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www.italoamericano.org 17 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 19 APRILE 2018 L a storia della ceramica risale a migliaia di anni fa nella preisto- ria. I viaggiatori intre- pidi sanno che i musei archeologici di tutto il mondo mettono in vetrina tutto, dalle curiose figurine di argilla votiva ai bei recipienti in ceramica uti- lizzati per tutto, dall'arredamento agli scopi funzionali, come la conservazione degli alimenti e la preparazione, fino alle stoviglie. Sono questi ultimi vasi di cerami- ca, piatti, vasi e grandi recipienti di stoccaggio che iniziano a segnare le origini della civiltà, lo sviluppo della cultura, dell'arte e del commercio tra tribù e nazioni. Il rinomato Prof. David Abulafia nel suo studio della storia del Mediterraneo, The Great Sea - Il Mar Grande, fa molto affidamen- to sulla diffusione della ceramica per tracciare lo sviluppo della cultura e le interazioni tra le varie civiltà in tutto il Mediterraneo. Dobbiamo molto di ciò che sap- piamo della storia della civiltà a quei semplici originali vasai, che scoprirono che se modellavano l'argilla umida in una forma e la riscaldavano, potevano creare un recipiente duraturo. Ciò di cui non si resero conto al momento è che il loro prodotto sarebbe anche stato una registrazione per- manente della loro cultura e, una volta scambiato, una traccia della sua dispersione in altre parti del Mediterraneo. Trovo interessante il fatto che un processo così semplice e per- sino primitivo possa aver prodot- to un retaggio così importante per le generazioni future. Mi sento particolarmente vicino perché, da studente universitario alla Fresno State, ho preso lezioni di cerami- ca da uno dei più famosi cerami- sti americani, l'immigrato austria- co Adolf Odorfer (1902-1995). Come professore d'arte alla Fre- sno State, a partire dalla metà degli anni '30, divenne un rino- mato ceramista. Durante quel semestre, sotto la direzione del Prof. Odorfer, ho imparato ad apprezzare la ceramica, poiché mi ha instillato un apprezzamento della ceramica per tutta la vita. Sono anche andato a fare un corso avanzato di ceramica in cui, con orgoglio, dopo quasi un semestre di tentativi, fui il primo a tirare fuori un cilindro da tren- tasei pollici sulla ruota del vasaio. Questo è il motivo per cui nel nostro più recente soggiorno in Italia questo gennaio, mentre facevamo il nostro sedicesimo viaggio culturale studentesco dal- l'Università di La Verne, Carole e io siamo andati nella piccola e relativamente sconosciuta città di Montelupo Fiorentino, a soli quindici minuti di treno da Firen- ze. Come abbiamo scoperto innu- merevoli altre volte, alcune delle città più piacevoli ma non visitate d'Italia sono a pochi minuti dalle principali città. Solo di recente, nel 1973, i lavoratori hanno trovato casual- mente in un pozzo dimenticato e abbandonato da tempo un'enor- me quantità di ceramiche scartate depositate più di mille anni fa. Questa scoperta ha gettato nuova luce sulla storia di Montelupo come importante centro cerami- co. Dopo la scoperta del sito, la comunità andò a lavorare con attenzione scavando e documen- tando ogni frammento e pezzo dissotterrato. Il prodotto finale del loro scavo è un piccolo museo ben organizzato di oltre 5, 550 pezzi dal 1200 alla fine del 1700 che delinea lo sviluppo della ceramica a Montelupo. Il biglietto per il museo consente inoltre di entrare gratuitamente in altri venti musei toscani di picco- la città, noti collettivamente come Museo Diffuso Empolese Valdelsa. La carta che si riceve è una mappa di venti altri siti di piccole città, la maggior parte delle quali non si trova sulla rotta del bus turistico. Ogni sala del Museo della Ceramica è organizzata attorno a un tema specifico. La prima stan- za inizia con alcuni dei pezzi più avanzati che riflettono l'ascesa di una classe dirigente, le stoviglie. La seconda sala