L'Italo-Americano

italoamericano-digital-2-8-2018

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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 8 FEBBRAIO 2018 S entiamo parlare di Toscana e, natural- mente, pensiamo a Firenze, a Siena, alla torre pendente di Pisa, alle mura medievali di Lucca. Se i paesaggi idilliaci e il vino sono la tua passione, allora tutto riguarda la regione del Chianti e le città di Montepulciano o Montalcino. Hai voglia di fare un salto in un pae- saggio selvaggio d'Italia, ecco la Maremma. Ci sono almeno una dozzina di nomi che ci vengono in mente quando pensiamo alla Toscana prima che Massa-Carrara esca dalle nostre labbra. Se cioè viene in mente solo dopo. La meno popolata delle otto province della Toscana, incastonata tra la Ligu- ria e l'Emilia Romagna, è tuttavia la terra della Lunigiana e delle Alpi Apuane, sede di alcuni dei paesaggi più caratteristici della regione, nonché di alcuni cibi incredibilmente gustosi (pensate a focaccette, testaroli e frittini). E chi non conosce la Versilia, sorel- la tirrenica per glamour della Rimini Adriatica, e Viareggio, madre di tutti i carnevali italiani? Pensandoci, ci sono molti posti ben noti nella provincia di Massa- Carrara: semplicemente di solito non li associamo ad essa. E poi, c'è quel capoluogo regionale, con quello strano nome doppio che non è di una sola città, ma di due, Massa e Carrara, affascinante e ricco, sia d'arte che di eredità culturale. Certo, Massa-Carrara - in par- ticolare Carrara - è sinonimo di una cosa in particolare: il suo marmo incontaminato, simile alla neve, l'oro bianco d'Italia. Tutta- via, sarebbe molto limitante pen- sare a queste terre solo ed esclu- sivamente come ad immense cave. C'è molto di più da scoprire e se mi seguite per qualche minu- to, il tempo di leggere questo articolo mentre prendete il vostro caffè del mattino, e forse, capire- te perché. Dal punto di vista paesaggisti- co, la zona ricorda molto la Ligu- ria, sua vicina settentrionale: con- dividono lo stesso bellissimo mare e hanno un debole per le montagne coperte di arbusti che salgono quasi dritte sopra di esso. La differenza sta nelle spesse pennellate di bianco che interca- lano il verde delle loro pendici: siamo in terra di marmi, non dimentichiamolo, e le Alpi Apua- ne - che chiamiamo "Alpi" ma in realtà appartengono agli Appen- nini - sono fatte di marmo. Il loro marmo bianco, spesso arricchito da strisce grigie e argentee, era già conosciuto e apprezzato dai Romani, come attestato in documenti che testi- moniano come le cave di Carrara fossero utilizzate per reperire materiale per la costruzione del Foro di Roma. Come spesso accade in Italia, il modo in cui i Romani trasportavano pezzi di pietra giù a valle, usando piste di legno e una sorta di veicolo appiattito che scorreva su di essi, continuò ad essere usato fin nel 20° secolo. Per quanto i nostri antenati imperiali possano aver amato il marmo di Carrara, non è per loro che, per una volta, lo menzioniamo, ma pensiamo a qualcun altro, a qualcuno di geniale, volubile, indimenticabi- le: Michelangelo Buonarroti. La sua Pietà Vaticana, il suo David e il suo Mosè mozzafiato sono stati tutti scolpiti nella più bella, e simile al burro, pietra di Carrara. È noto che Michelangelo si recasse nelle cave e selezionasse personalmente specifici blocchi per ciascuna delle sue sculture. In effetti, si potrebbe dire che Buo- narroti possa essere stato osses- sionato dalla bellezza verginale della pietra, così tanto che pare avesse la folle idea di scolpire un altro David direttamente nelle montagne di Carrara. Le cave sono state il cuore e l'anima della provincia per un tempo immemorabile, portando ricchezza e lavoro alla sua gente e segnando i momenti importanti della loro vita. Oggi possono essere visitate attraverso specifi- che visite guidate o, se siete più a vostro agio nel comfort di un museo, possono essere esplorate attraverso la loro storia nel Museo Civico del Marmo di Car- rara, dove viene mostrato e spie- gato tutto ciò che riguarda l'oro bianco della provincia. Nel caso siate più interessati al lato artistico del marmo di Carrara, dovreste visitare la città di Pietrasanta: anche se non si trova nei confini della provincia di Massa-Carrara (appartiene a Lucca), è comunque una tappa importante per tutti coloro che sono interessati al mestiere della scultura in marmo: qui, la tradi- zione antica è mantenuta viva in molti atelier che sono simili, potremmo pensare, a quelli in cui i nostri artisti del Rinascimento impararono il loro mestiere. Per quanto importante sia il marmo, c'è di più nella provincia di Massa-Carrara e visto che siamo in Italia, ovviamente, stia- mo parlando di cibo. Noi italiani, probabilmente lo sapete, siamo ossessionati dai salumi e siamo orgogliosi di produrne un'enorme varietà: nessun pezzo del maiale va sprecato. Uno dei nostri prefe- riti, ma forse il meno compreso dalle persone al di fuori del Paese, è il lardo deliziosamente grasso, e la città di Colonnata, nella provincia di Massa-Carrara, sembra essere la patria di una delle sue migliori varietà, il lardo di Colonnata. Ciò che lo rende così speciale è la sua maturazione in contenitori di marmo di Carra- ra che permettono al lardo, coperto con un mix di spezie ed erbe tra cui pepe, coriandolo, sal- via, cannella, rosmarino e chiodi di garofano, di sviluppare il suo sapore a una temperatura e a un livello specifico di umidità. Ed eccoci qui: questo articolo - e probabilmente il vostro caffè - è giunto al termine, con appena una piccola manciata di fatti e storie portati alla luce su questa zona poco nota d'Italia. La verità è che avremo bisogno di lunghe giornate e migliaia di parole per descrivere tutto: è sempre bene cominciare da qualche parte, però, e per imparare ci sono ancora piccole gemme di bellez- za e tradizione da scoprire nel nostro Paese. L'oro bianco d'Italia: Massa-Carrara e il suo marmo LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA Il marmo fa parte non solo dell'economia e delle tradizioni della provincia, ma anche del suo paesaggio

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