L'Italo-Americano

italoamericano-digital-2-22-2018

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/944679

Contents of this Issue

Navigation

Page 4 of 39

GIOVEDÌ 22 FEBBRAIO 2018 www.italoamericano.org 5 L'Italo-Americano IN ITALIANO | Roma è l'Imperatrice: con scuri capelli setosi e ricoperta d'oro, non ha età e ci lascia tutti infatuati e innamorati. E poi, c'è Palermo. A volte, persino noi italiani dimentichiamo Palermo e pensiamo a lei solo quando le notizie sulla criminalità organizzata arrivano in prima pagina, o dopo l'ennesimo momento di commozione emotiva e dolorosa per eroici uomini e donne che hanno perso la vita per contrastarla. Naturalmente, abbia- mo in mente Palermo quando leg- giamo del cibo siciliano, e alcuni di noi potrebbero anche sapere qualcosa della sua architettura, ma la verità è che noi italiani siamo un po' ingiusti nei suoi confronti, sottovalutandola costantemente, pensando alle altre città quando immaginiamo l'icona perfetta dell'eccellenza artistica e culturale italiana. Poco più di un anno fa, però, il 31 gennaio 2017, il Bel Paese ha pagato, finalmente e volentieri, i suoi omaggi a questa gemma spesso dimenticata della sua coro- na regale e mozzafiato, nominan- dola Capitale della Cultura per il 2018. La competizione è stata dura, con località come Alghero, Aquileia, Ercolano e persino la Recanati di Leopardi tra i conten- denti, eppure Palermo si è innal- zata sopra le altre, fiera e grintosa, barocca e forte, con l'inebriante profumo di gelsomino e fiori di mandorla trascinandosi dietro la sua sensuale seta dorata e il man- tello di velluto. Questa è l'immagine che ho di Palermo, quella di una contessa ben dotata artisticamente, la cui ricchezza risiede in montagne e montagne d'oro e di smalti, i cui piedi camminano su velluti e damascati orientali e la cui pelle ha il gusto fine di miele, cannella e cardamomo. Una contessa, ulti- ma discendente di una famiglia nobile da tempo dimenticata che, un tempo, governava il Mediter- raneo, ma ha dovuto inginoc- chiarsi di fronte a nuovi gover- nanti e a nuovi poteri. Una contessa che potrebbe sembrare aver perso il suo posto nell'aristo- crazia italiana, ma che tutti anco- ra riconoscono come la più nobile e affascinante, l'unica di fronte a cui tutti ancora si inchinano quando passa. In effetti, Palermo ha vinto la sua battaglia per diventare Capi- tale della Cultura perché se lo meritava: è una città che racchiu- de in sé il patrimonio greco, romano, bizantino, normanno e arabo e che è riuscita nel corso dei secoli a fare di ognuno una parte essenziale del suo fascino, tutto percepibile ma palermitano, appartenente alla città. È una città che ha sempre combattuto nella sua storia - anche contemporanea – ed è un ricordo per tutto ciò che l'Uomo malvagio può fare, ma lo ha fatto anche per l'orgoglio, la forza e il senso dell'onore che possono trasformare una persona comune in una grande persona. Le ragioni ufficiali per cui Palermo è stata scelta come Capi- tale della Cultura sono, natural- mente, legate alla sua rilevanza culturale e artistica nella storia del Paese e al rinascimento in corso, che ha vissuto in ritardo, che può essere sostenuto e aiutato svol- gendo un simile importante ruolo per i prossimi 12 mesi. Infatti, è stato dichiarato che il nuovo ruolo di Palermo quest'anno dovrebbe essere visto come "un'ulteriore opportunità per trasformare le complessità e le contraddizioni della città in elementi di risveglio, attraverso i quali può essere rea- lizzato un processo di rigenera- zione urbana, sociale e culturale, fondato sul rispetto dei diritti e della legalità". L'obiettivo, chiaramente, è usare la cultura, l'arte e il patrimo- nio come mezzo per riportare Palermo nell'Eliseo delle città più belle e importanti d'Italia, ma è anche farlo dimostrando che, nonostante le difficoltà, il passato spesso straziante, Palermo dovrebbe essere, e può essere, un luogo sano, facendo della sua infinita sofferenza e, in molti casi, della negligenza nazionale, uno strumento per essere più forte e migliore. Ma la scelta di Palermo come Capitale della Cultura in Italia è molto significativa anche in un altro senso, e per capirlo, lascerò parlare ancora una volta la dichia- razione ufficiale della candidatura della città di Palermo: "Per la sua storia e il suo presente, Palermo è espressione di molte e varie cultu- re europee, in perenne dialogo con il mondo arabo, ed è anche una capitale mediorientale, posta all'interno della complessa realtà culturale europea". In un momento in cui, e mai come prima, la comprensione e il rispetto delle culture e, ancora più importante, imparare che tutti possono convivere insieme in modo significativo e pacifico è fondamentale per la nostra cresci- ta e sicurezza civile, Palermo è un esempio di come potrebbe davve- ro funzionare, se solo si dedicasse tempo e buona volontà: non c'è nessun posto in Italia che è così profondamente e orgogliosamente italiano come questa città, con le sue chiese barocche e la fedele devozione a Santa Rosalia, con il suo tempio all'opera, il Teatro Massimo e l'antica tradizione degli argentieri radicata nei suoi vicoli come un albero centenario al terreno fertile di una foresta. Eppure, le sue strade hanno la fragranza pungente e aromatica dei souk di Gerusalemme, lo stes- so caos affascinante e la strana- mente piacevole cacofonia di voci, il cibo radicato nelle lontane tradizioni orientali, magicamente vicine quando si cammina per le sue strade. Palermo merita di essere una Capitale della Cultura per tutti questi motivi, non ultimo perché è bella, anche se un po' malandata qua e là, ma non per questo meno magnifica. Merita di essere una Capitale della Cultura perché è anche qui, e non solo in Toscana, che è nata la lingua italiana e per- ché tanti rappresentanti del nostro panorama artistico, che il mondo ci invidia, sono nati qui o nei din- torni: si pensi ad Alessandro Scarlatti, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Natalia Ginzburg, che tanto hanno influenzato la nostra cultura e l'estetica. Ultimo ma non meno impor- tante, Palermo merita di essere una Capitale della Cultura per la sua immensa forza e coraggio nel combattere e resistere alla malat- tia che per tanti decenni l'ha tenu- ta sotto il suo giogo: il crimine organizzato. In un mondo fatto di ingiustizie, l'esempio di redenzio- ne di Palermo significa combatte- re e che riuscire è possibile. È ancora un processo in corso, ma con l'esempio disinteressato, ono- revole e coraggioso di due - tra gli altri - dei suoi figli, Giovanni Fal- cone e Paolo Borsellino e, beh, anche con la tanto necessaria inie- zione di positività che la sua posi- zione di Capitale italiana della Cultura porta, possiamo iniziare a sperare che la battaglia possa pre- sto essere vinta. L' Est e l'Ovest si incontrano nella Capitale Italiana della Cultura 2018 San Giovanni degli Eremiti, oggi chiesa Cattolica, è testimone architettonico della presenza Araba ed orientale a Palermo NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ Continua da pagina 1 Palermo è intrisa nella cultura Greca, Romana, Bizantina, Normanna e Araba

Articles in this issue

Links on this page

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-2-22-2018