L'Italo-Americano

italoamericano-digital-1-25-2018

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GIOVEDÌ 25 GENNAIO 2018 www.italoamericano.org 9 L'Italo-Americano IN ITALIANO | Q uesta è la storia di u n p i a t t o l a c u i origine è radicata nell'eredità della g e n t e e n e l l a tradizione centenaria. È la storia di un piatto nato per essere raro e prezioso, perché preparato solo ed esclusivamente per onorare la sacra adorazione di un santo. È anche la storia di una famiglia e di come è finora riuscita a man- tenere vivo uno speciale fram- mento di arte culinaria, tutta da sola. Ed infine è, speriamo, la sto- ria di come lo sforzo odierno di proteggere il nostro patrimonio culturale, anche in cucina, possa salvare questo piatto dallo scom- parire per sempre. L'ultima paro- la su questo, tuttavia, deve anco- ra essere scritta. Su Filindeu – letteralmente, i fili di Dio - ricordano da vicino, per aspetto e colore, un altro gioiello della tradizione sarda, il bisso, quella trasparente, fragile, seta di mare così straordinaria e preziosa da essere usata solo per confezionare abiti per i Papi e i re: il colore delle conchiglie scolorite, la loro trama regolare e delicata, entrambi sono fragili e fatti da mani sapienti, oggi preziose come il prodotto che creano. In effetti, ci sono solo t r e d o n n e , t u t t e n e l l ' a r e a d i Nuoro, che sono in grado di fare Su Filindeu e appartengono tutte alla famiglia Abraini: perché, chiederete? Perché è all'interno di questa famiglia che, per più di 300 anni, l'arte di creare i fili di Dio è stata esclusivamente cus- todita, amata e protetta, trasmes- sa da madre in figlia fino ai nos- tri tempi. Vedete, Su Filindeu non è mai stata una pasta ordinaria e la sua storia è affascinante come ci si aspetterebbe. Tutto è iniziato nella piccola città di Lula, che per secoli ha celebrato il suo santo patrono, Francesco, due volte l'anno, in ottobre e mag- gio. In entrambe le occasioni, i fedeli si imbarcano in un pelle- grinaggio di 33 km da Nuoro a Lula, un modo per pregare e riflettere come in passato e sulla festa stessa: è in questo contesto che è nato Su Filindeu, un piatto da offrire ai pellegrini una volta c h e a v e v a n o r a g g i u n t o L u l a dopo 8 ore di viaggio attraverso le colline. Erano serviti, e lo sono ancora oggi, in un brodo di pecora, conditi con formaggio pecorino sardo, una ricompensa terrena dopo tanto desiderio spirituale. Ma ciò che rende il Su Filin- deu così speciale non è soltanto il fatto che vengono mangiati solo due volte l'anno, ma anche quanto siano difficili da fare: partendo da un semplice mix di acqua, farina e sale, l'impasto v i e n e i m p a s t a t o , d i v i s o i n sezioni e arrotolato in cilindri che vengono poi tirati e piegati molte volte, fino a quando non vengono trasformati in 256 fili di circa la metà della larghezza dei capelli d'angelo. L'intero processo non è solo f a t i c o s a m e n t e l u n g o : p u ò richiedere fino a un mese di lavoro a tempo pieno per pro- durre circa 100 libbre di pasta, ma anche incredibilmente diffi- cile. A dirlo è Paola Abraini, una delle sole tre donne ancora in grado di fare il Su Filindeu da zero, che è responsabile della maggior parte della loro pro- duzione; è diventata, negli ulti- mi anni, una celebrità, special- mente dopo che Jamie Oliver è andata a farle visita nel tentativo di imparare la sua arte. Senza successo. Seguendo le avventure d i J a m i e , l a B B C F o o d s i è interessata a lei e l'ha resa un V I P t r a i b u o n g u s t a i i n t e r - n a z i o n a l i . A l l a g i o r n a l i s t a inglese Eliot Stein, ha dichiarato che il segreto per fare perfetti Su Filindeu è "capire l'impasto con le mani", un processo che può richiedere anni prima di essere padroneggiato, un "gioco con le mani, ma una volta appreso, la magia accade". Se l'impasto è troppo secco, immerge le dita in una ciotola di acqua fredda; se ha bisogno di più elasticità, si fa lo stesso in acqua salata. Può essere un gioco con le m a n i , m a m o l t o d i f f i c i l e d a p a d r o n e g g i a r e , a n c h e p e r i l mondo dell'ingegneria: esperti della Barilla hanno fatto visita alla signora Abraini per vedere se la sua tecnica potesse essere riprodotta dalle macchine, ma l'hanno trovata troppo comp- lessa, lasciando la speranza di mantenere viva la tradizione e l'arte di Su Filindeu, letteral- mente, nelle mani di coloro che sono desiderosi di imparare a realizzarli. C o m e d e t t o , g l i A b r a i n i hanno trasmesso le loro speciali abilità per generazioni, ma le figlie di Paola hanno mostrato scarso interesse nell'apprendi- mento, con solo una di loro che conosce le basi del processo, quindi è diventato indispensabile c h e l a t r a d i z i o n e e s c a d a l l a famiglia per sopravvivere. Paola ha suggerito la creazione di una scuola speciale dove lei poteva insegnare a fare il Su Filindeu, ma la mancanza di fondi ha reso il progetto impossibile da com- pletare e si è ridotta a insegnare n e l l a s u a c u c i n a a c h i u n q u e fosse interessato: purtroppo, in un mondo in cui conta solo il veloce e l'usa e getta, l'intricata e lenta arte di Paola non è riusci- ta ad attrarre e mantenere vivo l'interesse dei suoi studenti per più di una sessione. Fare il Su Filindeu è, in effet- ti, un'arte a rischio, come affer- mato anche dal popolo dell'Arca del Gusto, un'iniziativa guidata da Slow Food International che mira a catalogare e proteggere Su Filindeu: una pasta così rara che rischia di scomparire gli alimenti più minacciati del mondo. La signora Abraini, però, è un tipo tosto ed è ben lontana dall'arrendersi: vuole che il Su Filindeu sopravviva. Per questo motivo, ha cercato di renderlo più popolare al di fuori dell'area di Nuoro, nella speranza che qualcuno mostri interesse nel- l'apprendere le sue capacità. Ha c o l l a b o r a t o c o n i l G a m b e r o Rosso, la più prestigiosa rivista alimentare italiana, per realiz- z a r e u n d o c u m e n t a r i o s u l processo di produzione del Su Filindeu, e ha anche fornito la pasta a tre ristoranti, l'Agrituris- mo Testone e due ristoranti nel centro di Nuoro, Il Rifugio e Al Ciusa. La speranza è che, oltre ad amare il modo in cui si gusta, qualcuno abbia anche la voglia di imparare come farlo, permet- tendo alle incredibili abilità degli Abraini di sopravvivere per almeno altri 300 anni. Su Filindeu – letteralmente, i fili di Dio - ricordano da vicino, per aspetto e colore, un altro gioiello della tradizione sarda, il bisso LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA

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