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GIOVEDÌ 31 MAGGIO 2018 www.italoamericano.org 36 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO C 'era una volta Orio, un giovane pescatore che nel corso dell'enne- sima nottata passata al largo, tra le sue reti, trovò una sirena di nome Melusina. Per entrambi fu amore a prima vi- sta e non passò molto tempo prima che i due decidessero di unirsi in matrimonio. La creatura si dichiarò pronta a rinunciare alla sua natura mari- na, a patto che il pescatore non si facesse mai vedere di sabato sulla spiaggia di Malamocco, sede dei loro incontri notturni. A dispetto della promessa però, spinto dalla curiosità, l'uomo volle andarci e fu allora che vide un gigantesco serpente di mare. Terrorizzato, si mise in fuga fino a quando non sentì la voce dell'amata. La crea- tura marina era la sirena, vittima di una maledizione. Una condi- zione che si sarebbe interrotta proprio con le nozze, che ebbero poi luogo. Il classico "vissero felici e contenti" però durò poco. La coppia si amava molto ed ebbe tre figli ma Melusina presto si ammalò e morì. L'inconsolabile pescatore dovette badare da solo ai figli ma qualco- sa di strano cominciò ad accadere tra le mura domestiche. Ogni volta che tornava dal mare, la casa era sempre in ordine e puli- ta, pargoli inclusi. Chi poteva essere stato? Magari un vicino premuroso? Un giorno, di sabato, rientrato prima del previsto, trovò nella cucina una grande serpe. Temendo per la propria incolumità e quella dei figli, l'uomo uccise la bestia con destrezza e velocità. Dal giorno LUCA FERRARI passi, ecco che sulla sinistra vengo condotto a Campo Bandiera e Moro o de la Bragora, dove sorge l'omonima chiesa di San Giovanni. Un campo da sem- pre preda di giochi fanciulleschi, in passato come oggi. Lì nel mezzo, tra infinite partite a pallo- ne, disegni coi gessetti colorati sui masegni (lastroni in trachite euganea, ndr), corse a perdifiato, c'è spazio anche per gli innamo- rati in visita alla Serenissima. tuta. Se dalla porzione di Riva degli Schiavoni tra San Zaccaria e l'Arsenale, è questione di pochissimi minuti, ben più affa- scinante e consigliato, è arrivarvi direttamente dal dedalo del sestiere di Castello, smontando (in caso di vaporetto) alla fermata della Celestia. Questa area della città è una Venezia che gli stessi autoctoni non conoscono abba- stanza ed è davvero facile (e pia- cevole) perdersi. Questa porzione dell'antica Repubblica Marinara non è per nulla affollata. Dopo essermi imbattuto in una lapide commemorativa che ricorda il periodo vissuto in lagu- na del poeta e scrittore Ugo Foscolo (1778-1827), arrivo al Sotoportego dei Preti passando da Salizada del Pignater. Secondo le indicazioni il cuore si dovrebbe trovare lì dentro. Entro e non vedo nulla. Attraverso l'in- tera calle ma niente. Torno indie- tro. Forse ho capito male. La giornata è assolata, dovrei veder- lo facilmente. Non è così. Il cuore c'è ma la luce gioca brutti scherzi ed è totalmente al buio. Finalmente lo vedo, rosso san- gue. Tra l'arco in pietra e la parte lignea. Verona, penso, ha il balcone di Giulietta e Romeo, Venezia il suo cuore d'amore. Riprendo la Salizada (una calle larga, ndr) e a pochissimi Verona ha il balcone di Giulietta, Venezia l'affascinante leggenda del 'cuore di mattoni' di Orio e Melusina dopo però, le misteriose pulizie cessarono del tutto. Solo allora capì chi era il serpente. Era lei, Melusina. In memoria di questa sofferta storia d'amore, un cuore di mattoni è stato messo proprio lì, dove visse la coppia. Raggiungere il "cuore" della leggenda è un affascinante viag- gio dentro la Venezia meno bat- Sto per andarmene ma ho la sensazione di aver dimenticato qualcosa. Un principio di senti- mento o un'ispirazione. Ritorno davanti alla calle del cuore, le sagome di un uomo e una donna mi appaiono nella penombra. Non voglio disturbarli. Attraverso il sotoportego ma di loro non v'è più traccia. Il cuore invece è ancora lì, per tramandare l'amore eterno di Orio e Melusina. Il cuore di mattoni tra l'arco in pietra e mattoni e la parte lignea (Ph.Ferrari) Il Sotoportego dei Preti, teatro della leggenda di Orio e Melusina, si raggiunde in vaporetto dalla fermata della Celestia (Ph.Luca Ferrari)