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GIOVEDÌ 12 LUGLIO 2018 www.italoamericano.org 39 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT I valor i spor tivi di Gianfranco Zola, talentuosa 'Magic box' del calcio italiano N el corso della sua lunga e magnifica carriera, Gianfranco Zola ha fatto parte a pieno titolo di quella ristretta cerchia di grandi calciatori che hanno saputo interpretare al meglio l'essenza più profonda del gioco del calcio, come arte del- l'imprevedibilità. Non è un caso che in Inghilterra i suoi tifosi del Chelsea gli abbiano affibbiato, sin dalle prime apparizioni con la ma- glia dei Blues, il nomignolo di "Magic box": la scatola magica dalla quale, in qualsiasi momento della partita, lui era capace di estrarre una magia, una giocata impossibile per i comuni mortali ma che tutti hanno sempre sognato da bambini e magari tentato inu- tilmente di mettere in pratica nel cortile di casa. A n c h e p e r q u e s t o m o t i v o Zola è sempre stato amato da tutti, non solo dai tifosi delle s q u a d r e p e r c u i h a g i o c a t o , q u a l e e m b l e m a d i u n c a l c i o genuino, dispensatore generoso di allegria e di bellezza. I l l e g g e n d a r i o S i r A l e x Ferguson, manager e allenatore per oltre 20 anni del Manchester United, lo ha descritto nella sua autobiografia come uno dei più grandi calciatori italiani di sem- pre: "Era uno di quei giocatori che riusciva a restare impertur- babile rispetto all'avversario contro cui giocava. Aveva sem- pre un sorriso sul volto, e questo m i h a i n f a s t i d i t o . P e n s a v o : come può divertirsi giocando contro lo United? Nessun altro lo fa. Ma era un giocatore fanta- stico e mi è piaciuto guardarlo. Era piacevole. Per me dire que- sto di un avversario vi mostra cosa penso di lui". Uno splendido riconoscimen- to alla carriera, secondo forse al t i t o l o d i O b e ( O r d e r o f t h e British Empire), la più alta ono- rificenza che la Regina possa conferire a uno straniero, l'equi- valente del titolo di baronetto per i nati nel Regno Unito, con- feritagli per essere stato amba- sciatore come pochi altri di quei valori di lealtà e di rispetto che dovrebbero sempre ispirare la condotta sportiva. Sono quei valori che anche da allenatore Zola ha sempre cercato di trasmettere ai suoi figli e ai suoi allievi, con un chiaro e costante riferimento ai preziosi e sani insegnamenti ricevuti da ragazzo in Sardegna, soprattutto dalla sua famiglia. Proprio alla memoria di suo padre Ignazio, grande appassio- nato di calcio oltre che a lungo d i r i g e n t e e p r e s i d e n t e d e l l a s q u a d r a d e l s u o p a e s e – l a Gianfranco Zola è considerato uno dei maggiori talenti degli anni 1990 e 2000. Nel 1994 è stato vicecampione del mondo con la Nazionale italiana SEBASTIANO CATTE Corrasi – dove ha mosso i primi passi da calciatore, Gianfranco ha voluto rendere un omaggio doveroso intitolandogli il torneo giovanile che organizza nella sua Oliena da cinque anni, gra- z i e a l l ' a p p o r t o d e l l a s o r e l l a Silvia, di suo cugino Massimo Zola e della Corrasi. Un torneo di qualità sempre m o l t o e l e v a t a , q u e s t ' a n n o impreziosito dalla partecipazio- ne di Nuorese, Cagliari, Napoli e Chelsea, tutte squadre nelle quali Gianfranco Zola ha milita- to lungo l'arco della sua carrie- ra. Per la cronaca la vittoria è andata al Napoli, che si è impo- sto in finale sul Chelsea con il punteggio di 3-1. " M a i l r i s u l t a t o i n q u e s t o c a s o c o n t a f i n o a u n c e r t o punto", ci tiene a sottolineare Gianfranco, che incontriamo in una pausa del torneo. "A me preme soprattutto vedere che i ragazzi si divertano nel rispetto delle regole, senza mai mancare ai sani principi di lealtà sporti- va. Quelli di mio padre sono stati soprattutto insegnamenti di vita, di comportamento. Lezioni fondamentali che mi hanno fatto diventare quel che sono, che mi hanno consentito di forgiare nel migliore dei modi il carattere e la mia personalità aiutandomi a superare le tante difficoltà che i n e v i t a b i l m e n t e h o