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www.italoamericano.org 15 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 22 MARZO 2018 C he periodo folle, quegli anni ' 60, quando imperavano i pantaloni a zampa d'elefante, la Bea- tlemania faceva furore, e ogni casa alla moda aveva una lampa- da Lava. Era anche l'epoca in cui un uomo d'affari e imprenditore italiano pensava fosse una buona idea spianare un intero villaggio a nord di Milano per costruire il suo sogno, un parco giochi per adulti ... una città dei balocchi. La piccola e rurale Consonno sorgeva relativamente indistur- bata ai piedi delle Alpi italiane da secoli, i suoi pochi abitanti si guadagnavano da vivere con la terra. Niente di più di uno spetta- tore del tempo che passa, il vil- laggio fu costretto a diventare protagonista involontario del declino dopo la II Guerra mon- diale quando l'Italia visse il suo boom economico durato un paio di decenni: il miracolo economi- co. La popolazione media di circa 300 persone si ridusse a circa 60 abitanti nel 1958, poi- chè molti se ne andarono nelle aree urbane per le opportunità di lavoro che là c'erano. La nuova Consonno Il conte M ario Bagno, imprenditore di visione e ric- chezza, stava cavalcando l'onda di ques to boom economico, costruendo strade e aeroporti in tutta Italia. Uno di questi proget- ti nel 1960 lo ha portato faccia a faccia con Consonno: fu la rive- lazione della sua idea, a lungo immaginata, di una Las Vegas in stile italiano. Situata a solo un'ora a nord di Milano, Bagno l'ha ritenuto il luogo ideale per una fuga edonistica dell'elite urbana di Milano, così come per una grande attrazione turistica. L'esperto uomo d'affari non perse tempo. Nel 1961 aveva stretto un accordo con la vicina Olignate per finanziare e costrui- re una strada che collegasse Consonno con l'arteria principale a sud. Al completamento, la stra- da divenne immediatamente una via di accesso per bulldozer e macchine pesanti, il loro infausto rimbombo un presagio metafori- co di ciò che attendeva gli ignari abitanti. Prima che l'inchiostro fosse asciutto sulla transazione da 22,5 milioni di lire e sull'atto di morte del paese (pari a circa 14.500 dollari), iniziò la demoli- zione del villaggio. Alcuni dicono che i cittadini non erano nemmeno a conoscen- za dei piani fino a quando non videro i bulldozer alle loro porte; tuttavia, la reazione iniziale fu favorevole. Il conte prometteva lavoro e alloggio a coloro che rimanevano, così come i benefici economici di una grande attra- zione turistica dove prima c'era la nuda sussistenza. Le vecchie strutture secolari trovarono rapidamente la fine, lasciando nient'altro che terra pulita e ricordi dimenticati. Solo la cappella del 13° secolo, la sua canonica e il cimitero adiacente furono risparmiati. Un'intera col- lina venne sbancata per offrire una migliore visione delle Alpi, mentre altre movimentazioni massicce di terra rimodellarono ciò che la natura aveva già scol- pito. Dalla polvere, il sogno di Bagno di un parco giochi scintil- lante e affascinante cominciò a prendere forma, sollevandosi come una vistosa fenice dalle ceneri del paese. La città d ei b alocch i d i Bagno La visione del Conte della s ua " Città dei balocchi" era grandiosa: includeva stili archi- tettonici da tutto il mondo per ospitare casinò, negozi, ristoran- ti, locali musicali, hotel di lusso e altro ancora. Un minareto tor- reggiante si ergeva sopra gli spazi commerciali, mentre i ter- reni circostanti sfoggiavano edi- fici in stile pagoda, alcuni sor- montati da cannoni - per difendersi da ciò che solo Bagno sapeva. L'ingresso era un castello finto che si innalzava, mentre altri edifici assomigliavano a palazzi, tutti progettati per impressionare e meravigliare. Ma quasi come un presagio, il progetto di Bagno era pieno di contrattempi. Le frane maggiori del 1966 e del 1967 a causa dei suoi riarrangiamenti