L'Italo-Americano

italoamericano-digital-4-19-2018

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GIOVEDÌ 19 APRILE 2018 www.italoamericano.org 9 L'Italo-Americano IN ITALIANO | D are un nome a un bambino solita- mente significa una delle due cose: o è una moda o è una questione di tradizione. Ogni anno, i genitori di tutto il mondo si lasciano ispirare da celebrità e vip, proprio come è successo nel 2017, quando "Rumi" è diventato il top 100 per le bambine dopo che Beyoncé l'ha usato per una dei suoi gemelli. A volte i geni- tori fanno scelte più curiose - pensate a Kim Kardashian e ai figli di Kanye West, per esempio - o addirittura si lasciano ispirare da show televisivi: negli anni '90, dicono alcune leggende, in Italia sono nati molti "Brandon" e "Brenda" dopo il successo della prima serie di Beverly Hills 90210. L'Italia, tuttavia, è un Paese in cui la maggioranza dei genitori preferisce la tradizione alla novità, chiamando spesso i propri figli come parenti e santi o, scavando ancora più a fondo nella storia del Paese, scegliendo patronimici romani, come attes- tano le numerose Giulia, Giulio, Lucrezia e Cesare che cammi- nano per strada. Quando vieni da un Paese come gli Stati Uniti, la cui spina dorsale si è costruita sull'immi- grazione, i nomi sono ancora più cruciali nel definire l'identità delle persone: diventano lo spec- chio di un patrimonio, non solo della storia di una famiglia. Ma la natura sfaccettata e originale della cultura americana fa sì che spesso i nomi di estrazione straniera diventano popolari tra il grande pubblico, indipendente- mente dalle radici etniche dei genitori e delle famiglie. E i nomi dal suono italiano sembrano essere i più amati dai genitori americani, se le statistiche sono affidabili: cinque dei primi dieci nomi per bambine più popolari nel 2017 sono di origine italiana: Cora, Amelia, Isabella, Aurora e persino il nome numero uno, Olivia, sono tutti italiani. Cora ha origini mitologiche, in quanto è un nome alternativo per Perse- fone; Amelia è molto probabil- mente di origine romana, deriva da Amelius e Amius, e si ritiene sia la variazione di un nome un tempo comune in Italia, Amalia, bello ma poco usato oggi. Isabel- la è probabilmente il più comune in Italia: è una variante di Elisa- betta e, per questo motivo, con- siderato di origine biblica. Tra i maschi, l'influenza ital- iana è meno evidente, ma ancora presente: il numero uno è detenu- to da Atticus, che era uno scrit- tore romano (e ovviamente il nome del protagonista di To Kill a Mockingbird di Harper Lee), e un altro nome popolare nella top 10, Silas, ha origini mitologiche romane. Forse, annoverare i nomi mitologici tra quelli ispirati dall'I- talia potrebbe essere un po' esagerato, quindi torniamo alle nostre liste di nomi per bambini più popolari e vediamo cos'altro ci offrono. Se leggiamo oltre i primi dieci, la presenza di nomi italiani diventa ancora più evi- dente e, beh, italiana. Un esem- pio su tutti: alla gente piace chia- mare i loro bambini Dante. Sì, Dante, come il nostro straordi- nario Divino Poeta. Tra le bam- bine, ancora una volta, l'influenza italiana sembra essere più forte con Emilia, Emma, Ada, Elena, Celeste, Allegra e Aria. Strana- mente, però, alcuni di questi nomi non si usano più in Italia: Dante è molto raro e lo sono anche Celeste e Allegra. Aria, che significa quel che respiriamo in italiano, è un po' eccessivo per i gusti italiani: in Italia, i nomi dei bambini sono una questione di tradizione e allontanarsi trop- po, spesso fa alzare qualche sopracciglio. Ma restringiamo l'attenzione alla comunità italo-americana: qui i nomi diventano veramente un segno di eredità e appartenen- za. I nomi vengono trasmessi di generazione in generazione ovunque, ma, all'interno di una minoranza, questo è in qualche modo ancora più importante per- ché diventa un simbolo di conti- nuità e connessione non solo con la storia della famiglia, ma anche con il suo patrimonio e il paese di origine. Ci sono Francesco, Ros- alia o Antonio, Giovanni o Cate- rina. Probabilmente ci sono molti Vincenzo e molti Matteo, tutti nomi italiani tradizionali, che spesso appartenevano a nonni, zii e zie rimasti nel vecchio paese. Tutti hanno una cosa in comune: hanno profonde connotazioni cat- toliche, ciascuna legata a un importante santo del calendario cattolico. Ciò non dovrebbe affat- to sorprendere perché, un tempo, donare al bambino il nome di un santo significava che il santo doveva proteggere lui o lei per sempre. Ecco perché abbiamo, in Italia, santi patroni personali e celebriamo il nostro "onomasti- co", che corrisponde al giorno che la Chiesa dedica al santo di cui portiamo il nome. E non pensate che questo non sia più un evento comune: solo ieri, discutevo del nome di un bambino con un'ami- ca incinta di 6 mesi, che dichiara- va il suo amore per "Damiano", ma era indecisa se sceglierlo per- ché voleva un nome dal significa- to religioso. E' stata felice quan- do le ho detto che Damiano era un martire onorato dalla chiesa. Questo potrebbe non aver rispos- to alla domanda, ma sicuramente ha chiarito le sue idee! Francesco ci ricorda San Francesco d'Assisi (e l'attuale Papa); Rosalia ci parla delle rose e della bella Palermo, di cui è la santa protettrice; Antonio ci porta tutti a Padova - o nel deserto, a seconda di quale "Antonio" si porta il nome - e così via. I geni- tori moderni che scelgono questi nomi potrebbero non essere più consapevoli del loro santo pas- sato, ma stiano tranquilli: gli ante- nati, i cui nomi passano ai loro figli, certamente lo erano. C'è un'ultima cosa interessante da dire sui nomi italiani negli Stati Uniti: la loro ortografia. Come detto, noi Italiani d'Italia tendiamo ad essere abbastanza tradizionali per quel che riguarda la nomenclatura dei bambini e guardiamo con preoccupato sospetto qualsiasi cosa porti con sé un'aura o una lettera straniera - a meno che uno dei genitori non provenga da un altro Paese, nel qual caso lo si considera del tutto normale. Questo significa che Il mondo che sta dietro il tuo nome italiano non abbiamo mai problemi con il modo in cui i nomi sono scritti: sono semplicemente perfetti così come sono. Negli Stati Uniti, le cose sono leggermente diverse: a causa di semplici ragioni linguis- tiche e fonetiche, i suoni che compongono un nome italiano possono essere resi ortografica- mente in più di un modo, permet- tendo ai genitori di giocare con le lettere e dare un tocco creativo a un nome altrimenti tradizionale. Giovanni, quindi, può diventare Geovanni o Geovanny, Matteo si trasforma in Mateo, visto che gli anglofoni tendono a non pronun- ciare le doppie consonanti, Gino (abbreviazione di Luigi) potrebbe trasformarsi in Geno. Per quanto belli e completamente italiani possano sembrare, sembrano stranieri agli italiani del Vecchio Mondo: non rimanete sorpresi, se vi chiedono se è il vostro vero nome! Ebbene sì, Dante, il nome del Divin Poeta, è entrato a far parte della top 50 dei nomi preferiti dagli Americani LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA Rosalia, patrona di Palermo, è un nome diffuso, tipico del Sud Italia

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