L'Italo-Americano

italoamericano-digital-12-03-2012

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L'Italo-Americano GIOVED����� 6��� DICEMBRE��� 2012 Antiche fatiche Sarcofago delle fatiche di Ercole. Noto come Sarcofago di Velletri, �� il vanto del Museo civico di Velletri (Nel Palazzo Comunale) che espone i numerosi reperti archeologici provenienti dal territorio di Velletri e zone limitrofe. La raccolta �� costituita da: materiali lapidei (cippi, sculture, urne funerarie, epigrafi) e fittili (lastre architettoniche, votivi, instrumentum domesticum) che vanno dal periodo preistorico a quello altomedievale. Tra le opere pi�� significative dell���arte romana, questo monumentale sarcofago, fu ritrovato nel 1955 in contrada Colonnella. �� formato da tre pezzi (la base, la cassa e il coperchio) e misura 2,54 metri di lunghezza, 1,25 di larghezza, 1,62 di altezza. Riutilizzato in epoca medioevale, fu probabilmente prodotto nel II secolo d. C. in un���officina asiatica con marmi pario e pentelico. Arca affollata Arca di Sant'Eustorgio. L'arca contenente le spoglie di San Pietro Martire �� l'opera pi�� importante del pisano Giovanni di Balduccio prodotta nel 133539 durante la sua permanenza a Milano, durante la quale ebbe modo di influenzare in modo significativo lo stile scultoreo lombardo e contribuire, attraverso i suoi numerosi allievi, a diffondere in Lombardia lo stile della grande statuaria pisana. Si tratta di un'opera complessa costituita da un sarcofago, scolpito con otto episodi della vita e dei miracoli di San Pietro, sormontato da un'edicola e con otto bellissime statue raffiguranti le virt�� di fronte ai pilastri di sostegno.Tutte le formelle sono caratterizzate dal grande affollamento delle figure e dallo scarso interesse per effetti di profondit�� prospettica. Lotta interiore Ercole e Anteo. Bronzetto alto 45 cm eseguito da Antonio del Pollaiolo verso il 1475 e conservato nel Museo del Bargello a Firenze. Commissionato da Lorenzo il Magnifico, �� una rilettura dei miti classici in chiave filosofico-cristiana e in particolare del mito della rievocazione dell'antico (vedi la nudit�� dei personaggi)���come testimonianza di un'armonia estetica perduta. Il bronzetto mostra il momento il cui Ercole ha sollevato Anteo, cingendolo con forza alla vita, e questi cerca disperatamente di divincolarsi irrompendo in un grido che preannuncia la sua imminente sconfitta. L'impresa dell'eroe era letta dai neoplatonici come simbolo della lotta tra un principio superiore ed uno inferiore, secondo l'idea di una continua tensione dell'animo umano, sospeso tra virt�� e vizi. PAGINA��� 9 Quattro nasi Monumento ai quattro mori. Tra il 1623 e il 1626 Pietro Tacca esegu�� quello che viene considerato il suo capolavoro, i Quattro mori incatenati alla base del monumento a Ferdinando I de' Medici nella piazzetta della darsena a Livorno. Le statue rappresentano i pirati saraceni fatti prigionieri dall'Ordine di Santo Stefano, creato dal padre di Ferdinando, Cosimo I. Si dice che lo scultore avesse scelto come modelli alcuni schiavi prigionieri delle galere che attraccavano nel porto di Livorno. Le accentuate torsioni (mutuate dallo stile di Giambologna) e le smorfie di dolore ben rappresentano la condizione di prigionia, che si sublima in un insieme di grande realismo ed eleganza. Curiosit��: spesso s���incontrano persone che cercano l���angolo della piazza in cui si vedono contemporaneamente i 4 nasi. Poesia dolorosa Il sacrificio. Leonardo Bistolfi, scultore e senatore piemontese del Regno d'Italia, pass�� dalla Scapigliatura a numerose opere funerarie che gli fecero attribuire l'appellativo di "poeta del dolore e della morte". E poeta fu non soltanto per la lirica fantasia e la profonda spiritualit�� con cui affront�� il tema ma soprattutto, per la qualit�� del suo linguaggio plastico, duttile e fluido, che dal marmo e dal bronzo era in grado di far scaturire immagini di raffinatezza lineare in cui c����� interrogazione inquieta, tristezza, serenit�� ma non il terrore del nulla o la disperazione di un tremendo al di l��. Con le sue opere poi, sembra instaurare un dialogo autentico e non retorico con il suo tempo. Lo si vede anche ne Il Sacrificio, preparato per il monumento a Vittorio Emanuele (Il Vittoriano) II di Roma e realizzato nel 1908. Il clima mediterraneo della California meridionale, insieme all���abbondanza di terre a basso costo, incoraggiarono molti immigrati italiani a continuare anche nel nuovo paese l���attivit�� agricola. Il contributo degli immigrati nell���agricoltura svolse un ruolo fondamentale per lo sviluppo economico della regione. Entro il 1869, Los Angeles divenne la capitale del vino della California e produceva quattro milioni di galloni di vino all���anno. La presenza di prospere aziende agricole di eminenti produttori di vino incluso Giuseppe Gazza e Giovanni Covacicci nella zona dell���attuale Olvera Street fecero s�� che originariamente questa venisse chiamata Calle de las Vignas, o Wine Street, come si pu�� vedere in questa cartina del 1873 Di Marianna Gatto La missione dell���Italian American Museum di Los Angeles �� di favorire la conoscenza dei differenti patrimoni culturali della California Settentrionale attraverso la ricerca, la preservazione storica, mostre e programmi educativi che esaminano la storia ed il continuo apporto degli italoamericani nella Los Angeles multietnica e negli Stati Uniti. Si ringrazia per la foto l���Italian American Museum di Los Angeles. L���immagine non pu�� essere copiata, stampata od utilizzata in altro modo senza l���autorizzazione del IAMLA.

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