L'Italo-Americano

italoamericano-digital-5-31-2018

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www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 31 MAGGIO 2018 L a cucina italiana incar- na il patrimonio italia- no: dietro al cibo ci sono molte generazio- ni di storia e cultura che hanno contribuito alla crea- zione di ogni elemento. La genesi culinaria dell'Italia si è evoluta attraverso un'arte che ha modella- to e perfezionato ogni vino e ogni pasto. La dedizione degli italiani alla preparazione del cibo è enco- miabile, il cibo è fatto con pro- dotti stagionali e tecniche tradi- zionali, con l'obiettivo di preparare piatti della migliore qualità. Per gli italiani cibo e vino sono sacri e consumare manicaretti è una delle più grandi gioie della vita. Il vino liquoroso più amato d'Italia riflette la dedizione e l'a- more della gente per le proprie specialità regionali. Per secoli il Marsala è stato fatto nella città della Sicilia occidentale che porta lo stesso nome. Le viti utilizzate nella miscela del Marsala sono coltivate fin dal primo Medioevo. Un bicchiere di questo vino riflette gli aromi della costa che si affaccia verso l'Africa, quella che è conosciuta come la "cintura del sole" della Sicilia, così come la storia dello sviluppo economi- co dell'isola. È in questa cornice ideale che nel 1796 l'imprenditore britanni- co John Woodhouse fondò la prima cantina commerciale della zona. Il commerciante di Liver- pool esportò il Marsala in Inghil- terra: l'attività ebbe un tale suc- cesso che un'azienda concorrente fu fondata da un altro inglese Benjamin Ingham nel 1812, seguita da una terza compagnia nel 1832 diretta dal calabrese Vincenzo Florio. Alla fine, la famiglia Florio comprò e unì le aziende Woodhouse e Ingham a Marsala con la loro produzione. Oggi le cantine Florio sono diventate parte del gruppo Saron- no e continuano a produrre Mar- sala insieme ad altri vini popolari siciliani come Corvo e Duca di Salapurata. Negli anni '50, il Marsala si trovò relegato a essere considera- to un semplice vino da cucina, poiché le varietà d'oltremare, meno costose e fatte meno bene, invadevano il mercato italiano. Nel 1986 il governo italiano ha introdotto il D.O. (denominazio- ne di origine), le leggi di classifi- cazione che proteggevano i pro- duttori tradizionali e regolavano l'industria. Negli ultimi anni i produttori più piccoli hanno dato una nuova dimensione alla produzione di Marsala ritornando ai metodi autentici. Marco De Bartoli ha iniziato a costruire la sua cantina più di 40 anni fa con il sogno di far rivivere l'anima originale di questo vino liquoroso. Oggi i suoi figli Giuseppina, Renato e Sebastiano continuano il lavoro della sua vita. La passione per la produzione di vini pregiati, e di Marsala in particolare, è evidente quando si sente Giuseppina De Bartoli par- lare del viaggio di suo padre verso la creazione della cantina. Quando la sua famiglia ha iniziato a produrre vini pregia- ti a Marsala? La nostra cantina è stata fon- data nel 1978 da mio padre Marco, per amore e passione per il vino in generale, e per il Mar- sala e il nostro territorio in parti- colare. Papà capì che l'industria del Marsala era quasi al collasso, aveva un'immagine totalmente devastata ed era in mano ad una produzione industriale accanita e di bassissima qualità. Si rese conto che per l'unica cosa da fare per salvarlo era ritornare alle origini del Marsala, cioè tornare a una viticoltura di alta qualità, all'utilizzo della varietà Grillo e a periodi di invecchiamento più lunghi. Quindi decise di fondare la sua piccola cantina in un sito di famiglia abbandonato a Samperi, nelle campagne fuori Marsala, e di fare l'artigiano e il vignaiolo, seguendo il concetto francese di vigneron, di cru e terroir. Papà incominciò la sua carriera non con il Marsala Doc, ma con un vino ancora più antico, il Perpe- tuo, che ne è il precursore. Il Perpetuo, che chiamò Vec- chio Samperi, era il vino che da secoli si produceva