L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-22-2018

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GIOVEDÌ 22 MARZO 2018 www.italoamericano.org 5 L'Italo-Americano IN ITALIANO | no, ne sono certo, custodisce ricordi di ore trascorse in cucina ad osservare attentamente le nonne intente a fare la torta pasqualina, i tortellini, i cestini pasquali con pasta di pane dolce e uova intere. La maggior parte di noi sente ancora il calore di quei primi giorni di primavera, di quel- la speciale domenica profumata di incenso, che si riempie dei bei suoni di voci perfettamente into- nate provenienti dalla chiesa loca- le, la musica che riempie le nostre giovani anime di un senso di sog- gezione intangibile e travolgente, le prime sensazioni di quelle emo- zioni profonde e toccanti che solo la bellezza dell'arte permette di sperimentare. In quanto Paese di tradizioni, e in particolare di tradizione cattoli- ca, il periodo pasquale, special- mente la settimana precedente la domenica di Pasqua, è anche un momento in cui ogni città, villag- gio e parrocchia del Paese apre lo scrigno della storia, tira fuori il suo miglior vestito della festa e si prepara ad onorare il Salvatore e, di fatto, la tradizione. Il Venerdì Santo è il giorno più importante della Settimana Santa, in quanto commemora la morte di Gesù Cristo: non sorprende che le cerimonie e le celebrazioni tradi- zionali si svolgano ovunque nel Paese: nella mia città c'è una lunga messa, con bella musica e centinaia di partecipanti. Ci sono alcuni posti però, dove celebrare il Venerdì Santo è un gradino sopra qualsiasi altro luogo, come a Pro- cida. Procida, Procida: bellissima isola della Campania, il blu del suo mare si fonde in un cielo di tranquillità. Conosciuta e amata dai greci di Cuma, che ai tempi della Magna Grecia, ne fecero la loro nuova casa. Poi vennero i Romani e, nel Medioevo, i Lon- gobardi e i Normanni, anche qualche incursione dei Mori. Nei tempi moderni si ebbe la crescita della cantieristica navale, che entrò in un declino senza fine all'inizio del 20° secolo. Procida, così bella ed eterea, è diventata fonte d'ispirazione per la poesia e la prosa: Lamartine e Morante vi ambientarono belle storie. Anche il cinema l'ha scelta, in anni recenti, come splendido set: si pensi a Il Postino e al Talento di Mr. Ripley. Ma la ragione per cui idealmente vogliamo visitare Procida oggi, è tutta storica e spi- rituale e, come spesso accade quando si decide di fare con me questi piccoli viaggi estempora- nei, questo tour ci riporta indietro di qualche secolo, e più precisa- mente alla fine del 17° secolo. È allora che la Confraternita dei Turchini - nome che richiama splendidamente il colore del mare di Procida, il turchese - fece la prima Processione del Venerdì Santo: in essa, tutti gli uomini dell'isola indossarono l'uniforme tipica del confratello, veste bianca e manto turchese, per portare sulle spalle robuste i Misteri, rap- presentazioni artistiche tradizio- nali di importanti eventi della vita di Cristo. Proprio come dipinti tridimensionali, i Misteri attirano nel loro mondo, fatto di meravi- glia spirituale, di creatività e ispi- razione artistica. La processione, che attraversa il centro storico di Procida da Terra Murata al Porto della Mari- na Grande, probabilmente ebbe luogo per la prima volta, anche se non in questa forma specifica, circa un secolo prima che i Tur- chini se ne appropriassero. Infatti, sacre processioni e Misteri erano già diffuse allora: anche Napoli aveva le sue, organizzate sempre da una confraternita. Quello che colpisce di più della Processione dei Misteri di Procida è il modo in cui si è man- tenuta fedele nel corso dei secoli alle sue prime rappresentazioni. Se avete la fortuna di partecipare, pensateci: state assistendo a qual- cosa di più vecchio degli Stati Uniti, qualcosa a cui hanno parte- cipato generazioni e generazioni di uomini e donne, i primi diretta- mente, le seconde con le preghie- re. Qualcosa la cui antica energia ancestrale vive ancora negli occhi, nelle mani, nelle spalle e nei cuori di coloro che la animano oggi. La Processione inizia all'alba, il Venerdì Santo: tutti i Misteri sono lì, nella piazza di Terra Murata, appena fuori l'Abbazia di San Michele Arcangelo: pensate alla bellezza di quel silenzio, pen- sate a come i nostri sensi sono vivi e pronti a sentire, in quelle prime ore del giorno. Già questo è qualcosa che vale la pena vivere. Il suono di una tromba e tre tam- buri spezzano la quiete dell'aria: è così che, in epoca romana, era annunciato il passaggio dei con- dannati a morte. Per tutta la durata della proces- sione, questo è ciò che ascolterete, un mesto memento della morte, un cenno alla storia, una preghiera addolorata, per coloro che credo- no. La processione procede, attra- verso strade e vicoli, tamburi e trombe, sussurrando voci in pre- ghiera, fermandosi qua e là - gli stessi luoghi, da centinaia di anni - per un momento di meditazione, di silenzio, di contemplazione. I Misteri sono in prima fila nella processione, seguiti dalle statue religiose tradizionali: quella del Cristo Morto, un pezzo del XVIII secolo di Carmine Lantri- ceni, quella della Madonna Addo- lorata, più recente, realizzata nel XIX secolo e il Pallio, un baldac- chino funebre tradizionale. Dietro la statua della Vergine Maria, gli Angioletti: bambini di circa due anni, portati tra le braccia degli adulti, con indosso abiti neri e oro, che ricordano l'abito della Madonna Addolorata. E poi, ovviamente, c'è la musi- ca. La banda musicale locale segue le statue e i Misteri, suona marce e inni religiosi, voci che si mescolano e si alzano nell'aria del mattino. Quindi i sacerdoti, i cele- branti, le autorità locali e il popo- lo. Molte, molte persone, soprat- tutto fedeli, ma anche turisti, curiosi, amanti del patrimonio locale. Tutti certamente rapiti dalla bellezza e dal pathos della ceri- monia, alcuni portati a pensare e riflettere sulla forza della nostra storia e delle nostre tradizioni, altri sulla forza della spiritualità. Un modo magnifico, in ogni caso, di vivere una giornata significati- va nel mare turchese di Procida. Il Venerdì Santo, storia e fede si tengono per mano a Procida La gente di Procida segue la processione anche dalle proprie case, come avviene tradizionalmente in Italia NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ Continua da pagina 1 Il Mistero rappresentante la morte di Gesù

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