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L���Italo-Americano PAGINA��� 12��� GIOVED����� 6��� DICEMBRE��� 2012 Centro storico di Usseaux tra i Borghi pi�� belli d���Italia Porta del Castello di Velletri Il castello della famiglia Susanna di Zungoli Usseaux, comune piemontese di 191 abitanti della provincia di Torino. Recensito come uno dei borghi pi�� belli d'Italia, si trova in Val Chisone e fa parte della Comunit�� Montana Valli Chisone e Germanasca e dei parchi naturali Orsiera-Rocciavr�� e Gran Bosco di Salbertrand. Nell'abitato di Usseaux (Usseauso in italiano, Usseaus in occitano e Uss�� in piemontese) spiccano edifici, in gran parte ristrutturati, che risalgono al 1700, come il forno, il lavatoio ed il mulino. Numerose e caratteristiche le fontane come le originali meridiane dipinte e graziosi murales. Usseaux, con i suoi cinque villaggi alpini nell���incantevole cornice delle Alpi Cozie (dove ancora oggi si parla patou��, una variante dell���occitano alpino ovvero la lingua d���Oc parlata un tempo nel sud della Francia), deve il suo nome a probabili origini celtiche: uxellos significa alto. Il paese fu attraversato nei tempi antichi da Giulio Cesare, il quale cita, nel ���De Bello Gallico���, il villaggio di nome ���Occellum���. La presenza umana in alta Val Chisone ha testimonianze nell���arte rupestre risalenti a 12.000 anni a.C. Nel comune di Usseaux c����� il ���Roc del Col���, un grande masso in bilico a 2083 metri sul Monte Gran Cerogne, dove sono stati trovati nel 1980 attrezzi, vasellame, semi carbonizzati cereali, e frammenti risalenti all���et�� del bronzo. Molti popoli si insediarono nel tempo sulle montagne dell���alta valle: Liguri, Galli, Celti, Romani, Barbari, Bizantini, Provenzali, Longobardi. I Saraceni occuparono la valle fino all���anno 1000. Di ciascuno di questi popoli rimane ancora oggi traccia nelle monete, nelle strade, nei toponimi. Le prime notizie documentate sull���esistenza di Usseaux risalgono al 1064 quando la contessa Adelaide di Torino, vedova di Oddone di Savoia, fond�� l���Abbazia di Santa Maria di Pinerolo donandole i territori dell���Alta Val Chisone. Velletri, comune laziale di 53.544 abitanti della provincia di Roma. Posta su un ripido pendio a circa 400 metri sul livello del mare, dista 42 km dal capoluogo ed �� il decimo comune pi�� popoloso del Lazio e il primo tra i 15 comuni dei Castelli Romani, sia per numero di abitanti che per estensione territoriale. I���primi insediamenti sono fatti risalire al Paleolitico medio, invece l'origine del pi�� antico raggruppamento urbano �� etrusca e la fondazione dovrebbe essere avvenuta intorno al 700 a.C., quando gli Etruschi, muovendo dall'attuale Toscana verso il sud Italia fondavano citt�� nei punti strategici. Lo stesso nome di Velletri �� etrusco e significa probabilmente luogo dove si coltiva ("vel" luogo e "ther" coltiva). Citt�� dei Volsci, autorevole al tempo di Anco Marzio, tanto da poter trattare alla pari con Roma, fu nel Medioevo uno dei pochi liberi comuni del Lazio e dell'Italia centrale, e una delle pochissime a conservare una propria vita cittadina. La presenza di molti monumenti indusse i ricercatori di antichit�� a indagare nel territorio fin dal XVI sec., ma il periodo di maggior fervore di scavi si ebbe alla fine del 1700, quando vennero fatte scoperte di tale importanza da attirare l���attenzione dell���intero mondo antiquario dell���epoca: nel 1777 fu rinvenuta la testa marmorea di Augusto, nel 1784 si scoprirono le celebri terrecotte volsche, nel 1794 la statua dell���Ermafrodito e nel 1797 la colossale statua di Atena nota come Pallade di Velletri. In et�� moderna a Velletri si sono combattute due battaglie (nel 1799 e 1848) nell'ambito della guerra di successione austriaca e dell'assedio di Roma dopo la proclamazione della Repubblica Romana. Durante la II guerra mondiale la citt�� ha subito ingenti danni a causa della sua strategica posizione sulla linea Hitler, estremo baluardo difensivo tedesco, prima della presa di Roma nel 1944. Zungoli, comune di 1.238 abitanti della provincia di Avellino in Campania. Posto a destra del torrente Vallone, �� adagiato sopra un piccolo colle lungo le pendici del rilievo "Toppo dell'Anno" ed �� circondato da una catena di alture appenniniche. Caratteristiche, nel nucleo storico del paese, le architetture rupestri: suggestive