a Marsala, invecchiato con un metodo molto simile al sistema Solera cono- sciuto come "Perpetuo", che dava il nome al vino (Solera è un sistema di miscelazione per cui si trasferisce il vino in diversi barili di quercia per molti anni, mescolando insieme differenti vendemmie e aggiungendo conti- nuamente sapore). Vino lungamente invecchiato, ossidato, con gradazioni alcoli- che naturali superiori ai 16°, que- sto vino naturale, senza fortifica- zione, è quello che gli Inglesi scoprirono a fine 1700, ma che modificarono aggiungendo alcol e mosto e trasformandolo nel Marsala così come lo si conosce oggi. Iniziò così la sua sfida alla produzione industriale, facendo conoscere al mondo quello che considerava il vero vino di Mar- sala. Poi iniziò a produrlo nel 1986. I nostri vini sono prodotti con le nostre uve, che coltiviamo con molta attenzione e cura. Bassissi- me rese, vendemmie rigorosa- mente manuali e agricoltura bio- logica sono alla base della nostra produzione da sempre. Utilizzia- mo solo lieviti indigeni per le fermentazioni: Piccole cose fon- damentali per ottenere vini di alta qualità e naturali, senza additivi. Quale è il legame del vostro Marsala con la Sicilia e come ha fatto la vostra famiglia a riportare questo vino alle sue origini? Sul Marsala portiamo avanti una filosofia differente rispetto a quella solitamente applicata alla produzione di questo vino. Soprattutto lo pensiamo quale vino da bere e, di conseguenza, diamo importanza alla sua origi- ne, alla vigna e alla viticoltura di qualità. Questo ritorno alle origini nella produzione del Marsala, un processo iniziato da nostro padre e che noi figli portiamo avanti con grande impegno, consiste proprio nel voler produrre un vino che esprima e faccia sentire le caratteristiche del nostro terri- torio costituito da terra calcarea, del nostro clima assolato e secco, e soprattutto le caratteristiche del Grillo, il vitigno con cui produ- ciamo i nostri Marsala. In essi usiamo tutta la sua purezza, con la consapevolezza che è l'unico vitigno a poter dare vini longevi, grande freschezza e carica alcoli- ca naturale, tutte componenti per noi essenziali. Da qui la scelta di produrre solo Marsala Oro e Riserva, fra le varie (troppe) tipologie industriali. L'aggiunta di semplice mosto fresco e alcol (conosciuta come mistella) ci consente di avere un vino il più naturale possibile, non "contaminato" da prodotti di sin- tesi come possono essere mosto cotto e concentrato. La produzione di Riserve per noi è essenziale, perché il pregio di questo vino sta proprio nel fatto che può invecchiare aumen- tando il pregio. L'ossidazione del Marsala è una caratteristica peculiare essenziale e si può ottenere con lunghi invecchia- menti. Per noi non ha senso pro- durre Marsala che non abbiano almeno 5 anni di invecchiamen- to. La vigna in cui coltiviamo il Grillo per la produzione del Mar- sala è la parte più esposta al sole del vigneto e ha piante più vec- chie, in modo da avere più con- centrazione di zuccheri e di con- seguenza più alcol naturale. Le vendemmie rigorosamente manuali, con precisa selezione dei grappoli, avviene a metà set- tembre, nelle prime ore del mat- tino quando c'è più fresco. Le uve sono raccolte in piccole casse, così da non rovinarsi, e portate subito in cantina. La cura estrema nella coltivazione della vigna durante l'anno e nella ven- demmia, sono essenziali per otte- nere risultati di eccellenza. Ancora oggi la produzione del Marsala è in mano ad un'in- dustria interessata più a prodotti commerciali e di facile e sbriga- tiva produzione. Invece, per otte- nere risultati di eccellenza è necessario spendere tempo, fati- ca e denaro, cose che le produ- zione industriali non possono permettersi. La tradizione del Marsala, tornata di moda in Sicilia LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA I figli di Marco De Bartoli: da destra a sinistra, Giuseppina, Renato e Sebastiano"

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