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www.italoamericano.org 15 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 19 APRILE 2018 A ppuntato come una spilla medievale sulle pendici del Monte Milocca, Castelbuono è il principale produttore di manna in tutta la regione mediterranea. In questo piccolo angolo del Parco delle Madonie, vicino Cefalù, la manna non cade dal cielo come il cibo mandato da Dio per sostene- re gli Israeliti durante i 40 giorni in cui vagarono nel deserto. Goc- ciola dai frassini. Ma ogni estate, un simile gua- dagno è una sorta di manna dal cielo per i Castelbuonesi. La spe- cialità è stata la loro principale fonte di reddito dal XVIII secolo. "La manna è uno zucchero natu- rale che proviene da un frassino speciale chiamato fraxinus ornus", dice Elisabeth Barreca, cittadina di Castelbuono e guida turistica certificata per l'intera isola della Sicilia. "La manna ha la forma di una stalattite bianca- stra vagamente dolce. Gocciola dai frassini di Castelbuono e della vicina città di Pollina". La linfa viene estratta facendo un taglio nella corteccia, su steli e rami. "Una volta essiccata sotto il sole caldo, viene raccolta da terra nelle settimane più calde dell'e- state e usata come dolcificante, lassativo, depurativo e anche per scopi cosmetici e medicinali", spiega Elisabeth. "Un consorzio di giovani produttori di recente creazione sta lavorando per far rivivere la cultura della manna", afferma. Il movimento Slow Food ne sostiene e incoraggia la produzione, contribuendo anche a mantenere viva la tradizione. La gente del posto la usa come ingrediente da tenere a portata di mano per cuocere al forno. "I negozi di pasticceria la usano per panettoni e torroncini", dice Eli- sabeth. Spiega che alcuni la con- siderano un ingrediente importan- te anche nel processo di produzione della birra. Inoltre, alcuni ristoranti di Castelbuono aromatizzano i piatti con essa. La manna è anche impiegata nell'in- dustria cosmetica grazie alle sue proprietà emollienti. "Alcune per- sone mettono addirittura manna liquida sul viso come maschera di bellezza", dice. Castelbuono è un villaggio ben conservato di classico aspetto medievale con un gioiello ina- spettato: il Castello di Ventimi- glia. "Fu costruito su una torre di avvistamento esistente nel 1317 dal potente conte Francesco I Ventimiglia, che rappresentò una delle più influenti famiglie sici- liane di tutti i tempi, la famiglia Ventimiglia". Da non perdere una visita alla cappella Palatina all'in- terno del parco del castello. La magnifica chiesa fu decorata tra il 1684 e il 1687 da Giuseppe e Giacomo Serpotta, due fratelli a cui è attribuito il passaggio degli stucchi siciliani da mestiere ad arte. "Qui, dietro la pala d'altare, custodita in un reliquiario d'ar- gento a forma di busto del 1521, si trova il teschio di Sant'Anna", la santa patrona della città, spiega Elisabeth. "I Castelbuonesi la considerano una madre che non cessa mai di proteggere i suoi figli". Il Sacro Teschio di Sant'Anna arrivò in città nel 1458 quando i Ventimiglia decisero di stabilirsi a Castelbuono. Originari di Venti- miglia, Liguria, hanno misteriosa- mente ricevuto la reliquia dal Castelbuono: il miracolo della manna e il Sacro Teschio Duca di Lorena, Francia. Un giorno, nel 1605, il monaco guar- diano rubò la reliquia e la portò a Palermo. Ha confessato solo sul letto di morte, nota Elisabeth. Finalmente, nel 1615, i Ventimi- glia restituirono la reliquia al loro castello e misero il busto reli- quiario in argento al sicuro nella cappella dietro una grata con diverse serrature. Alcuni dicono che durante la Seconda Guerra Mondiale i soldati americani ten- tarono di derubare Castelbuono anche della sua sacra reliquia. Ma le campane della chiesa suo- narono così forte e continuamen- te che tutti i Castelbuonesi si pre- cipitarono e furono in grado di scacciarli. La reliquia è visibile una volta all'anno durante la spet- tacolare Festa di Sant'Anna dal 25 al 27 luglio. Il castello ha anche un tunnel che conduce alla Chiesa di San Francesco che con- tiene un magnifico organo a canne di scuola veneziana. "È uno dei più antichi d'Europa", dice Elisabeth. Quali armonie celesti e piacevoli! È possibile trovare grande serenità nei suoni della natura tutt'intorno sulle colline delle Madonie, casa di oltre 160 specie tra cui cinghiali e gatti selvatici. Diversi tipi di falco, aquile e avvoltoi ne fanno un paradiso per i birdwatcher. Secondo la leggenda, queste montagne sono dove Ade portò la perspicace Persefone negli inferi. Sono belli e misteriosi. Il grande fascino di Castelbuono attira molti visitatori che finisco- no per trasferirsi lì. "Alcuni ame- ricani hanno scelto di vivere qui anche se non hanno alcun legame genealogico con la città", dice Elisabeth. Alcuni hanno sposato Castelbuonesi. "I siciliani amano gli americani", dice. "Ogni anno c'è sempre qualche cittadino sta- tunitense che visita il posto per cercare le proprie radici e trovare parenti persi da lungo tempo". Parecchi Castelbuonesi migraro- no negli Stati Uniti dal 1880 al 1920 e poi di nuovo dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il castello di Castelbuono è stato effettivamente acquistato all'asta dal Comune nel 1920 dopo che un gruppo di italoame- ricani della città ha sostenuto uno sforzo di raccolta fondi, osserva Elisabeth. "Castelbuono è una città a misura d'uomo", dice. È anche una destinazione estiva per gli amanti della musica. Un festi- val jazz, un popolare festival indie rock chiamato Ypsigrock e un festival di musica classica hanno luogo in luglio e agosto. La varietà del cibo a disposizione è sorprendente. Da non perdere il caciocavallo in crosta e la Testa di Turco, il dolce tipico della città. "Ma ciò che rende la mia città davvero speciale è l'ospita- lità della sua gente", dice Elisa- beth. La manna è utilizzata anche in cucina (Foto Robert Goodman) Il famoso reliquiario d'argento di Sant'Anna (Foto Robert Goodman) La facciata del castello di Castelbuono, anche conosciuto come Castello dei Ventimiglia GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO