L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-22-2018

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www.italoamericano.org 13 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 22 MARZO 2018 I n Sicilia le celebrazioni pasquali sono numerose come i petali sulle ghirlande di margherite, con una lunga lista di festività tra cui scegliere durante la Settimana Santa. Ogni cittadina ha la sua Via Crucis che rievoca i momenti finali della vita di Gesù Cristo il Venerdì Santo. L'intera setti- mana, dalla Domenica delle Palme al giorno di Pasqua, è piena di molte interpretazioni, dai colori diversi, secondo le influen- ze storiche e culturali dell'isola. La magia della Pasqua in Sicilia viene da tradizioni a cui tutti i siciliani partecipano con grande amore, passione e dedi- zione. La Pasqua è una festa ancora più grande del Natale in tutta Italia, in quanto rappresenta la promessa di un nuovo inizio. Le celebrazioni iniziano con le fronde di palma intrecciate in modo complesso e benedette per la Domenica delle Palme, la setti- mana raggiunge poi un climax drammatico con le rappresen- tazioni della Passione e si con- clude con il consumo di delicati agnelli di marzapane o picureddi, pani e biscotti decorati con uova colorate, piatti tradizionali e dolci a non finire. In ognuna delle celebrazioni pasquali della Sicilia ci sono molti simboli ricorrenti che si ripetono in ogni città in un intrig- ante miscuglio di teatro e tradizione. Al centro di molte processioni religiose ci sono i Misteri, statue che raffigurano la Passione di Cristo. Accanto alle opere d'arte, ci sono oggetti come lance, martelli e corone di spine in una dettagliata metafora reli- giosa, come un'elaborata opera mistica del Medioevo piena di allegoria religiosa. Il crocifisso è al centro della storia di Pasqua per ovvi motivi, come rappresentazione fisica della morte di Gesù. Molti luoghi dell'isola hanno elaborati crocifis- si a grandezza naturale che per- mettono alla figura di Gesù Cristo di essere fisicamente tolta dalla croce per essere collocata all'in- terno di una teca di vetro traspar- ente. In Sicilia, c'è un bisogno fondamentale di immagini e oggetti concreti per il racconto della Passione, che dà ai giorni festivi di Pasqua una particolare intensità emotiva. Tra i personaggi più riconosci- bili nella rappresentazione della Pasqua siciliana ci sono i membri mascherati incappucciati delle confraternite, che portano le pesanti statue storiche e i crocifis- si nelle loro tuniche religiose e rappresentano la comunità dei fedeli. Le sinistre maschere degli Incappuciati sono i personaggi centrali della celebrazione della Pasqua di Enna, che risale al peri- odo spagnolo della Sicilia dal XV e XVII secolo. Solo i membri maschili delle quindici diverse confraternite locali partecipano a processioni, preghiere e ado- razioni ben organizzate nella cat- tedrale locale. Questa manifes- tazione, insieme a celebrazioni simili nelle province di Caltanis- setta ed Enna, sono il cuore geografico e tradizionale della Sicilia. Il simbolismo della Pasqua in Sicilia è un misto di elementi medievali, ortodossi, greci e pre- cristiani. Intrecciato alle rappre- sentazioni è l'elemento dell'as- colto, con una forte attenzione a certe canzoni e preghiere reli- giose. I lamenti o le lamentanze sono suggestive antiche elegie recitate durante le esibizioni in un misto di dialetti latini e locali. Molte città mostrano vecchie tele raffiguranti la Passione e la croci- fissione di Cristo. In un gesto davvero simbolico che riflette l'attenzione medievale per la rap- presentazione visiva della Bibbia, il Velatio o Tele della passione sono srotolate per mostrare fisica- mente il protagonista della storia. Come per la maggior parte delle cose in Sicilia, la Pasqua non è semplicemente una cele- brazione religiosa, ma si tinge anche di elementi pagani. La Diavolata di Adrano, il Ballo dei diavoli di Prizzi e i Giudei di San Fratello sono