topografici bloccarono la strada principale, riducendo il flusso turistico che s i s tava già rivers ando s ulle attrazioni completate. La costru- zione continuò, tuttavia Bagno cambiò idea a metà s trada e richiese di abbandonare un pro- getto e di rifarne un altro. Si buttò a capofitto nell'architettare e realizzare i suoi piani frenetici per zoo, ippodromo, campi da basket, aree fieristiche, pista di pattinaggio e altro ancora. Gli anni tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70 furo- no il periodo di massimo splen- dore per lo stile Las Vegas di Bagno. Un centro per matrimoni, soirée nel fine settimana e giochi per adulti, Consonno, anche se mai completata, visse la sua immagine reinventata, come pro- clamato sui cartelli pubblicitari: A Cons onno è s empre fes ta; Consonno, il più piccolo ma il più bel paese del mondo; a Con- sonno i cieli sono più blu. Verso la metà degli anni '70, l'attrattività della cittadina era calata, riflettendo la s pirale discendente dell'economia italia- na. I pochi residenti rimasti con grandi speranze non hanno rac- colto molto più di bassi salari e Consonno, l'abbandonata "Città dei balocchi" italiana alloggi sotto gli standard. L'ulti- mo locale ha chiuso nel 1975. Con un'aria di giustizia poetica, madre natura ha dato il colpo di grazia quando una grave frana, nel 1976, ha bloccato Consonno, lasciandola quasi abbandonata. Il conte Bagno, tuttavia, rifiutò di lasciar morire la sua visione. Nel 1981 riparò la stra- da franata, ma questa volta i turisti non tornarono. Sperando in un'altra rinascita della fenice, trasformò l'edificio con il mina- reto in una casa di riposo, spe- rando che la tranquillità della campagna attirasse i residenti. Il progetto raccolse con un certo successo; tuttavia, la scomparsa del conte nel 1995 ha lasciato chi gli è sopravvissuto con zero interesse per Consonno. Anche se la casa di riposo è rimasta aperta fino al 2007, non è mai stata mantenuta, né migliorata, ed è andata in rovina. Ad aggiungere la beffa al grande danno, il 2007 ha visto i resti di Consonno ospitare un evento non autorizzato cono- sciuto come rave: una lunga festa di droga e alcol durante il fine settimana. I giorni di gloria di Cons onno non erano che ricordi, e vennero sostituiti da rifiuti, spazzatura, vetri rotti, sta- tue rovesciate e graffiti. Consonno risorge ancora una volta (in qualche modo) Duro e determinato, lo spirito di Consonno sta trovando una rinascita. E in modi insoliti che molto probabilmente delizieran- no il conte Bagno. Raggiungibi- le da un punto di vista stradale, una ragionevole escursione porta i curiosi a Consonno a vedere cosa si nasconde dietro la barrie- ra di sicurezza. Anche se l'in- gresso non è vietato, ci sono segnali di avvertimento dei peri- coli ... vai a tuo rischio e perico- lo. E lo fanno. I fotografi arriva- no a frotte; il Campionato annuale di Nascondino si è svol- to qui nel 2017; scene di film, spot pubblicitari e video musica- li hanno trovato in Consonno una location perfetta. Un'asso- ciazione conosciuta come Amici di Consonno si sforza anche di dare vita alla città. Grazie al loro impegno, un edificio ristruttura- to ospita ora Bar la Spinada, aperto tutte le domeniche da Pasqua ad ottobre. Anche molti piccoli festival sono organizzati e gestiti dagli Amici, grazie a volontari che curano Consonno e la sua memoria. Gli eredi del conte Mario Bagno mantengono ancora piede a Consonno e, proprio come il loro antenato, hanno piani imprenditoriali. Sono pronti pro- getti per nuovi edifici residen- ziali e commerciali dove ora si trova solo rovina e tutto è in vendita per soli 12 milioni di euro. Se avete mai voluto posse- dere un villaggio ... Consonno doveva essere un luogo di villeggiatura e divertimento, ma oggi, a parte qualche mese durante l'estate, è un luogo abbandonato GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO