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GIOVEDÌ 22 MARZO 2018 www.italoamericano.org 44 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | I l presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel 40° an- niversario del rapimento di Aldo Moro, ha deposto una corona di fiori in via Mario Fani dove le Brigate Rosse seque- strarono il presidente della Demo- crazia Cristiana uccidendo i cin- que agenti della scorta. L'anniversario è stato celebra- to con l' in au g u r azio n e d i u n mo n u men to co mmemo rativ o d ed icato a O r es te Leo n ard i, D o men ico Ricci, Raffaele I o zzin o , G iu lio Riv era e Francesco Zizzi. La mattin a d el 1 6 marzo 1978, giorno in cui il nuovo g o v er n o g u id ato d a G iu lio Andreotti stava per essere pre- sentato in Parlamento per ottene- re la fiducia, l'auto che trasporta- va Aldo Moro dalla sua abitazio- ne alla Camera dei Deputati, fu intercettata e bloccata in via Mario Fani a Roma da un nucleo ar mato d elle Br ig ate Ro s s e, organizzazione terroristica di estrema sinistra costituitasi nel 1970 per propagandare e svilup- pare la lotta armata rivoluziona- ria per il Comunismo. In pochi secondi, con armi automatiche, i brigatisti uccisero i due carabinieri a bordo dell'au- to di Moro (Oreste Leonardi e Domenico Ricci), i tre poliziotti che viaggiavano s ull' auto di scorta (Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e F ran ces co Zizzi) e sequestrarono il presidente della Democrazia Cristiana. D opo una prigionia di 55 giorni, durante la quale fu sotto- posto a un processo politico da parte del cosiddetto "tribunale del popolo" istituito dalle Br e dopo aver chiesto invano uno scambio di prigionieri con lo Stato italiano, Moro fu ucciso. Il suo cadavere fu ritrovato a Roma il 9 maggio, nel bagagliaio di una Renault 4 parcheggiata in via Caetani, una traversa di via delle Botteghe Oscure, a poca distanza dalla sede nazionale del Partito Comunista Italiano e da Piazza del Gesù, sede nazionale della Democrazia Cristiana. Il rapimento e l'omicidio di Moro sono una delle pagine più buie della storia repubblicana e segnarono la fine della Prima Repubblica. Il presidente Sergio Mattarella depone una corona dinanzi alla lapide che ricorda l'uccisione di Moro e della scorta Aldo Moro, 40 anni fa la strage di via Fani. L'Italia ricorda la fine della Prima Repubblica Unità d'Italia, dal 157° anniversar io all'attesa del nuovo governo I l 17 marzo del 1861 fu pro- clamata ufficialmente la na- scita del Regno d'Italia. Que- st'anno l'Italia ha celebrato il 157° anniversario dell'U- nità d'Italia e la Giornata dell'U- nità Nazionale, della Costituzione, dell'Inno e della Bandiera. Sulla Piazza del Quirinale, si è svolto il cambio della Guardia solenne con lo schieramento e lo sfilamento del Reggimento Corazzieri e della Fanfara del IV Reggimento Cara- binieri a cavallo, che si è esibita nel tradizionale concerto. Il volo delle Frecce tricolore sull'Altare della Patria ha incorniciato la ce- rimonia di deposizione di una co- rona di alloro. Alle celebrazioni, a pochi giorni dalle elezioni Politiche dai cui esiti ancora non definiti si attende la formazione del nuovo governo, hanno fatto da premes- sa le parole del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, in scadenza di mandato: chi gover- na, ha detto, "deve avere la con- sapevolezza che bisogna mettere al centro il ricucire le ferite del nostro Paese, ancora evidenti soprattutto al Sud" e nonostante dati macroeconomici che mostra- no una situazione di progressiva ripresa. Per Gentiloni, "siamo in un momento di passaggio nel nostro Paese, ma dobbiamo essere con- sapevoli, allargando lo sguardo, che proprio in questo momento siamo chiamati a fare delle scelte importanti, che possono rivelarsi cruciali". Mentre si attende anco- ra l'elezione dei presidenti di Camera e Senato, che prelude alla scelta del nuovo presidente del Consiglio, restano da fare scelte cruciali. Innanzitutto, per Gentiloni, "c'è quella di dedicar- ci alla cura delle cicatrici dal punto di vista sociale ed econo- mico. Occorre metterle al centro dell'azione politica perché la crisi è stata lunga e in molte parti del Paese non siamo tornati ai livelli di reddito precedenti". " Una missione importante per la sicurezza internazionale, la stabilità dell'Afghanistan e per l'onore dell'Italia. Grazie per la dedizione con cui svolgete un compito importante per la Patria". Queste le parole scritte dal ministro della Difesa Roberta Pinotti nell'albo d'onore del 152° Reggimento F anteria "Sassari" durante la visita al Contingente italiano ad Herat. Il ministro ha affrontato i temi della sicurezza in Afghanistan con il ministro afgano Tariq Shah Bahrami, in collegamento telefonico. Apprezzamento e riconoscenza sono stati espressi dalle autorità locali che hanno elogiato il lavoro del contingente italiano in favore delle forze di sicurezza che, grazie all'adde- stramento e alla consulenza for- niti dagli istruttori, sono più effi- caci ed autonome e pos s ono garantire migliori condizioni per uno sviluppo economico e socia- le dell'intera regione ovest. Parlando alle donne e agli uomini del contingente italiano schierati nel piazzale di Camp Arena, il ministro ha aggiunto: "Il lavoro che state facendo è fondamentale. Costruire le Forze di Sicurezza è un prerequisito perché qualsiasi Paese possa vivere in libertà. La misura del vostro operato è tangibile, i dati degli iscritti all'università, circa 10.000 di cui il 40% donne, dimostra come questo Paese stia uscendo da un incubo. Quando siamo arrivati in Afghanistan le bambine non potevano neppure andare a scuola. Il lavoro da voi fatto ci rende orgogliosi". A f g h a n i s t a n , r i s u l t a t i dalla missione italiana Il ministro Pinotti a Camp Arena in Afghanistan SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI