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GIOVEDÌ 22 MARZO 2018 www.italoamericano.org 9 L'Italo-Americano IN ITALIANO | D a quando sono tor- nata in Italia, circa 4 anni fa, ho scoperto di avere una pas- sione per il canto e mi sono unita a un coro polifoni- co: cantiamo soprattutto in chiesa, facciamo concerti occa- sionali e, naturalmente, in questo periodo dell'anno lavoriamo fuori orario, poiché le celebrazioni della Settimana Santa sono abbastanza intense e cantiamo quasi ogni giorno. Quest'anno il nostro parroco, ha chiesto se potevamo imparare il Miserere dell'Allegri: "E' davvero difficile da imparare, ma bello". Bello non è un termine suffi- ciente per descrivere questo pezzo di musica barocca che, stranamente, rimane in gran parte sconosciuto agli ascoltatori di musica mainstream. Il Miserere di Allegri era stato esplicitamente composto per essere eseguito nella Cappella Sistina, solo durante la Settimana Santa, e nes- suno poteva nemmeno pensare di cantarlo fuori da quelle mura e al di fuori di quei giorni, o sareb- bero morti. Abbastanza letteral- mente, perché chiunque lo avesse fatto poteva, a quanto pare, essere condannato. Dico altro fra un minuto. La storia della composizione, in effetti, è parecchio interes- sante, ed una semplice ricerca ha portato alla luce una serie di curiosità su di essa e sul suo autore, permettendo di chiarire almeno alcuni dei misteri che cir- condano entrambi. Allegri compose il suo Mis- erere intorno al 1630, specifica- mente per l'Officium Tenebrarum della Cappella Sistina. Non è stato il primo né l'ultimo ad essere creato, ma la sua bellezza, la sua storia e, in effetti, il mis- tero che lo circondava hanno reso il tutto unico. Alcuni fatti curiosi si possono già dire sullo stesso Allegri che, per qualche tempo, fu erroneamente ritenuto legato al Correggio, il pittore, nato Anto- nio Allegri. Leggende volevano anche che fosse un castrato, che cantasse come un contralto, anche se i suoi ritratti, che lo mostrano sempre con la barba, sembrano rendere ciò improba- bile. Per quanto affascinante possa essere la vita e la persona di Alle- gri, il suo Miserere lo è di più. Papa Urbano VIII diede al com- positore il compito di creare un'- opera da eseguire durante la Set- timana Santa e lui venne fuori con il Miserere: era così bello, così intimo e toccante, che il Papa - e questa è storia – proibì la sua esecuzione al di fuori del Vaticano. Il divieto è stato uffi- cialmente esteso anche alla sua partitura, che non poteva essere copiata o venduta. Ora, l'intera faccenda della sentenza a morte, a quanto pare, era più di una leggenda metropolitana, così vis- tosa e popolare che ha raggiunto i nostri tempi, facendo ancora felicemente il giro tra musicisti e cantori. Il lavoro di Allegri è diventato così famoso che le per- sone visitano il Vaticano in occa- sione delle celebrazioni della Set- timana Santa solo per poterlo ascoltare. Ora, la Cappella Sistina era ben nota per il talento del suo coro e dei suoi cantori, che erano considerati veri virtuosi vocali particolarmente apprezzati per i loro abbellimenti, cioè per le variazioni alla composizione originale di un pezzo, per pure ragioni estetiche. Tutti i cori hanno apportato abbellimenti alla maggior parte dei pezzi musicali, e il Miserere di Allegri non è un'eccezione: e qui inizia la parte più succosa del mistero, quella del Do alto. Ora, un Do alto è una nota che si vede raramente nella musica corale: la trovi, naturalmente, nelle arie d'opera per soprani, ma sono a malapena presenti nelle composizioni sacre. Tuttavia, tendevano a comparire nei tanti svolazzi tipici dell'epoca barocca, quei virtuosismi su cui il coro della Cappella Sistina aveva costruito la sua reputazione. E uno si è introdotto furtivamente anche nel Miserere di Allegri. Il Do alto non era nella partitura originale, ma la versione che lo conteneva era quella a cui le per- sone si erano abituate e finì per diventare più originale dell'origi- nale. Perché, come abbiamo detto, trascrivere la partitura era ille- gale, molti musicisti non si erano mai resi conto che il Do alto non veniva dalla penna di Allegri, ma era un'aggiunta successiva. Anzi, si noti che gli alti erano ancora meno comuni in quegli anni di quanto non siano nella musica operistica romantica o contempo- ranea e, quando venivano esegui- ti, venivano solitamente fatti esi- bire i talenti canori di un bambino o, ancor più spesso, di un castra- to. Quindi, la versione del Mis- erere che conosciamo oggi non è esattamente quella creata da Alle- gri, ma piuttosto una variazione, il risultato di secoli di esibizioni di virtuosi e dell'impossibilità di avere accesso al vero manoscritto del pezzo. Sì, un manoscritto inaccessi- bile, ma questo non vuol dire che qualcuno non sia riuscito a met- tere quegli appunti su un pezzo di carta. Tutti, a memoria, dopo averli ascoltati una sola volta: fu Wolfgang Amadeus Mozart che, alla tenera età di 14 anni, mentre viaggiava per l'Europa con il padre Leopoldo, si fermò in Vati- cano e decise di partecipare alle liturgie della Settimana Santa. La leggenda dice che ascoltò il Mis- erere il Giovedì santo mattina, lo trascrisse quando tornò a casa e tornò di nuovo in Cappella Sistina il Venerdì Santo con la trascrizione nascosta nel cappello, per aggiustare i pochi errori che aveva commesso. Quando il Papa venne a conoscenza dell'intrepida iniziati- va del giovane Wolfgang, ne fu così divertito e, oserei dire, fu stupito dal suo talento, che non solo non lo punì, ma gli assegnò lo Speron d'Oro, o Golden Spur, un Ordine del cavalierato papale. Mozart non è stato l'unico a giocare uno scherzetto a quelli della Schola Cantorum della Sistina "rubando" una trascrizione della composizione. Nel 1831 Felix Mendelsshon Bartholdy trascrisse anch'egli il pezzo a memoria, alzandolo di una quarta rispetto all'originale: il sol dell'Allegri divenne cos,ì un do sovracuto. Dopo un secolo di partiture elaborate sulla base di trascrizioni anonime e versioni Musica proibita: il Miserere di Allegri non ufficiali di quella originale, fu l'Austriaco Robert Haas, nel 1931, a stardadizzarla, inserendo il do sovracuto ufficialmente. La versione odierna del Mis- erere di Allegri potrà non essere identica all'original ma certa- mente non ha perso nulla della sua originale bellezza e pathos. Un pezzo da ascoltare assoluta- mente. Un coro di voci bianche della Cappella Sistina. I loro predecessori del 17mo secolo furono i primi a cantare il Miserere e a introdurre il do sovracuto nelle loro esecuzioni LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA Papa Urbano VIII commissionò a Gregorio Allegri la composizione del Miserere