di costruzioni in laterizio e reticolato, i resti di due templi, una basilica, del foro, di un mer- cato circolare e delle terme men- tre. A nord est si trovano resti di un piccolo anfiteatro. All'esterno delle mura si estende una vasta necropoli in cui sono stati rinve- nuti vari esempi di ceramica dauna conservati nei musei di Foggia, Bari e Taranto. Nel 2000 gli scavi sono stati interrotti in seguito a un conten- zioso tra il Ministero dei Beni Culturali e i proprietari dei terreni su cui sorge l'antica Herdonia. Nel 2014 il Ministero è riuscito ad acquisire parte della proprietà e tutt'oggi sta cercando di acquisire il resto del terreno per continuare gli scavi. Per far sì che il luogo non cada nell'oblio un'associazione locale si occupa di organizzare nel sito rievocazioni in costume ed eventi teatrali, con artisti del calibro di Michele Placido, che è originario di queste zone. Ad oggi l'incuria e l'abbandono stanno gravemente danneggiando i ritrovamenti: la vegetazione si è riappropriata del luogo e gli affreschi che erano stati restaurati hanno bisogno di nuovi interventi. Per questo moti- vo la cittadinanza si sta mobilitan- do, nella speranza di sbloccare la situazione e di poter creare un Parco Archeologico dell'antica città di Herdonia. Imperdibile, a pochi km di distanza, la visita allo straordina- rio complesso di marmi policromi detto "Grifoni di Ascoli Satriano" esposto nel Museo Civico- Diocesano del paese, costituito da un sostegno per mensa (trape- zophoros) con due grifi che azzannano un cervo, da un bacino rituale, al cui interno è raffigurata la scena del trasporto delle armi che Efesto ha forgiato per Achille su richiesta della madre Teti, da una coppia di mensole, da un grande cratere marmoreo che non solo conserva tracce di policro- mia, ma anche l'impronta in negativo di una decorazione in oro che è stata riconosciuta come motivo vegetale a foglie d'edera e due vasi da mensa per versare. L'eccezionalità di questi manu- fatti è dovuta alla vivace decora- zione policroma, l'alta qualità del marmo (è quello cristallino e tra- sparente scavato in galleria nell'i- sola di Paro che i Greci riservava- no ai capolavori della scultura), la presenza della decorazione pitto- rica, così rara nei marmi giunti fino a noi e, soprattutto, la storia del ritrovamento di questi pezzi. Il trapezophoros (325 – 300 a.C.) è parte integrante del corre- do funerario di una tomba mace- done, unico esempio di gruppo marmoreo, la cui qualità e la cui decorazione pittorica sono state risparmiate dal tempo e dalle odissee che l'hanno caratterizzato in tutti questi secoli. È una storia molto travagliata: negli anni '70 furono effettuati scavi clandestini da tombaroli locali nella zona di Ascoli Satriano e i reperti furono subito smembrati. Alcuni di essi furono sequestrati dalla Guardia di Finanza e conservati in casse nei magazzini della Soprintendenza a Foggia, dove se ne persero le trac- ce, in attesa del processo. Altri pezzi, i più pregiati, come il trapezophoros, furono venduti dai tombaroli ad un famoso mer- cante d'arte, Giacomo Medici. I pezzi finirono, per il tramite del noto trafficante internazionale R. Symes, nella collezione di M. Tempelsman, magnate di miniere e mercante di diamanti belga- americano. Poi lo straordinario oggetto del IV sec. a.C. fu vendu- to al J. Paul Getty Museum di Malibu in California e il curatore della sezione di arte antica venne a conoscenza nel 1985 della pro- venienza illegale degli oggetti acquistati da Tempelsman dallo stesso Medici. Intanto uno dei tombaroli, Savino Berardi, gravemente ammalato, poco prima di morire, nel 2002, indicò ai Carabinieri il sito di provenienza nel territorio di Ascoli Satriano, cosa che con- sentì ai militari di riportare i Grifoni in Italia. I carabinieri avviarono una complessa indagi- ne e scoprirono una cassa di mate- riali sequestrati, a nome Berardi, con 19 pezzi di marmo. Nel giu- gno 2010, il Ministero ha autoriz- zato il 'ritorno a casa' dei Grifoni, oggi il simbolo di Ascoli Satriano. Lucera presenta uno stupendo museo, allestito nel palazzo Nicastri, in quella parte della città dove meglio si conserva l'impian- to a vie ortogonali della colonia romana. Esso illustra egregiamen- te la storia della città in età roma- na e medievale e raccoglie copio- so materiale archeologico, come il mosaico pavimentale del I seco- lo e le monete, spesso esemplari assai rari, coniate durante l'impe- ro; il vasellame duecentesco atte- sta le importazioni dall'Oriente effettuate dai saraceni di Federico II. Infine, non si può lasciare il territorio foggiano senza aver visi- tato il delizioso paese di Rocchetta Sant'Antonio, perla della Daunia, premiata con la Bandiera Arancione, il cui simbo- lo è il castello cinquecentesco voluto da Ladislao D'Aquino, dall'originale forma che ricorda la prua di una nave, impreziosito dalla torre e da ingegnosi sistemi di difesa. La fortezza si slancia sul centro antico dall'alto del quale si vedono i territori di altre due pro- vince: Potenza in Basilicata e Avellino in Campania. Salendo attraverso un pittore- sco dedalo di viuzze lastricate in pietra, si raggiunge la settecente- sca Chiesa Matrice, scrigno di opere di indiscusso valore, come le tele di Scognamiglio, Giaquinto e Brudaglio. Dal centro si dirama la rete sentieristica che conduce alle zone rurali, tra resti archeolo- gici, chiese e conventi rupestri, come l'Abbazia di Santa Maria in Giuncarico, immersa nel Bosco dell'Annunziata, i ruderi di un'an- tica caserma romana trasformata poi in chiesa e aree ricche di flora e fauna, nei dintorni del Fiume Ofanto. Il paese ha purtroppo conosciuto una forte emigrazione e ora molte case risultano abban- donate. Alcuni proprietari sono disposti a cederle gratuitamente a chi è interessato. Per informazioni basta rivolgersi al Comune. FABRIZIO DEL BIMBO La preziosa scultura in marmo policromo (IV sec. a.C.) dei Grifoni rinvenuta in una tomba dell'élite principesca dauna di Ascoli Satriano

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