L'Italo-Americano

italoamericano-digital-4-5-2018

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GIOVEDÌ 5 APRILE 2018 www.italoamericano.org 33 Le cooperative vinicole italiane: trovare valore e principio sciuto localmente come Picotendro, con percentuali minori di altre va- rietà locali ammissibili come Gros Vien, Fumin, Cornalin e Neyret. La Kiuva produce anche vini bian- I membri della cooperativa Sch- reckbichl Colterenzio in Alto Adige potrebbero considerarsi, an- che se solo un po', ribelli e pionieri. In vero stile ribelle, gli originari 28 N el mondo del vino italiano, cantine strutturate in modo cooperativo o "coo- perative" - organiz- zazioni collettive per la produzione di vino - non sono sempre state as- sociate ai più alti livelli di qualità. Ma non lasciatevi ingannare da un'osservazione a volte accurata, ma non sempre vera. Ci sono infatti solide eccezioni. In effetti, alcune cooperative italiane non sono solo fonti di vino di alta qualità, ma an- che fonti di valore reale. Anno dopo anno, i Produttori del Barbaresco si sono fatti un nome mantenendo con orgoglio i più alti standard di qualità e prati- che. I Produttori del Barbaresco sono i successori dell'originale Cantine Sociali fondata nel 1893 da Domizio Cavazza, preside della Reale Scuola Enologica di Alba. Durante gli anni '30, i 9 membri proprietari del vigneto che si uni- rono per produrre vino solo dal vi- tigno Nebbiolo, furono costretti a chiudere la cooperativa a causa della politica economica fascista. Quando nel 1958 un sacerdote del posto riconobbe che i coltivatori avrebbero fatto meglio a condivi- dere le risorse, una "versione 2.0" della cooperativa fu rifondata come Produttori del Barbaresco con una partecipazione di 19 coltivatori. Oggi la cooperativa si è ampliata fino ad includere 50 famiglie che lavorano 100 ettari di vigneti Neb- biolo nella zona del Barbaresco DOCG, con ciascuna famiglia che gestisce la propria terra. Ogni an- nata, i Produttori del Barbaresco producono Barbaresco proveniente da diversi vigneti Nebbiolo, un Langhe Nebbiolo da bere presto e, in annate appropriate, vini mono- varietali da 9 cru di Nebbiolo. La produzione annuale si aggira sulle 500.000 bottiglie. La cooperativa La Kiuva, fon- data nel 1975, ha sede ad Arnad in Valle d'Aosta e ha fama di produrre vini di altissima qualità. La Kiuva ha incoraggiato i membri a ripri- stinare e reimpiantare vigneti semi- abbandonati, uno sforzo in grado non solo di aumentare la gamma dei vini prodotti, ma anche di mi- gliorare la continuità delle varietà autoctone di uve da vino. È in corso un'entusiasmante iniziativa sulla selezione dei lieviti locali per distinguere e caratterizzare i vini di La Kiuva. La cooperativa com- prende circa 60 coltivatori che la- vorano circa 25 ettari di vigneti si- tuati a un'altitudine considerevole tra 380 e 500 metri. Per i vitigni a bacca bianca più aromatici ven- gono utilizzati siti ben drenanti di maggiore altitudine, mentre le quote inferiori sono riservate alle uve utilizzate nei vini rossi. I vini rossi di La Kiuva sono prevalente- mente a base di Nebbiolo, cono- chi con prodotti come Petite Ar- vine, Chardonnay, Pinot Gris e Muller-Thurgau. La produzione an- nuale è compresa tra 70.000 e 90.000 bottiglie. produttori vitivinicoli che la fon- darono nel 1926, istituirono la can- tina come atto per rendersi indi- pendenti dai commercianti di vino. In un momento in cui la parola del giorno, per quanto riguarda la qua- lità, era ordinaria, i viticoltori di Colterenzio furono a loro volta pio- nieri, introducendo standard di qualità come le basse rese (per un'uva migliore) alla ricerca di pa- rametri di qualità senza compro- messi. Una filosofia di produzione incentrata sulla qualità ha fornito ai soci una piattaforma e una base di conoscenze in costante miglio- ramento per sperimentare varietà di uva e vini. Oggi, le 300 famiglie associate lavorano per alimentare le attività di Colterenzio e riman- gono impegnate a fornire uve di alta qualità alla moderna stazione di ricezione della cooperativa. Sh- reckbichl Colterenzio produce una varietà di vini rossi e bianchi come Pinot Nero, Lagrein, Vernatsch (Schiava), Pinot Bianco, Sauvi- gnon Blanc, Pfefferer (Moscato Giallo) e Muller Thurgau, solo per citarne alcuni. Il modello cooperativo ha al- cuni principi sociali molto interes- santi, che generano un metodo di lavoro che valorizza la comunità, l'uguaglianza, il far da sè / la re- sponsabilità, il lavoro di gruppo e la democrazia, insieme alle oppor- tunità di scambio di idee e trasfe- rimento di conoscenza. La diffi- coltà di lavorare su terreni accidentati, si potrebbe immagi- nare, è una motivazione partico- larmente buona per abbracciare l'e- tica e i principi del modello cooperativo: non è necessario fare da soli, cioè è un gruppo dove vince l'idea che insieme siamo mi- gliori, ha senza dubbio migliorato la qualità dei vini. Probabilmente l'unica cosa che si frappone tra voi e una bella bot- tiglia di vino di una delle principali cantine cooperative italiane è su- perare il piano di marketing che mira a far credere che solo le pic- cole aziende artigianali di produ- zione possono fare del buon vino. Di nuovo, un'osservazione che a volte è accurata, ma non sempre vera. Note di degustazione La Kiuva Arnad Montjovet Valle d'Aosta Rosso Fatto da un minimo di 70% di Nebbiolo e percentuali minori di altre uve rosse autorizzate Gros Vien, Neyret, Cornalin e Fumin, il vino offre frutta rosso ciliegia bril- lante con un attraente sottofondo, impressioni di rose, cuoio e spezie. Liscio in bocca con tannini fini e avvolgenti, acidità rinforzante, sen- tori di buccia di agrumi e mandorla sul finale. E' diverso da Barbaresco o Barolo, perchè più leggero, più fresco, pur conservando il tono am- maliante del Nebbiolo. VINO NEWS RECENSIONI TENDENZE L'Italo-Americano IN ITALIANO | In Italia le cooperative vinicole riescono a produrre vini di qualità Il mondo della viticoltura è una delle eccellenze Italiane La tradizione del Barbaresco e del buon vino, portata avanti anche dalla cooperativa Produttori del Babaresco

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