d o v u t o affrontare nei campi di calcio e nella vita". A suo avviso il calcio può offrire senz'altro un contributo m a g g i o r e d a l p u n t o d i v i s t a sociale ed educativo, grazie a iniziative come questa: "Stiamo p a r l a n d o d i u n o s p o r t m o l t o competitivo e quindi gli spunti per far sì che i ragazzi possano migliorare ci sono ogni giorno. In ogni allenamento, in ogni partita si vengono a creare delle o c c a s i o n i i n c u i i l c a r a t t e r e viene testato, non solo da un punto di vista tecnico e fisico ma anche caratteriale, compor- tamentale: il calcio è quindi a t u t t i g l i e f f e t t i ( o a l m e n o dovrebbe esserlo) una palestra di vita e uno strumento di vitale importanza per la crescita". I l c a m p i o n e d i O l i e n a h a potuto vivere da protagonista il calcio in due realtà significative come quella italiana e quella inglese ed quindi è un testimone ideale per sottolineare i punti in comune e le diversità nell'ap- proccio al calcio e allo sport più in generale: "Vero, stiamo par- lando di mondi e culture molto d i v e r s i . Q u e l l o i n g l e s e è u n popolo molto più lineare, razio- nale e pragmatico del nostro. Mentre noi ci basiamo molto di più sull'istinto e sulla creatività. Che, intendiamoci, sono aspetti di fondamentale importanza, ma che da soli non bastano. E que- ste differenze si riflettono anche nel modo in cui è strutturato il calcio giovanile: in Inghilterra fino ai 16-17 anni non ci sono campionati veri e propri ma tor- nei e partite amichevoli e in cui conta molto la programmazione. Devo aggiungere che noi diamo maggiore importanza alla tatti- ca, forse in maniera eccessiva in un'età in cui il ragazzo andreb- be lasciato più libero di espri- mersi secondo il proprio istinto. Ed enfatizzare una componente n o n è m a i u n v a n t a g g i o , a d esempio quando, come da noi, l'attenzione verso la tattica va a scapito della tecnica e di altri aspetti". Sono limiti che in un certo senso hanno a che vedere con lo stato di decadenza in cui versa il nostro calcio, una crisi ben sim- boleggiata dal fatto che per la prima volta dopo 60 anni siamo f u o r i d a l l a f a s e f i n a l e d i u n mondiale. Come uscirne? "Non è facile individuare delle soluzioni, è in primo luogo un problema di tipo organizzativo. Certo va benissi- mo affidare la nazionale a un allenatore molto bravo ed esper- to come Roberto Mancini ma temo non sia sufficiente se il contesto rimane immutato. Il calcio giovanile e quello dilet- tantistico, che rimangono il pol- mone principale a mio avviso, andrebbero profondamente rior- ganizzati e rinnovati anche con l'innesto di forze giovani e dav- vero competenti: e questo è un processo che richiede necessa- riamente tempi lunghi e una seria programmazione". Il discorso si sposta poi ine- vitabilmente sui grandi allenato- ri che oggi vanno per la maggio- re. Gianfranco Zola, che molti o s s e r v a t o r i i n q u e s t i g i o r n i danno vicino a un ritorno al Chelsea come direttore tecnico e vice di Sarri, non nasconde di prediligere il calcio offensivo di G u a r d i o l a , c h e c o n s i d e r a d a anni il top, il suo punto di riferi- mento: "Non lo nascondo, anche se oggi la Premier League offre i l m e g l i o i n f a t t o d i t e c n i c i . O l t r e a l l ' a l l e n a t o r e d e l Manchester City citerei altre eccellenze come Jurgen Klopp, che quest'anno ha fatto benissi- m o c o n i l L i v e r p o o l , e p o i Mourinho, Pochettino e lo stes- so Conte". Per restare ai moduli di gioco facciamo poi un gioco provando a immaginare una squadra idea- le con le qualità migliori degli allenatori più in voga in circola- z i o n e . Q u a l i c a r a t t e r i s t i c h e d o v r e b b e a v e r e s e c o n d o G i a n f r a n c o Z o l a ? " U n a m i a s q u a d r a i d e a l e n o n p u ò n o n avvalersi della fase offensiva di Guardiola, dell'organizzazione difensiva di Sarri e della fisicità, la grinta e l'energia che è capa- ce di infondere ai suoi uomini u n o c o m e A n t o n i o C o n t e " risponde senza esitazione Magic box.