cavit�� sotterranee di cui quasi tutte le abitazioni sono dotate, essendo state in origine ricavate dallo sbancamento del masso tufaceo su cui Zungoli sorge. Si tratta di stalle, cantine, fosse per il grano, ma anche di antichi trappeti per la lavorazione dell'olio, alcuni dei quali ancora funzionanti con le tecniche di un tempo. Dominano il paesaggio le mura di cinta o di allacciamento del castello, disposte parallelamente tra loro e spesse pi�� di un metro. In media l'intero edificio �� alto 20 metri e delle quattro torri che aveva originariamente il castello, ne restano tre. La pi�� alta, che era esposta dalla parte di tramontana, pare sia andata distrutta dal terremoto del 1456. Il castello �� posseduto dalla famiglia Susanna sin dal 1825. Fuori le mura a destra del Vallone, sorge il Convento francescano. Originariamente nel suo sito si ergeva la chiesetta di San Cataldo, fatta costruire da Giordano, signore del castello di Zungoli. Le origini del complesso risalgono alla met�� del XVI secolo, come sembra attestare una data posta sulla chiave dell'arco d'ingresso del chiostro. Soppresso pi�� volte nei secoli, il Convento �� sempre tornato in possesso dei Francescani riformati, tuttora presenti. Antica �� l'origine di Zungoli, forse anteriore alle invasioni dei Saraceni (a 829-983). Cadde sotto i Normanni nella prima met�� dell���XI secolo. Zungoli prese il nome proprio da un capitano normanno, detto Curolo, ovvero Leander Giungolo o Iuncolo, che ebbe mandato di edificare la rocca o di provvedere per primo alla sua occupazione. L���arte italiana degli anni ���30 a Palazzo Strozzi a Firenze NICOLETTA CURRADI COLLABORATRICE La Fondazione Palazzo Strozzi presenta, fino al 27 gennaio, nel prestigioso Palazzo Strozzi la mostra "Anni '30. Arti in Italia oltre il fascismo", curata da Antonello Negri con Silvia Bignami, Paolo Rusconi, Giorgio Zanchetti e Susanna Ragionieri per la sezione Firenze. Nell���Italia degli anni Trenta, durante il regime fascista, si combatt�� una battaglia artistica di grande vivacit��, che vide schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal classicismo al futurismo, dall���espressionismo all���astrattismo, dall���arte monumentale alla pittura da salotto. La scena era arricchita e complicata dall���emergere del design e della comunicazione di massa con i manifesti, la radio, il cinema e i primi rotocalchi, che dalle ���belle arti��� raccolgono una quantit�� di idee e immagini trasmettendole al grande pubblico. Un laboratorio complicato e vitale, aperto alla scena internazionale, introduttivo alla nostra modernit��. La mostra rappresenta quel decennio attraverso i capolavori (99 dipinti, 17 sculture; 20 oggetti di design) di oltre 40 dei pi�� importanti artisti dell���epoca quali Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carr��, Corrado Cagli, Arturo Nathan, Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi, Ram, Thayaht, Antonio Donghi, Marino Marini, Renato Guttuso, Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione, Antonio Maraini, Lucio Fontana, raccontando un periodo cruciale che segn��, negli anni del regime fascista, una situazione artistica di estrema creativit��. Un���epoca che ha profondamente cambiato Ottone Rosai. Muratori - Gli Anni Trenta in mostra a Palazzo Strozzi la storia italiana. Gli anni Trenta sono anche il periodo culminante di una modernizzazione che segna una svolta negli stili di vita, con l���affermazione di un���idea ancora attuale di uomo moderno, dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che potremmo chiamare ���la via italiana alla modernit�����: nell'architettura, nel design, come in pittura e in scultura, che si esprime attraverso la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto europeo ��� francese e tedesco, ma anche scandinavo e russo ���, combinata con l'ascolto e la riproposta di una tradizione ��� quella italiana del ���300 e ���400. La mostra dimostra poi come Palazzo Strozzi sia fortemente legato alla storia del Paese e della citt�� e di come a Palazzo Strozzi il visitatore sia attivo e interattivo. Attraverso attivit�� appositamente ideate, il visitatore potr�� esplorare i temi chiave della mostra quali la comunicazione di massa (la Sala Radio, la Sala Lettura), il design industriale (la Sala del Design) o la creativit�� artistica (Touchtable) in modo coinvolgente e stimolante.