L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-14-2018

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/994046

Contents of this Issue

Navigation

Page 10 of 39

www.italoamericano.org 11 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2018 È un anno speciale per L'Italo Americano, che celebra il suo 110° anniversario. Cento- dieci anni dedicati a tenere unita la comunità italoa- mericana sulla costa occidentale, a informare le persone sui propri successi e la propria storia e, a mantenere vivo il patrimonio ita- liano di migliaia di famiglie, attraverso più generazioni. In effetti, pubblicazioni come la nostra, insieme a molte realtà cul- turali negli Stati Uniti impegnate a sostenere la crescita e la coesio- ne della comunità italoamericana, sono al centro di un processo non solo importante, ma anche neces- sario per garantire che la ricchez- za culturale ed emotiva della comunità italoamericana cresca e continui a prosperare. Naturalmente, questo lavoro è complementare a quello, molto più significativo a livello perso- nale ed emotivo, portato avanti dalle famiglie stesse che, con orgoglio e forza, conservano nei loro cuori ricordi preziosi come l'oro, trasmessi da una generazio- ne all'altra come il più importante dei cimeli. Questi ricordi, radice e nucleo di ogni famiglia italoa- mericana e, quindi, della comu- nità italoamericana in generale, sono ciò che rende così tante per- sone desiderose di sapere di più sulla patria dei propri antenati, un luogo così incredibilmente fami- liare e così straniero al tempo stesso che definisce spesso le identità senza essere direttamente "sperimentato". E quando il destino porta qualcuno a rimettere piede su quella terra, i ricordi diventano forme, profumi e diventano dav- vero nostri. In effetti, venire in Italia è per molti il punto di svol- ta della propria esistenza: non per le loro carriere, forse, né per il loro status sociale, ma certamente per la loro crescita personale. Un viaggio nella terra degli antenati è anche un viaggio nella propria anima e un appuntamento ideale con i nonni e le nonne che potrebbero non essere più in giro fisicamente, ma potrebbero ritor- nare, giovani, forti e belli, e accompagnare i loro cari in giro per gli angoli e le strade della loro "vita prima dell'America". È in questo contesto che la Farnesina ha presentato, il 29 maggio, la sua nuova iniziativa per promuovere il "turismo di ritorno", conosciuto anche come "turismo delle origini". Con esso, spiega la Farnesina, i discendenti italiani che vivono all'estero tor- nano in Italia a scoprire le loro radici e la loro storia familiare, insieme al patrimonio culturale della zona da cui provenivano i loro parenti. L'idea è sostenere il turismo delle origini come strumento per rafforzare il rapporto delle perso- ne con l'Italia, nonché per contri- buire alla crescita sostenibile di molte aree del Bel Paese biso- gnose di riscoperta: è risaputo che molti migranti italiani di un tempo hanno lasciato piccole, ma comunque vivaci comunità che, tuttavia, hanno vissuto gravi pro- blemi demografici, legati ad alti tassi di spopolamento. Da questo punto di vista, pensa la Farnesi- na, i discendenti italiani potreb- bero venire in soccorso, nel caso decidessero di tornare a vivere in Italia o - più probabilmente - di fare della loro città natale ance- strale un luogo abituale di vacan- za. In effetti, alcune regioni ita- liane hanno lavorato ufficialmente per agevolare i discendenti italiani disposti a investire in proprietà locali, come spiega Giovanni Lolli, vicepresidente della Regione Abruzzo e coordinatore in mate- ria di turismo nella Conferenza delle Regioni: "In Abruzzo, abbiamo sviluppato un progetto per rinnovare e riportare in vita i centri storici dei piccoli villaggi a rischio di abbandono, in parti- colare facilitando i discendenti italiani disposti a investirci". La Farnesina considera questo ritorno alle origini, questo desi- derio - presente anche tra gli ita- liani d'Italia - un modo di vivere più sano e in qualche modo più semplice, vivere all'Italiana, uno stile di vita fatto di piccoli piace- ri, semplicità, famiglia e valori forti. Nel caso dei discendenti italiani, ovviamente, è anche una questione di storia e incontro con le proprie radici. Vincenzo De Luca, Direttore Generale per la Promozione Culturale ed Econo- mica e l'Innovazione rafforza il concetto affermando che "Lo stile di vita italiano (...) riunisce tutte le qualità espresse dal tessu- to culturale, economico e sociale delle nostre regioni ed è sostenu- to dall'azione centrale svolta dalla rete diplomatica e consola- re d'oltremare e dagli Istituti di Cultura italiani per promuovere l'immagine e i punti di eccellen- za dell'Italia all'estero". Certo, il turismo delle origini affonda le radici in un mondo fatto di emozioni, intimità e patrimonio personale, ma non dobbiamo nemmeno trascurare i suoi numeri: è una forma di turi- smo che potrebbe coinvolgere tra i 60 e gli 80 milioni di persone in tutto il mondo, potenzialmente desiderose di riconnettersi con la terra dei loro antenati. Il Diretto- re Generale per gli Italiani all'E- stero e le Politiche Migratorie, Luigi Maria Vignali, ha afferma- to che "il turismo delle radici rappresenta un'opportunità straordinaria per aprire l'Italia a nuovi flussi di visitatori e pro- muovere siti e villaggi italiani non ancora toccati dal turismo di massa". Ha anche aggiunto che "I cittadini italiani e le persone di origine italiana sono i principali consumatori di prodotti artigia- nali locali, i cui proventi sono interamente riassorbiti nello svi- luppo economico locale", sottoli- neando così l'importante ritorno economico che l'Italia potrebbe avere grazie allo sviluppo di que- sta forma di turismo. L'iniziativa della Farnesina si basa su un'idea che non è nuova. L'università veneziana di Ca' Foscari ha pubblicato uno studio sul tema già tre anni fa, quando il Centro Studi sul Turismo (Ciset) ha sottolineato l'importanza sem- pre crescente del turismo delle origini in tutto il mondo, con paesi come Irlanda e Scozia in testa sin dagli anni '70. Entrambi i paesi non sono noti solo per la presenza di diversi operatori turi- stici specializzati nell'organizza- zione di viaggi "verso casa" per i discendenti, che spesso includo- no nel prezzo sessioni di ricerca genealogica, ma anche per avere organismi nazionali ufficiali dedicati al fenomeno, Failte Ire- land e Visit Scotland. Niente del genere, continua lo studio di Ca' Foscari, esiste in l'Italia, ma molti tra quegli 80 milioni di discendenti italiani sparsi nel mondo hanno già spontaneamen- te cominciato a tornare alla ricer- ca delle proprie radici e, perché no, con la speranza di incontrare la loro famiglia. Sviluppare ulteriormente e più organicamente il turismo delle origini potrebbe essere un'opportunità incredibilmente utile per gli italoamericani, per gli italiani e per l'Italia: i primi potrebbero essere supportati nel loro sforzo di conoscere meglio le radici e la loro identità; i secondi potrebbero abbracciare una comunità che significa tanto per il loro paese, ma che rimane in qualche modo poco conosciu- ta. E l'Italia potrebbe vedere alcuni dei suoi angoli più caratte- ristici tornare al loro splendore passato, con i vicoli colorati pieni di gente e voci che sono, allo stesso tempo, quelle di nuove conoscenze e dei vecchi amici. Vecchi amici davvero. Ritorno alle origini: la Farnesina promuove il "turismo delle radici" in Italia LA VITA ITALIANA TRADIZIONI STORIA CULTURA Quando il destino ti fa ritornare nella terra dei tuoi avi, i ricordi diventano forme e profumi, diventano davvero nostri"

Articles in this issue

Links on this page

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-6-14-2018