tutti eventi caratter- izzati da chiassosi, dispettosi, uomini mascherati e personaggi diabolici, ciascuno con i propri costumi caratteristici. La Diavolata di Adrano, in provincia di Catania, prevede l'esecuzione di un'antica comme- dia religiosa, scritta nel 1728 da un confratello religioso del posto, e mette in atto l'eterna battaglia tra il bene e il male. Il punto focale è la lotta tra diversi diavoli e San Michele Arcangelo, che non solo riesce a sconfiggerli dopo la risurrezione ma fa anche in modo che i diavoli lodino la Madonna e Dio. All'apice di questa collezione di personaggi grotteschi nella Santa Pasqua siciliana, ci sono i Giudei della città collinare di San Fratello, nel cuore della provincia di Messina. Questi gruppi di uomini incappucciati e vestiti di colori vivaci conquistano il vil- laggio e disturbano la solenne processione funebre nel pomerig- gio del Venerdì Santo. I Giudei fanno parte della sto- ria della Sicilia, con tutto il loro colore, gli scherzi e i forti squilli di tromba. I costumi sono traman- dati di padre in figlio, nel rosso acceso di uno stile pseudo mil- itare, completi di elmi elaborati, strisce gialle brillanti, bavero e intricate perline, sono opere d'arte viventi. Una delle processioni più elab- orate dell'isola è quella di Pietrap- erzia nella provincia centrale di Enna, dove i Signuri di li fasci creano un elaborato spettacolo liturgico. Con la proclamazione della morte di Gesù, un crocifisso storico è issato in alto su un tron- co e una serie complessa di strisce di lino lunghe cento piedi sono avvolte attorno alla base della croce. I nastri bianchi sono tenuti dai fedeli devoti mentre la processione si fa strada lenta- mente per le strade, accompagna- ta da preghiere nel dialetto locale. I fili del tessuto ricordano gli Alberi della cuccagna medievali, ma la performance è unica in Sicilia. A Piana degli Albanesi e nelle città circostanti, in provincia di Palermo, la Pasqua assume ele- menti di fede greco-ortodossa. Le celebrazioni si basano sull'antica chiesa bizantina, infatti molti dei riti religiosi qui eseguiti utiliz- zano il greco e l'albanese. La Sicilia è diventata la patria di molti profughi provenienti dal- l'Albania in fuga dalle perse- cuzioni nelle guerre di religione alla fine della caduta dell'Impero bizantino d'Oriente nel Medioe- vo. A Leonforte, nella profonda Sicilia centrale, la fontana baroc- ca Granfonte, è al centro della storia civica e culturale. Oggi la Fontana dei Ventiquattro Canno- li, come è nota a livello locale, è il palcoscenico di una rappresen- tazione religiosa molto più sot- tile. Costruita sulle rovine di una precedente fontana araba conosciuta come Fonte di Tavi, è stata costruita nel 1652. L'impo- nente fonte di acqua pubblica è stata progettata dal famoso architetto e pittore di Palermo Marino Smiriglio, le cui opere sono sparse per l'isola e includono la centrale fontana di Palermo Quattro Canti, all'incro- cio che collega i quattro quartieri principali del capoluogo sicil- iano. Granfonte è formata da una successione di ventidue arcate e ventiquattro beccucci in bronzo che zampillano in una serie di bacini in arenaria un tempo utiliz- zati come lavatoi pubblici. Gli archi sono elaborate cornici piene di ornamenti e iscrizioni che citano lo stemma degli aristo- cratici storici fondatori della città, la famiglia Braciforte. Il Venerdì Santo la Granfonte di Leonforte è affiancata da un grande falò nella piazza cir- costante e le acque sono silenzi- ate in segno di lutto e rispetto per il solenne rito funebre. Questo semplice atto di rispetto riflette il profondo legame della Sicilia con le radici della Chiesa romana cat- tolica. Fiorisce la Pasqua in Sicilia Il simbolismo della Pasqua in Sicilia è un misto di elementi medievali, ortodossi, greci e pre-cristiani LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA La fontana della Granfonte, a Leonforte

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