L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-22-2018

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GIOVEDÌ 22 MARZO 2018 www.italoamericano.org 7 L'Italo-Americano IN ITALIANO | P roprio come il resto del mondo, l'Italia ha seguito con interesse il lavoro di POTUS, sia a livello nazionale che internazionale. La curiosità si è trasformata in vera e propria preoccupazione nelle ultime due s e t t i m a n e , d o p o a v e r s a p u t o d e l l a p o t e n z i a l e i m p l e m e n - tazione dei dazi per l'impor- tazione di acciaio e alluminio, mossa a cui stava pensando già da un po', secondo i più infor- mati, ma che finora si era riusciti a rimandare. La reazione dell'UE e della Cina, in particolare, è stata immediata e gli avverti- menti contro la mis ura s ono aumentati in entrambe le aree del mondo. P i ù c h e a l t r o i n q u e s t o m o m e n t o , a p r e o c c u p a r e g l i americani è la paura della rap- presaglia, e a tenere svegli gli italiani di notte c'è quella di indebolire potenzialmente un rapporto commerciale estrema- mente lucroso e ben funzionante. L a v e r i t à è c h e , s e c o n d o g l i esperti, nessuno uscirà vincitore se verranno applicate le nuove p o l i t i c h e d e l P r e s i d e n t e : rischierebbero di mettere un freno alla lenta ripresa economi- ca in corso nel mondo e di creare una tragica reazione a catena f a t t a d i s i m i l i i m p o s i z i o n i finanziarie verso gli Stati Uniti. E nessuno, l'Italia in primis, lo vuole. Sì, perché il rapporto tra il Bel Paese e gli Stati Uniti non è fatto solo di rispetto reciproco e ammirazione mai nascosta - in parte anche costruita sulle spalle e sui cuori dei tanti italiani di americani che mantengono forti legami con il Paese dei loro a n t e n a t i - m a a n c h e s u u n o scambio commerciale florido e ben oliato. L'Italia, lo sappiamo tutti, ha f a t t o d e l c o m m e r c i o e d e l l a popolarità delle sue eccellenze nel mondo, la punta di diamante del suo recupero finanziario, con gli Stati Uniti che rappresentano il terzo più grande importatore di beni italiani tra tutte le nazioni; da parte loro gli americani com- prano con piacere dagli italiani e fanno della penisola il loro otta- vo mercato di importazione più importante. Solo per fare un esempio, nel 2017 un decimo dei proventi delle esportazioni ital- iane proveniva dagli Stati Uniti, con un aumento del 137% rispet- to al 2009. A n c h e s e a p p l i c a t e s o l o all'acciaio e all'alluminio, le tar- i f f e d i T r u m p p o t r e b b e r o incidere enormemente sul mer- cato italiano: esportiamo circa 500mila tonnellate di semilavo- rati negli Stati Uniti, per un red- dito totale di circa 700 milioni di dollari e l'industria è destinata a s u b i r e l e c o n s e g u e n z e s e l e nuove misure non includono uno status speciale per l'UE. Ma la situazione potrebbe davvero diventare tragica, pen- sano gli italiani, se si intensifi- cassero: e se la stessa misura dovesse essere applicata ad altri settori del Made in Italy, come la moda e l'industria del cibo e del vino? E che dire dei mezzi di trasporto (del valore di oltre 8 miliardi di euro), dei macchinari (6,75 miliardi di euro) o dei prodotti farmaceutici (quasi 3 miliardi di euro)? La domanda ha preoccupato immensamente l ' I t a l i a , e p p u r e n o n c i s o n o risposte certe. Diamo un'occhiata più det- tagliata a quanto vale il commer- cio con gli Stati Uniti per noi italiani. Abbiamo detto i trasporti: q u e s t a è , i n f a t t i , l a p r i m a esportazione italiana negli Stati Uniti. L'America compra non solo auto da noi, ma anche navi e veicoli specializzati per un totale di quasi 11 miliardi di euro all'anno. Anche i prodotti farmaceutici, come detto, pesano molto sulle nostre entrate ameri- cane, anche se questo è l'unico settore in cui importiamo dagli Stati più di quanto esportiamo. Ma parliamo finalmente di cosa pensiamo davvero da quan- do sono uscite le notizie sulle tariffe: cosa potrebbe succedere all'arrivo in America sui prodotti più amati d'Italia: cibo, vino, moda o arte? Le esportazioni di cibo e vino negli Stati Uniti val- gono 4 miliardi di euro all'anno e questo è uno dei settori com- merciali in più rapida crescita per il nostro Paese: il 10% di ciò che vendiamo all'estero, va in America. Ma per alcuni dei nos- t r i p r o d o t t i p i ù f a m o s i e tradizionali - pensiamo al for- maggio e al vino, per esempio - g l i S t a t i U n i t i s o n o i l p r i m o Paese di esportazione: il vino italiano è quello che gli ameri- cani acquistano di più, seguito dai formaggi italiani, spendendo circa 1,2 miliardi di euro per il primo e 285 milioni di euro per i secondi, ogni anno. E non par- liamo di cibo di basso livello, ma dei nostri prodotti DOP (Denom- inazione di Origine Protetta), il vero cuore e anima del settore agroalimentare italiano. E la moda? Bene, anche se gli Stati Uniti non sono il nostro primo mercato internazionale, ricevono una medaglia di bronzo molto importante dopo Germania e Francia. Ciò che è più impor- tante è che le importazioni ital- iane di moda negli Stati Uniti sono cresciute costantemente negli ultimi anni, specialmente quando si tratta di prodotti in pelle: pensate a scarpe, borse e accessori. Sicuramente, se tariffe come quelle proposte per i metalli dovessero essere applicate ad altri prodotti italiani, la perdita non colpirebbe solo l'Italia, ma anche gli Stati Uniti. I prodotti italiani, quelle stesse cose che gli americani hanno imparato ad amare e che per molti rappresen- tano un legame molto forte e sig- nificativo con la loro storia pas- s a t a e f a m i l i a r e , p o s s o n o diventare più rari e costosi, pos- sono diventare "elitari". E questo non dovrebbe accadere, special- mente in un Paese dove tanti si definiscono orgogliosamente italoamericani, il bel risultato di due grandi culture che si incon- trano. Se, pragmaticamente par- l a n d o , l a p e r d i t a e c o n o m i c a sarebbe enorme per l'Italia e per m o l t i r i v e n d i t o r i n e g l i S t a t i Uniti, sento che la perdita emoti- v a e c u l t u r a l e , l a r o t t u r a d i questo bellissimo ponte ideale Le tariffe d'importazione di Trump: cosa rischia l'Italia? tra una sponda dell'Atlantico e l ' a l t r a , f a t t a d i p r e l i b a t e z z e , b e l l e z z a e r i c o r d i , p o t r e b b e essere anche più tragica: perché essere in grado di accedere a pic- c o l e c o s e c h e r i c o r d a n o u n a vacanza, una casa, un padre o u n a n o n n a è p i ù p r e z i o s o d i qualsiasi altra cosa. P e r c h é e s s e r e i n g r a d o d i portare a casa, o indossare ogni giorno un piccolo pezzo della propria identità e patrimonio è un grande dono da fare ideal- mente a tutte quelle generazioni che non hanno potuto permetter- si di fare proprio questo e che, nonostante la nostalgia di un Paese che non avrebbero più visto, hanno deciso di fare degli Stati Uniti la propria terra. Lì, furono accolti e là, hanno pros- perato. E molti di voi che leggono proprio ora sono i loro nipoti e pronipoti: a voi, e a noi qui in Italia, che pensiamo ai nostri "cugini d'oltreoceano" con affet- to illimitato, le tariffe di impor- tazione potrebbero essere più di un problema economico, potreb- bero finire per farci sentire un po' più soli e più distanti da luoghi e persone che amiamo. Tra i tanti prodotti che rischierebbero di essere colpiti dalle Import Tax di Trump c'è anche il prosciutto crudo NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ

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