L'Italo-Americano

italoamericano-digital-2-22-2018

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GIOVEDÌ 22 FEBBRAIO 2018 www.italoamericano.org 25 L'Italo-Americano IN ITALIANO | I l c u r r i c u l u m d i I s a b e l l a W e i s s d i V a l b r a n c a colpisce per il suo eclet- tismo: dal diritto al gior- nalismo, dall'imprenditoria al design, fino alla carriera polit- ica, Isabella ha, fin da ragazza, dimostrato di essere una donna guidata dalla sete di sperimenta- re, creare e conoscere. E' questo che, attraverso gli anni, l'ha a n c h e p o r t a t a i n g i r o p e r i l mondo, prima da sola, poi con la sua famiglia, fino a giungere a San Francisco, dove oggi è atti- va in numerose associazioni ed organizzazioni dedicate alla cul- tura italiana ed italo-americana, e dove è recentemente diventata Segretario del Circolo PD San Francisco-Berkeley-Silicon Val- ley. L'Italo Americano ha avuto il piacere di chiacchierare con Isabella a proposito della sua carriera, dei suoi viaggi e di cosa significhi oggi, per lei, rap- presentare l'Italia in California. Lei è nata in Italia, ha stu- diato a Roma, a Londra, negli US, dove ora vive e lavora: che cosa l'ha portata a diventare "cittadina del mondo"? Questa domanda mi fa ricor- dare una pagina del mio diario del liceo. L'ho riletta la scorsa estate, mentre mi trovavo con mia figlia a Roma, dopo aver ritrovato dei vecchi diari in un cassetto dei ricordi. Si intitolava "Cosa farai da grande, da rileg- gere fra 10 anni" e avevo scritto t a n t e p a r o l e f i t t e f i t t e , c h e i n i z i a v a n o c o n " d a g r a n d e voglio viaggiare, anzi, non solo viaggiare, ma vivere in altri posti, conoscere altra gente, diversa da me, perchè abbiamo una sola vita e il mondo è tanto grande". Avevo 15 anni quando lo scrissi, ero fortunata perchè i miei genitori mi avevano già p o r t a t o i n v a c a n z a a P a r i g i , Madrid e Londra, ma credo sia n e l m i o D N A e s s e r e u n a "nomade", volermi confrontare con altre realtà, conoscere il mondo. Non solo attraverso il viaggio, ma attraverso l'espe- rienza da espatriato, che è molto differente.   Il suo curriculum parla di giornalismo e giurisprudenza, ma anche di creatività: come ha sviluppato una carriera così eclettica? M i s o n o l a u r e a t a i n Giurisprudenza e poi ho iniziato la pratica da avvocato in uno studio legale civile e tributario di Roma. Lavoravo prevalente- mente presso il Tribunale del Lavoro ed il Giudice di Pace, e n e l ( p o c o ) t e m p o l i b e r o h o iniziato a scrivere articoli per una rivista generalista. In segui- to questo mi ha assorbito sem- pre di più, fino a diventare gior- n a l i s t a p u b b l i c i s t a . L a m i a passione, oltre al diritto, è sem- pre stata il cinema, e ho iniziato a s c r i v e r e r e c e n s i o n i c i n e - matografiche, lavorando come inviata ai maggiori film festival internazionali. Sono stata anche autrice e conduttrice di pro- grammi radiofonici di Rai Inter- n a t i o n a l , h o l a v o r a t o p e r Telethon su Rai Uno. Ma la vita aveva in serbo una sorpresa: mio marito, ameri- cano, che lavorava già a Singa- pore. Non è stato facile decidere di trasferirmi in Asia, insieme ai miei tre gatti, e chiudermi dietro la porta della mia casa di Roma. M a è s t a t a u n a b e l l i s s i m a e lunga esperienza, a Singapore è anche nata mia figlia Giulia e abbiamo visitato l'Asia dalla Thailandia all'India, dall'In- donesia al Vietnam. Proprio a Singapore ho notato che l'offer- ta di abbigliamento per i più piccoli era molto limitata. Capi sempre uguali e di scarsa qual- ità nei grandi magazzini, oppure abiti costosissimi di brand di lusso nelle boutique. Mancava u n a f a s c i a m e d i a , b e n c o n - fezionata e di qualità. Così ho intrapreso un'altra avventura, quella imprenditoriale, in un mondo che conoscevo davvero p o c o . N o n è s t a t o f a c i l e all'inizio trovare chi potesse confezionare i miei modelli, ho d o v u t o s p e r i m e n t a r e d i v e r s i Paesi, per poi scegliere l'India, dove i tessuti naturali, il cotone e la seta erano di ottima qualità e dove ho trovato un imprendi- tore serio, con una azienda dove Isabella Weiss di Valbranca: un'Italiana cittadina del mondo gli impiegati erano in un ambi- ente sano, pulito e sicuro. Sono tornata spesso in India, un Paese di contrasti, difficile, ma allo stesso tempo affasci- n a n t e , c h e n o n t i l a s c i a m a i indifferente, dove puoi piangere di paura e sconforto ma anche abbracciare persone fantastiche, che sanno cosa vuol dire vivere con dignità, vivere con amore e solidarietà.  C o m e è a r r i v a t a n e g l i USA? Insieme a mio marito, che lavora per la Apple, abbiamo deciso di venire a San Francis- co, dove lui è cresciuto, pur essendo nato in New Jersey, e dove io avevo già vissuto per un'esperienza come borsista all'Istituto Italiano di Cultura. U n a c i t t à q u i n d i c h e g i à c o n o s c e v a m o b e n e e c h e entrambi amavamo. Essendo vissuta anche a Los Angeles e Newport Beach, la California è sempre stata la mia seconda casa, il mio sogno americano fin dai 18 anni, quando sono arriva- ta la prima volta dopo la matu- r i t à c l a s s i c a p e r s e g u i r e u n corso estivo alla UCLA.   Su che binari si è sviluppa- ta la sua carriera di "Italiana d'America"? Da quando sono tornata negli States sono molto attiva come volontaria in associazioni ital- iane ed italo-americane, faccio parte del Board of Directors di una delle più prestigiose associ- azioni culturali della Bay Area, la Leonardo da Vinci Society, o r g a n i z z o e v e n t i c o n t e m i politici, economici, culturali e sociali. Sono la segretaria del l o c a l e C i r c o l o d e l P a r t i t o Democratico e il mio impegno nel sociale risale ai tempi del- l'Università. Ci dica qualcosa a proposi- to della sua candidatura per il Partito Democratico. L a m i a c a n d i d a t u r a è u n onere ed un onore. Farò del mio meglio per farmi conoscere in questo vastissimo territorio che va dal Canada al Centro Ameri- ca, e per diventare portavoce degli italiani espatriati come me.  Che ruolo ha nella sua car- riera di giornalista, avvocato e anche nel suo impegno politi- co, l'essere Italiana? Essere italiani è un plus val- ore. Perchè avendo avuto la for- tuna di crescere circondati da arte e storia, le abbiamo assor- bite come spugne. Dal paese più piccolo alla città più grande, l'Italia offre uno spettacolo gra- tuito: arte e bellezza. Però dob- biamo anche saper usare questo dono, per offrirlo agli altri, dob- b i a m o d i m o s t r a r e d i s a p e r rimanere uniti, di essere non solo orgogliosi del nostro Paese ma anche costruttivi, propositivi e con una visione solida per il futuro.  Isabella Weiss di Valbranca dice "la mia candidatura è un onore ed un onere. Farò del mio meglio per diventare portavoce degli Italiani espatriati come me." LA COMUNITÀ DI SAN FRANCISCO

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