contiene fram- menti del pozzo che mostrano alcuni dei disegni più elaborati dei vasai di Montelupo; la sala tre è un'affascinante mostra del primo laboratorio da vasaio, con il suo tornio a piedi. Questa ruota primitiva mi ricorda le delicate seghe di marmo azionate con i piedi in un altro museo notevole ma raramente visitato, l'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, dedi- cato alla produzione del marmo intarsiato rinascimentale. Possia- mo solo meravigliarci di come quei primi artigiani producevano opere d'arte senza tempo con stru- menti così primitivi. All'improv- viso, il mio successo sulla ruota da vasaio alla Fresno State è cala- to in considerazione. Il mio era elettrico. La stanza quattro, I capolavo- ri, contiene alcuni dei capolavori dei vasai di Montelupo. I disegni intricati e gli splendidi colori dei loro pezzi dalle forme armoniose riflettono l'altezza dello sviluppo sia della cultura rinascimentale che di Montelupo nel più ampio sviluppo culturale dell'epoca. Gli smalti costituivano l'abile connu- bio tra arte e scienza, tra artisti esperti e chimici informati che conoscevano la formula dei mate- riali da miscelare e a quale tem- peratura dovevano essere scaldati lo smalto e l'argilla. La Farmacia è un'altra affasci- nante visione della cultura rina- GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO scimentale, che cattura la cre- scente consapevolezza scientifica dell'epoca attraverso la fusione della medicina popolare e il pro- cesso scientifico nella cura dei disturbi. La ceramica divenne essenziale sia nella preparazione che nella conservazione di erbe e altri intrugli. Lo spettatore non può che meravigliarsi, avevano cure per il raffreddore e l'influen- za che ormai si sono perse? Carole e io potremmo aver bene- ficiato di questa scoperta que- st'anno a Firenze. C'è una sala dedicata a Gli Stemmi. La sovranità ha sempre avuto il controllo delle arti. La ceramica non ha fatto eccezione. Quale modo migliore per i reali di annunciare il loro potere e la loro presenza nella società se non attraverso piatti e vasi splendida- mente elaborati, smaltati e deco- rati. Esportandoli, le famiglie reali potevano mostrare il loro potere e la loro ricchezza in tutto il mondo mediterraneo. Appro- priatamente, c'è una stanza intito- lata Le esportazioni, dove Mon- telupo trova la sua giusta colloca- zione nella diffusione dei prodot- ti ceramici e, insieme a loro, della sua cultura nel resto del mondo mediterraneo. Come il Prof. Abulafia ha spiegato nel suo affascinante studio, possiamo vedere il ruolo che l'umile ma estremamente abile vasaio ha svolto nella trasversale fertilizza- zione delle culture in tutto il Mediterraneo. Inutile dire che, dopo ore in un museo in Italia, la ricompensa si trova sempre in un ristorante del posto per pranzo o cena. Ci siamo fermati all'ufficio turistico locale nel centro di Montelupo, abbiamo parlato con un giovane collaboratore e abbiamo trovato un ristorante. Google non è mai una buona idea quando si viag- gia. È meglio parlare con una persona, coinvolgere la cultura che ti circonda nel tuo migliore italiano, anche se è imperfetto. Perché sei lì, in fin dei conti? Dopo un piatto condiviso di gnocchi, secondo la stima di Carole il migliore in assoluto, e un piatto abbondante di bistecche al forno, maiale e coniglio, per non parlare di una bottiglia del vino locale, abbiamo fatto il nostro viaggio di ritorno in mac- china di un quarto d'ora. Oh, il nome del ristorante? L'ho dimen- ticato. Il divertimento sta sempre nella ricerca, purché si chieda a qualcuno nel tuo migliore italia- no. (Il libro più recente di Ken Scambray è Queen Calafia's Paradise: California and the Ita- lian American Novel). E' interessante come un'attività di per sé semplice sia diventata arte ad abbia prodotto un retaggio così importante per il futuro Montelupo Fiorentino: ceramica e storia Scorcio di Montelupo Fiorentino