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GIOVEDÌ 29 NOVEMBRE 2012 L'Italo-Americano PAGINA 9 Cavallo inseparabile Arte dell'intaglio mosaico policromo del 100 a.C. è stato trovato nel 1831 a Pom- pei, nella pavimentazione della casa del Fauno, durante gli scavi archeologici. La scena ritratta è quella della battaglia di Isso tra Alessandro Magno (a sinistra del mosaico) e Dario III di Persia (a destra). Realizzato con circa un milione e mezzo di tessere, è og- gi esposto al Museo Archeo- logico Nazionale di Napoli. Ri- trae l'imperatore in sella a Bu- cefalo, il cavallo favorito di Alessandro Magno, tanto che in suo onore fondò la città di Buce- fala oggi Jalalpur in Pakistan. Si racconta che il cavallo era recal- citrante alla monta e turbolento. Il giovane Alessandro, nella sor- presa generale, riuscì a domarlo. Aveva notato che Bucefalo ave- va paura della propria ombra e quindi, una volta in groppa, lo rivolse col muso verso il sole. Da allora furono inseparabili. Battaglia di Isso. Il prezioso Vergine in trono col Bambino e due angeli. Con la cappella Tarlati nel Duomo di Arezzo, è l'unica opera scolpita firmata e datata da Giovanni di Agostino. Architetto e scultore operativo nella prima metà del quattordi- cesimo secolo, lavorò in Santa Maria della Pieve ad Arezzo (1332-33) e poi nel Duomo della stessa città toscana (1334, Cap- pella Tarlati). Nel 1336, nomina- to capomastro del Duomo di Siena, preparò i modelli per i doccioni. Fu poi capomastro del Duomo di Orvieto (1337) e quindi nuovamente di quello di Siena (1340-45). L'altorilievo con la Vergine in trono col Bam- bino e due angeli, che si trova nell'Oratorio di San Bernardino a Siena, si accosta ai contempo- ranei modi pittorici senesi per la fluente sottigliezza di intaglio e il vibrante modellato. Busto-ritratto Stucchi rococò Busto di Piero il Gottoso de' Medici. L'opera del 1453-54 di Mino da Fiesole, ritrae il figlio di Cosimo il Vecchio e padre di Lorenzo il Magnifico. Tagliato sotto le spalle, il busto è blocca- to in una massa compatta geo- metrizzante. Alla staticità della parte inferiore risponde la testa energicamente girata verso destra. Lo sguardo penetrante, la fronte aggrottata, la bocca serra- ta, il lungo naso appuntito. Anche l'abito è descritto in maniera particolareggiata e pre- senta una raffinata ornamen- tazione damascata. Si tratta del più antico busto scolpito fra quelli pervenuti datati. Se da un lato si rifà ai rigidi busti- reliquiari medievali, dall'altro inaugura un genere che avrà par- ticolare fortuna nel rinascimen- to: il busto-ritratto che riportava in auge un genere diffuso in antichità. la realizzò nel 1696 per l'Ora- torio di San Lorenzo a Palermo. Qui iniziò la sua lunga attività di decoratore in stucco di interni di chiese. Con Serpotta la pratica dello stucco assunse un altissimo livello d'arte dovuto alla prodi- giosa maestria con cui lo sculto- re padroneggiò le difficoltà tec- niche dell'umile materia, che esige un trattamento rapido, quasi d'improvvisazione, e che per lui si identificò con la straor- dinaria freschezza e sensibilità di modellato. I suoi rilievi, che si dilatano sulle pareti come rami- ficazioni, riflettono i motivi del- la scultura barocca romana, ma li interpretano e rivivono con una personalissima impronta di leggerezza e delicatezza in cui le forme sono allungate e sinuose, mosse da una grazia che prelude già chiaramente al successivo gusto rococò. L'Umiltà. Giacomo Serpotta Episodi in continuità lotti. Ernesto Bazzaro, uno dei protagonisti più rappresentativi della scultura lombarda d'inizio Novecento, lo realizzò tra il 1901 e il 1906 quando venne inaugurato in Piazza della Rosa, oggi Piazza Pio XI a Milano. Rappresenta Cavallotti mentre pronuncia un discorso alla folla; mentre è fra il popolo napoleta- no durante il colera dell'84; e rimpianto da una moltitudine accorsa ai suoi funerali. Tali epi- sodi separati si svolgono, nella composizione, con un ritmo di continuità risolvendosi l'uno nel- l'altro. Cavallotti, ardente uomo politico milanese, già garibaldi- no nelle guerre risorgimentali, polemista intransigente, poeta e oratore, deputato radicale avver- so al trasformismo e alla politica crispina, morì a Roma nel 1898 in un duello (il 33°) col direttore della Gazzetta di Venezia. Monumento a Felice Caval- Joseph F. Sartori, di origini svizzere-italiane, fu uno dei personaggi più potenti di Los Angeles durante la prima metà del Ventesimo secolo. Dopo aver completato il dottorato in giurisprudenza all'Università del Michigan nel 1881, si trasferì a Los Angeles dove fondò la First National Bank nel 1887, e due anni più tardi, la Security Trust and Savings Bank. La Security Trust and Savings Bank era l'istitu- zione responsabile dell'espansione del distretto commerciale del centro e dei primi progetti di sviluppo, come la costruzione dell'Acquedotto di Los Angeles, del Biltmore Hotel, del terminal della metropolitana, così come del prolungamento della linea della ferrovia Pacific Electric fino alla San Fernando Valley. Minuscolo di statura, Sartori spesso fece costruire i suoi mobili su misura (incluso la vasca da bagno). Sartori morì nel 1946; nel 1993, la Bank of America incorporò la Security Pacific National Bank. Di Marianna Gatto La missione dell'Italian American Museum di Los Angeles è di favorire la conoscenza dei differenti patrimoni culturali della California Settentrionale attraverso la ricerca, la preservazione storica, mostre e programmi educativi che esaminano la storia ed il con- tinuo apporto degli italoamericani nella Los Angeles multietnica e negli Stati Uniti. Si ringrazia per la foto l'Italian American Museum di Los Angeles. L'immagine non può essere copiata, stampata od utilizzata in altro modo senza l'autorizzazione del IAMLA.