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PAGINA 8 L'Italo-Americano GIOVEDÌ 15 NOVEMBRE 2012 L'antica tenuta di caccia medicea è oggi il più grande parco di Firenze NICOLÒ MATTINA COLLABORATORE caccia medicea, è il più grande parco fiorentino (160 ettari) lungo 3,5 km e largo 630 metri. Le Cascine furono aperte al pubblico nel 1765 da Pietro Leopoldo di Lorena. Agli inizi dell'Ottocento, Elisa Baciocchi fece apportare notevoli interventi di manutenzio- ne da Giuseppe Cacialli. Solo nel 1869 il parco fu acquistato dal Comune di Firenze. L'amore che i fiorentini portano Le Cascine, antica tenuta di nel cuore per le Cascine, ha ispi- rato molte canzoni di Odoardo Spadaro, noto cantautore dei pri- mi del Novecento. Le Cascine appaiono spesso nelle sue canzo- ni: "Firenze città delle colline, in un posto c'ha un piano, c'è un bosco che si chiama Cascine.... lungo tratto, tra la riva destra del fiume Arno e il torrente Mugnone e la sponda sinistra del fosso Ma- cinante. La sua costruzione risale al 1563, come tenuta agricola e di caccia di proprietà di Alessandro e Cosimo I de' Medici che stimo- lati e interessati alla sperimenta- zione, vi fecero impiantare rare specie di alberi da frutto e colture varie. In verità, il parco era un'a- zienda dove si allevavano bovi- ni, vacche e mucche che qui pa- scolavano e c'erano stalle addette alla mungitura del latte che forni- va burro e formaggio per la fami- glia de' Medici. Da questa produ- zione deriva il nome Cascine, dal- l'antico (cascio) "cacio". Con il passaggio del Gran Du- ippocastani, pini domestici e sen- tieri nascosti e tortuosi, rifugio discreto degli innamorati. Nel piazzale Vittorio Veneto, c'è un olmo campestre, uno dei pochi rimasti indenni dalla malat- tia che in Italia ha causato, quasi la scomparsa, di questa specie ar- borea. Nel giorno dell'Ascen- sione, nel parco si svolgeva la popolare festa del "grillo". Le Ca- scine si popolavano di gente e di venditori ambulanti di grilli e non solo; anche ai giorni nostri si svolge questa festa ma per un'or- dinanza comunale i "grilli" veri non possono essere catturati e si ricorre ai grilli finti. Ogni martedì del mese alle Ca- cato di Toscana, dai Medici, alla famiglia Lorena, il parco fu aper- to al pubblico e ben presto diven- scine si svolge un grande merca- to, dove la gente può acquistare ogni genere di mercanzia. Ampi prati, delimitati da super- La Piramide del Manetti: un tempo serviva da magazzino del ghiaccio fici boscose, si aprono all'interno del parco; il prato di Via delle Cascine, quello della Tinaia, delle Cornacchie e del Quercione, così denominato a causa di una grande quercia che per "anzianità" si seccò ai primi del secolo. Alla fine del 700, per opera di Le sponde dell'Arno lungo il Parco delle Cascine C'è chi va con la vettura, chi va con il cavallo, e che il cielo sia coperto, o sotto un tramonto gial- lo... io ci vo come tu vedi, vo alle Cascine sempre a piedi". Le Cascine si estendono per un ne la meta preferita dai fiorentini che nei giorni festivi andavano a passeggio sui bei prati erbosi o s'inoltravano nel folto del bosco tra platani chiomati, quercie an- nose, lecci secolari, i grandi Giuseppe Manetti, il parco venne arricchito di costruzioni impor- tanti; la Palazzina Reale sede, ai giorni nostri della Facoltà di A- graria dell'Università degli Studi di Firenze. Nei pressi di un viale si staglia una costruzione a forma di piramide (del Manetti) che ci ricorda quelle dell'Egitto. Un tempo la piramide serviva da de- posito del ghiaccio che immagaz- zinato in inverno, veniva consu- mato nei mesi estivi. L'abbeveratoio del Quercione è personaggio "Vagheggiando al fonte il proprio viso" che cercava e studiava la propria anima. C'è un'iscrizione che dice che il poe- ta inglese P.B.Shelly si ispirò nei pressi di questa fontana per scri- vere "Ode al vento dell'ovest". A ovest del parco si trova l'an- chiamato "Fontana delle beccac- ce" e serviva per abbeverare le mucche e i bovini che pascolava- no liberamente nel parco. La fon- tana più famosa è quella del Nar- ciso, con una dedica al mitico che dimorava a Firenze eresse nel parco un monumento a George Washinton. Negli anni, era sorto nelle vicinanze delle Cascine un nuovo quartiere popolare: l'Isolotto che nel 1962 fu collegato con un ponte al parco. Oltre alle attuali costruzio- fiteatro che vene sistemato negli anni '60. Un tempo altro non era che una cava di rena. Verso Piaz- za Vittorio Veneto ci sono gli im- pianti nautici delle "Pavoniere". Opera (1791) di Giuseppe Ma- netti prendono il nome da due graziosi tempietti usati un tempo, come uccelliere. Negli anni '60 l'intero complesso venne trasfor- mato in piscina comunale. Nel 1932, la colonia americana come quelli di un tempo, amano ritrovarsi la domenica alle Ca- scine, sede di eventi culturali. Nel grande piazzale vengono montate giostre per grandi e pic- cini. La gente passeggia lungo le rive dell'Arno che costeggiano il parco e che in primavera sono ricoperte da piccole margherite bianche. va il monumento a "L'Indiano". Lo scultore inglese C.F. Fuller lo costruì nel 1879. L'opera ha la forma di un baldacchino sorretto da quattro colonne e sotto c'è il busto scolpito di un principe in- diano Chuttraputti che in visita a Firenze, morì all'età di 21 anni. Secondo il rito indù, fu cremato e le sue ceneri sparse alla confluen- za dell'Arno e il torrente Mu- gnone. I fiorentini dei giorni nostri, ni ci sono campi da tennis, tiro a segno, tiro con l'arco, reparti a cavallo della polizia e dei carabi- nieri. Quasi alla fine del parco, si tro- All'ombra dei boschi di castagno, lo tsunami benefico delle acque termali di Fiuggi NICOLETTA CURRADI COLLABORATRICE recuperare le forze, allontanarsi dallo stress quotidiano: ecco quello che offre Fiuggi Terme. Come sono nate queste famose terme, situate nel cuore della Ciociaria, nel Lazio? Una vacanza per ritemprarsi, coltre vulcanica, si arricchisce di sostanze attive, raggiunge lo stato argilloso e su questo scor- re, emergendo in numerose sor- genti. Il segreto dell'acqua Fiug- gi sta nella sua composizione mirabile che non è solo una mi- getazione di boschi di castagno ha ricoperto il terreno. L'acqua, filtrando attraverso la lago ricopriva tutta la conca di Fiuggi. Il lago è andato riem- piendosi grazie a due fenomeni: sedimentazione lacustre e feno- meni vulcanici. Il primo ha riempito il fondo di uno strato di limo e argilla, praticamente im- permeabile, l'altro ha sovrappo- sto materiali vulcanici, soprat- tutto tufi e ceneri. Una fitta ve- L'ingresso monumentale alle Terme di Fiuggi In epoca preistorica un grande scela polielettrolitica, ma con- tiene sostanze organiche che derivano dalla degradazione nei millenni della vegetazione che ricopre il terreno. L'uso dell'acqua di Fiuggi a fini curativi è antichissimo, a di- mostrazione che l'osservazione empirica può precedere, qualche volta di secoli, conclusioni tratte solo oggi e con difficoltà dalla un rapido e potente effetto diu- retico che porta all'eliminazione di grosse quantità di urine in un tempo brevissimo. A pieno regi- me terapeutico il flusso urinario incrementa di circa 40 volte con effetto paragonabile a un fiume in piena che spazza via tutto ciò che incontra: detriti batterici, cellule desquamate, cristalli, cal- coli. Un vero e proprio Tsunami benefico che libera le vie urina- rie da incrostazioni e impurità che, aggiunto alla nota capacità dell'acqua di sciogliere i calcoli, fa delle Terme di Fiuggi il luogo deputato da secoli alla cura e prevenzione della calcolosi re- nale. riscono tra i boschi di castagno sono usate per la cura della cal- colosi renale. È comune il ri- scontro di eliminazione di renel- la e calcoli già dopo pochi giorni dall'inizio della terapia termale, così per anni la cura alle Terme di Fiuggi ha rappresentato l'u- nica arma concreta contro una malattia che tende fatalmente a recidivare ed è gravata da com- plicazioni gravissime. Bere l'acqua di Fiuggi causa scienza medica. Da sempre le acque che scatu-