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GIOVEDÌ 26 LUGLIO 2018 www.italoamericano.org 35 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI N el 2017 le persone che vivono in po- vertà assoluta in Ita- lia hanno superato i 5 milioni cioè sono 8 su cento. E' il valore più alto re- gistrato dall'Istat dal 2005. Le fa- miglie in povertà assoluta sono sti- mate in un milione e 778mila. Rispetto al 2016 la povertà assoluta cresce in termini sia di famiglie sia di individui. Lʼaumento della con- dizione di indigenza colpisce so- prattutto il Mezzogiorno, dove oltre uno su dieci vive in gravissimo di- sagio. Nel 2017 l'incidenza della povertà assoluta fra i minori per- mane elevata e pari al 12,1% (1 milione 208 mila, 12,5% nel 2016); si attesta quindi al 10,5% tra le famiglie dove è presente almeno un figlio minore, rima- nendo molto diffusa tra quelle con tre o più figli minori (20,9%). L'incidenza della povertà assoluta aumenta prevalentemente nel Mezzogiorno sia per le famiglie (da 8,5% del 2016 al 10,3%) sia per gli individui (da 9,8% a 11,4%), soprattutto per il peggio- ramento registrato nei comuni In Italia (e soprattutto al Sud) oltre 5 milioni di poveri cioè 8 persone ogni 100: il valore più alto dal 2005 Le famiglie spendono 2.564 euro al mese. Vivere al Nord costa di più G li studenti sono la principale risorsa con cui un paese costrui- sce il futuro. Alla preoccupante fase di flessione delle immatricolazioni nelle università italiane, legata alla crisi economica, è seguito un pro- gressivo recupero. Nel 2017/18 si sono immatricolati 291.000 stu- denti, segnando un incremento di 22.000 unità (8,2%) rispetto al punto di minimo toccato nel 2013/14. Nonostante il calo si è tor- nati sul livello registrato nel 2008/09. Nel confronto con i Paesi dell'Ocse, tuttavia, l'Italia risulta ultima in termini di tasso di occu- pazione dei laureati tra i 25 e i 34 anni nel 2016, con il 64% (circa 20 punti percentuali inferiore alla media Ocse). Questo risultato risente tuttavia della generale situazione del mer- cato del lavoro italiano: rappor- tando il tasso a quello dell'intera popolazione nella stessa fascia d'età, la posizione dei laureati ita- liani non è dissimile da quella di altri paesi europei. Negli ultimi anni, nel quadro di un generale miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro, il tasso di occupazione dei giovani laureati (25-34 anni) sale dal 61,9% nel 2014 al 66,2% nel 2017. Negli stessi anni, il tasso di occupazione dei diplomati nella stessa fascia di età (ovvero con almeno tre anni in più di presenza sul mercato del lavoro rispetto ai coetanei laurea- ti) rimane stabile e inferiore al 64%, collocandosi dal 2015 al di sotto di quello dei laureati. Anche misurata con riferimen- to al tasso di disoccupazione, la performance dei laureati è andata migliorando. Dal picco del 2014 (17,7%), il tasso di disoccupazio- ne è sceso ogni anno, fino al 13,7% nel 2017. Nel 2016, per la prima volta da molti anni, anche in questa fascia di età il tasso è risultato inferiore a quello dei diplomati; il divario si è ampliato nel 2017, a quasi 2 punti percen- tuali (nel 2010 il tasso di disoccu- pazione dei laureati era superiore a quello dei diplomati di 3 punti percentuali). Nelle regioni meridionali, l'in- serimento lavorativo continua a essere più difficoltoso, pur mostrando un lieve miglioramen- to: il tasso di occupazione dei 24- 35enni laureati sale dal 41% del 2014 al 47,2% del 2017, il tasso di disoccupazione scende dal 33,6% al 26,5%. Centro di area metropolitana (da 5,8% a 10,1%) e nei comuni più piccoli fino a 50mila abitanti (da 7,8% del 2016 a 9,8%). La povertà aumenta nei centri e nelle periferie delle aree metropolitane del Nord. A testimonianza del ruolo cen- trale del lavoro, la povertà dimi- nuisce tra gli occupati (sia dipen- denti sia indipendenti) e aumenta tra i non occupati; nelle famiglie con persona di riferimento ope- raio, l'incidenza della povertà assoluta (11,8%) è più che doppia rispetto a quella delle famiglie con persona di riferimento ritirata dal lavoro (4,2%). Cresce rispetto al 2016 l'incidenza della povertà per le famiglie con persona di riferimento che ha conseguito solo la licenza elementare: dall'8,2% del 2016 si porta al 10,7%. Le famiglie con persona di riferimento almeno diplomata, mostrano valori dell'incidenza molto più contenuti, pari al 3,6%. Si confermano le difficoltà per le famiglie di soli stranieri: l'inci- denza raggiunge il 34,5%, con forti differenziazioni: 29,3% al Centro, 59,6% nel Sud. L a spesa media delle fa- miglie italiane ha rag- giunto 2564 euro al mese con un progresso dell'1,6% rispetto al 2016. Il dato, pur se in crescita per il quarto anno consecutivo, è rimasto inferiore a quello del 2011 quando si era attestato a 2640 euro. Segnale che, nonostante i progressi degli ultimi anni, il Paese non ha ancora smaltito gli effetti della crisi economica. Il quadro presenta poi molte diffe- renze, sia a livello geografico che di capacità di spesa. Se si pren- dono ad esempio le spese a Nord- Ovest (2.874 euro), Nord-Est (2.843 euro) e Sud (2.071 euro) emerge un gap di circa 800 euro. Per il cibo, l'Istat stima inoltre una spesa di 457 euro mensili (+2,0% rispetto ai 448 euro del 2016). Quella per carni resta la componente alimentare più importante, attestandosi a 94 euro mensili. Le spese per vege- tali aumentano del 4,2%, quelle per frutta del 3,8%, s alendo rispettivamente a 63 euro e a 43 euro mensili. Per i beni e servizi che non rientrano nella categoria alimentari si sale a 2.107 euro al mese. Ocse: Italia ultima per laureati che lavorano Nel 2017, secondo la rilevazione Istat, i poveri sono l'8,3% della popolazione italiana, nel 2008 erano il 3,9% Si calcola che in media si spendano 457 euro al mese solo per mangiare