L'Italo-Americano

italoamericano-digital-4-19-2018

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GIOVEDÌ 19 APRILE 2018 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | 19 I lussuosi banconi delle pro- fumerie pieni di celebrità dei moderni centri commerciali nascondono una storia affascinante, anche se biz- zarra. Le fragranze odierne offrono inebrianti bouquet di patchouli, vaniglia dolce, ambra e zucchero filato, invece le loro controparti antiche usavano odore di cervo, secrezioni anali di gatti e persino grasso di balena. Puah! Ci sono voluti secoli prima che il profumo diventasse l'affer- mazione personale che è oggi e per questo dobbiamo ringraziare l'Italia rinascimentale. Questa è la storia di come I Medici fiorentini e i commercianti veneziani di spezie donarono al mondo profu- mi liquidi, o Acqua Mirabilis. Gli italiani non sono stati i primi a volere un buon profumo. In realtà, l'impulso di circondarci di profumo risale a molto tempo addietro, ad almeno quattromila anni fa, agli antichi Egizi che erano grandi ammiratori dei pro- fumi. I primi profumi egizi erano strettamente legati alla religione, allo Stato, alla salute e alla bellez- za e si riteneva che la fragranza fosse il sudore di Ra, il dio del Sole. Gli Egizi hanno anche riconosciuto i benefici del profu- mo sulla salute e il benessere. Il profumo per abbellimento per- sonale era strettamente limitato alle persone con uno status più elevato, tuttavia, solo persone come il faraone e la sua corte indossavano i preziosi oli per il corpo. L'uso di profumo nell'Impero Romano era una questione com- pletamente diversa. La maggior parte delle per- sone aveva accesso al profumo, non solo coloro che prendevano le bottiglie di profumo lanciate nella trionfale parata di Giulio Cesare al ritorno dalla conquista dell'Egitto. Il profumo era parte intrinseca della vita quotidiana. Hanno persino inventato la paro- la: par fumum che significa attra- verso il fumo. I reperti archeo- logici hanno dimostrato che gli antichi avevano dozzine di ricette diverse che utilizzavano l'olio d'oliva come base, quindi aggiungevano estratti botanici di piante ed erbe. E all'apice del loro impiego si stima che i Romani utilizzassero all'anno oltre 2800 tonnellate di incenso importato e 550 tonnellate di mirra - entrambe resine aro- matiche d'albero - in prodotti di bellezza, profumi, oli da bagno e persino come balsamo per i piedi. Ma a differenza dei cosmetici di oggi, il profumo antico era ancora in gran parte basato su gomme, resine e oli e spesso era anche solido. Il passaggio ai pro- fumi a base di alcol avrebbe richiesto molti secoli di chimica e magia. Avanti veloce verso il 1300. La Chiesa cristiana era stata in guerra per gran parte degli ultimi duecento anni nelle Crociate con- tro aree del Mediterraneo orien- tale. Si stava cercando di sottrarre la Terra Santa al dominio islami- co. Ma mentre i tentativi di con- quistare le terre fallirono, furono portate a casa alcune delle usanze di fabbricazione dei profumi dei loro nemici. Una di esse rianimò l'idea romana dei profumi per- sonali e portò alla nuova moda di indossare una pomander - pallina o borsa profumata - per profu- mare sia la persona che i suoi vestiti. Più o meno nello stesso perio- do, Venezia era fiorente. Era il centro indiscusso del Mediterra- neo per il commercio con l'Ori- ente. E con le sete arrivarono spezie, oli e resine: ingredienti molto grezzi essenziali per la profumeria. Non sorprende quin- di che Venezia abbia rapida- mente stabilito le tecniche per la produzione di profumi che, com- binate con il talento per la fabbri- cazione del vetro, ne hanno fatto la dimora naturale della profume- ria durante il Rinascimento ital- iano. Ma in questo periodo il pro- fumo non era solo usato per coccolare il corpo; era anche usato per aggiungere fragranza ai capelli, al bucato e persino agli accessori in pelle. Il che ci porta a sud di Firenze e alla più potente famiglia che governava la città toscana: I Medici. Fondata nel 1189, la famiglia de I Medici si arricchì sul com- mercio tessile e della lana, sca- lando la scala sociale e passando da mercanti a granduchi di Firen- ze. La