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GIOVEDÌ 23 AGOSTO 2018 www.italoamericano.org 7 L'Italo-Americano IN ITALIANO | vetro, senza che lo chiedessi. Il servizio classico era in qualche modo appropriato. Qui, nelle vicinanze di Piazza del Campo e di Piazza Farnese, tra i bar vicini con cibo di lusso e ondate di turisti, il caffè resiste, mantenendo la propria identità peculiare. C'è un altro caffè che frequen- to che parla dell'unicità di Roma. È a pochi passi da Ponte Sant'An- gelo, per nulla nascosto. Rivaleg- giando con le 800 lattine di soda, un vecchio cavallo a carosello sfregiato ciondola precariamente sopra il bancone. In una stanza sul retro, diversi anni fa c'era un'insegna neon che veniva spie- gata con luce bianca: VOTA COMUNISTA. Ma per qualche motivo ora è spenta. Forse perché il Partito della Rifondazione Comunista è quasi scomparso con le più recenti forme di prote- sta politica degli italiani: Casa Pound e Movimento 5 Stelle. La clientela conviviale del bar sem- bra provenire da quella genera- zione di giovani italiani senza un soldo con cui Carole e io una volta viaggiammo su treni di terza classe negli anni '70 mentre passavamo da un concerto estivo sponsorizzato dal Partito Comu- nista Italiano di Enrico Berlin- guer a un altro. I bar spesso ospitano regolar- mente piccole ensemble e cantan- ti, di solito intorno alle 22:00. Una sera, quando mi fermai per una visita poco prima che la musica iniziasse, una signora dai capelli grigi entrò e fu seguita da un uomo barbuto, entrambi con due grandi ciotole di fettuccine alla bottarga. Distribuirono piatti di carta e tutti i presenti banchet- tarono con la pasta. La pasta fu seguita da grandi fette di pane con acciughe. Quando iniziò la musica, le persone per la strada si fermavano per ascoltare e qual- cuno invitò dentro una decina di turisti francesi. Il caffè, altrimenti tranquillo, divenne all'improvviso rumoroso, quasi indisciplinato con il coro di accompagnamento dei turisti francesi. Molto prima che tutto fosse finito, dovetti andare a letto per alzarmi presto per le nostre lezioni mattutine di italiano. Vicino al nostro appartamento c'è un altro di quei caffè visitati ogni giorno da centinaia di turisti che formano lunghe code per il famoso bar vicino Frigidarium. Come gli altri due, questo caffè senza pretese non è stato ristrut- turato per decenni. Ma i suoi scaffali sono in ordine, nessun ripiano è pericolosamente incli- nato o c'è qualcosa che ciondola precariamente sul bancone. Tut- tavia, ci sono diversi scaffali su una parete di fondo che, non inu- sualmente, contengono dozzine di bottiglie di vino. Ma in una delle mie recenti visite ad aprile sono diventato un po' sospettoso per le condizioni di alcune eti- chette scolorite delle bottiglie. A un esame più attento ho scoperto che molti dei vini risalivano agli anni '70, tra cui rare bottiglie di Barolo e Montepulciano. Per più di quarant'anni sono state lì al bancone, senza alcun controllo della temperatura. Molti dei vini erano addirittura evaporati attra- verso i loro tappi secchi. Quando ho chiesto alla signora del vino, lei ha fatto spallucce e ha detto che non sono da bere. Pensate! Ma non è tutto. Dalla porta del bar c'è un sito curioso ma tri- ste. Per un certo numero di anni un senzatetto ha vissuto sulla soglia di Palazzo Nardini, un palazzo abbandonato del XV secolo, proprio nel centro di Roma. Secondo un recente arti- colo su La Repubblica, gli auto- proclamati custodi del patrimo- nio architettonico della città hanno fatto vergognare la sinda- ca Raggi affinchè impegnasse fondi per restaurare il palazzo fatiscente e i suoi affreschi. Nel frattempo, il senzatetto vive lì, prima della porta cadente del palazzo. Ha familiarizzato con gli uomini d'affari del posto che circondano il suo accampamento. Visita il vicino negozio di ali- mentari per chiedere cibo e rac- cogliere i cartoni. Riceve anche qualcosa da bere e un cornetto dalla famiglia che gestisce il bar e il ristorante vicino. Mentre guardavo questa scena, mi chiedevo se stavo guar- dando la Roma di Levi. Levi avrebbe scelto di scrivere dei tre caffè che continuano a resistere alla nuova conformità che minac- cia di livellare l'unicità di Roma: franchising e turismo di massa? Starbucks Coffee ha appena aper- to il suo primo negozio a Milano, e McDonald's e Obicà Mozzarel- la Bar continuano ad aprire nuovi siti. Obicà ha aggiunto ai suoi locali in franchising uno a Roma disonorando la storica Vineria Reggio in Campo. Dopo ottant'anni, il Café Pace in Piazza della Pace se n'è andato, vittima di un nuovo sviluppo. Naturalmente, non ho seguito la forma convenzionale del sag- gio di viaggio citando i nomi e gli indirizzi dei tre caffè. Questo è intenzionale. Scoprite la vostra Roma. Accantonate il vostro cel- lulare, la guida e il GPS. Patite anche la frustrazione di perdervi. Nella Roma diversa scoprirete sicuramente qualcosa di unico. Mi viene in mente qualcosa che l'antico filosofo cinese, Lao Tzu, una volta disse: "Se non cambi direzione, potresti finire dove stai andando". Il bar: il cuore della vita sociale "all'Italiana," è un luogo perfetto per creare ricordi unici e personali della città SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Piazza di Spagna, certo: ma quanti angoli segreti e inesplorati ci sono da scoprire nella Città Eterna? Continued to page 6 Continua da pagina 5