loro influenza sul governo fiorentino e poi su quello più ampio d'Italia crebbe nel corso Aqua Mirabilis, il profumo italiano che ha cambiato la profumeria degli anni. Produssero anche tre papi e 2 regine di Francia. Ed è stata la prima di quelle signore, Caterina de 'Medici, regina di Francia dal 1547 al 1559, che si aggiunge alla nostra storia dei profumi. Caterina crebbe nella corte de I Medici, circondata da splen- dore, banchetti ed eleganza. Era destinata alla regalità e nel 1533 lasciò Firenze per sposare Enrico, duca d'Orléans, in seguito Enrico II di Francia. Ha portato con sé i suoi artisti, i poeti, il suo maestro di ballo e persino un profumiere personale, René de Florentin. Il profumo di Caterina aveva una caratteristica fragranza di bergamotto e fiori d'arancio, ma era sua abitudine indossare guan- ti d'opera in pelle profumata che catturarono davvero l'attenzione dei cortigiani francesi. A corte si diceva che lei odiasse l'odore caratteristico della pelle e aveva chiamato René le Florentin per mascherarlo con un profumo per- sonale. Si mise al lavoro per creare un profumo al muschio e zibetto e l'effetto fu sensazionale. La passione di Caterina per i guanti profumati superava l'apice della moda francese con l'aris- tocrazia che chiedeva a gran voce di emularla con tutti i tipi di indumenti profumati come gilet, farsetti, cinture e persino scarpe di cuoio. E così la profumeria italiana si diffuse ampiamente in Europa. Non molto tempo dopo la morte di Caterina de' Medici nacque un ragazzo italiano con legami familiari con Venezia. E proprio come Catherine, crebbe fino a diventare una figura chiave nella storia del profumo. Il suo nome era Giovanni Paolo Femin- is e nacque nelle Alpi settentrion- ali italiane nel 1666. Giovanni, detto anche Giampaolo, emigrò in Germania da giovane, stabilen- dosi in modo significativo nella città di Colonia. Lì aprì un negozio di erboristeria-distilleria specializzato nella vendita di pro- fumi. Ed è stato qui, creando i suoi profumi innovativi, che il giovane italiano si è fatto un nome, se non una fortuna. Utilizzando come base le ricette delle fragranze descritte dai monaci erboristi, Feminis sviluppò un nuovo processo di distillazione per creare un profu- mo aromatico al 95% a base alcolica che diventerà noto come Aqua Mirabilis. Era un profumo leggero e fresco intriso dei più squisiti profumi italiani tra cui bergamotto, lavanda, limone, arancia, neroli e rosmarino. E, cosa importante, non era a base di olio, ma alcolico, il che signifi- cava che era leggero sulla pelle, poteva essere facilmente trasfor- mato in uno spray e utilizzava meno ingredienti grezzi per creare il profumo che con poco durava molto. Tre elementi fon- damentali di produzione che avrebbero un giorno portato alla produzione di massa dei profumi in tutto il mondo. Non avremmo mai saputo nulla del contributo di Feminis se non fosse stato per suo nipote, tale Giovanni Maria Farina, chiamato dall'Italia per rilevare l'attività al termine della vita di Feminis. Giovanni il giovane ha badato a modernizzare le cose cambiando il nome del profumo e dandogli un tocco francese. Lo chiamò Jean-Marie Farinà Eau de Cologne, nome che ora è sinoni- mo delle migliori fragranze sul banco dei profumi. Quindi, la prossima volta che indosserete qualche goccia di Chanel No 5, che perlustrerete il bancone dei cosmetici o spruzzerete un tocco di Gucci Bloom nell'aria saprete chi ringraziare. Dagli antichi Egizi, passando per Roma e l'Oriente fino all'Italia e alla Francia, la storia del profumo ha viaggiato in tutto il mondo. E tre italiani, provenienti da strati sociali molto diversi, furono protagonisti chi- ave che portarono una fragranza leggera e aromatica alle case alla moda e alle case di moda di Firenze, Parigi e oltre. Grazie Caterina, René e Giovanni. Dobbiamo ringraziare Caterina de Medici per i profumi di oggi: il suo aveva una caratteristica fragranza di bergamotto e fiori d'arancio L'incenso è da millenni usato non solo come base per profumi, ma anche con valore spirituale e religioso LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA

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