L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-3-2018

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GIOVEDÌ 6 SETTEMBRE 2018 www.italoamericano.org 7 L'Italo-Americano IN ITALIANO | È solo il 2 settembre, oggi, ma i suoni e i profumi dell' es tate sembrano lontani. Il tempo sta aiutando a entrare nello spirito autunnale, offrendoci la bellezza di cieli viola pieni di nuvole morbida- mente rotonde, pesanti e lussu- ose come prezioso broccato. È finita la profonda monocromia del cielo di luglio e agosto, blu e setosa, d'accordo, ma priva di profondità, priva di mistero, di fascino. Perché, vedete, se l'estate è argento vivo, l'autunno arriva avvolto nel velluto e coperto d'oro. Se l'estate è la risata spen- sierata di un bambino, l'autunno è la dolorosa preghiera al Sig- nore della Callas in Tosca: sono entrambe belle stagioni e alcuni possono preferire l'uno all'altra, ma la profondità, la complessità emotiva ed estetica dell'autunno sono irraggiungibili dalla natura unidimensionale dell'estate. Per insegnare ai bambini la storia dell'autunno, a noi italiani piace spesso usare la realtà più solida e onnipresente che conos- ciamo: le nostre radici e la nostra storia. Ecco perché nelle scuole elementari, durante le prime mattine scure di settembre che riportano in classe i più giovani, nei loro grembiuli neri e nastri azzurri, gli insegnanti spesso parlano della storia di Proser- pina, figlia della dea della fertil- ità e dell'agricoltura, Cerere. Ade, il dio della morte e signore dell'Aldilà, si innamorò della sua bellezza e la rapì per averla per sé; Cerere, sconvolta come solo le madri possono essere, pianse e si disperò, dimenticando la natura e i suoi ritmi, che gov- ernava. Ma la natura non poteva morire, perché la s ua morte sarebbe stata la morte dell'U- manità, così Ade accettò di con- dividere P ros erpina con s ua madre, che poté godere della sua presenza sulla terra per sei mesi all'anno: insieme a sua figlia, Cerere si sarebbe presa cura della terra e delle sue colture. Quando restava sola lei - e la natura con lei - cadevano deli- catamente in una fase di tregua e sonnolenza, in attesa del ritorno di Proserpina. Autunno e inverno sono dunque i mesi della solitu- dine di Cerere, mentre primavera ed estate sono quelli condivisi con la figlia. Già allora, tutti quei secoli fa, il legame tra l'autunno e l'Aldilà era forte: non c'era solo il sonno apparente della natura a rendere possibile l'associazione, ma c'er- ano anche le ore più lunghe del crepus colo e l' aria fres ca, piacevolmente cupa del mattino presto in autunno. Perché alla fine proprio come la natura, anche le anime dei defunti dor- mono, aspettando l'arrivo della loro primavera. In tutte le regio ni d' Italia, la pres enza benevola delle anime dei nostri fedeli defunti nelle nostre case e nelle nostre strade è un sentire comune e tradizionale. Nel Piemonte meridionale, un tempo, si chiedeva ai bambini di fare diligentemente il letto la mattina del Giorno dei morti, e di lasciare un po' di castagne o di ceci accanto ad esso, in modo che le anime potessero riposare e mangiare, mentre la famiglia andava a messa; le nostre amate castagne, da tempi immemora- bili regine autunnali delle Alpi, hanno messo le loro pungenti calotte esterne grazie alle anime dei buoni ricci, che diventano dei cappotti così che le castagne possono stare al caldo nei mesi più freddi dell'anno. Dalle anime buone al mistero della magia, argomento caro al folklore autunnale italiano. Sempre in Piemonte, si dice- va che le streghe della regione, le masche, fossero particolar- mente attive durante l'autunno. Tipicamente notturne, queste donne - dotate di immortalità ma senza giovinezza eterna o infini- ta s alute - go devano della penombra dei tardi pomeriggi della stagione, prologo di ben- venuto alla notte in arrivo. È interessante notare che le nostre mas che, che abbiamo detto essere immortali, potevano scegliere di morire se lo desider- avano, ma dovevano trasmettere i loro poteri a un'altra persona – spesso una figlia o una nipote, un animale o anche un oggetto. Il racconto della trasformazione autunnale di una masca in capra, di cui furono tes timoni mio nonno e i suoi amici in giovinez- za, rimane il ricordo preferito da condividere quando si avvicina Halloween. Anime e streghe, castagne e uva: cosa c'è di più autunnale del vino e del frutto da cui deriva? La tradizione italiana racconta che, una volta, le viti non pro- ducevano alcun frutto, erano puramente ornamentali. C'era un es emplare particolarmente rigoglioso che aveva fatto di un piccolo giardino la sua dimora, e più cresceva e diventava bello, meno luce, meno sole e meno acqua ricevevano le piante più piccole del giardino, che resta- vano all'ombra delle sue foglie larghe e colorate. Un contadino, quindi, decise di potarla, taglian- do la maggior parte dei suoi lunghi rami: una triste, triste, giornata per la vite, che incon- solabile iniziò a piangere inces- santemente. Poiché la più piccola e umile creatura è spesso quella con il cuore più profondo e puro, un usignolo, addolorato dalla disperazione della vite, cominciò a fare quello che meglio sapeva fare: cantò per cons olare la pianta. Il suo canto fu così celes- tiale che la dis perazione s i trasformò in serenità e le lacrime della vite, imbevute della dolcez- za del canto dell'uccello, si fer- marono tra i suoi rami: fu la prima uva che la natura ci ha donato. Dunque, la prossima volta che gusterete la fresca e zucche- rina croccantezza dell'uva, ricor- date che il sapore dell'autunno è una miscela del suo stesso cuore: un tocco di tristezza, addolcito da un'anima musicale. Perché l'autunno italiano ha davvero due parti: vita e morte, anima e corpo, luce e notte, col- ori e freddo, sacro e profano. Un po' come succede alla fine di set- tembre, quando, specialmente al Sud, il culto di San Michele assume la forma di speciali riti e tradizioni. In Basilicata e in Campania, in particolare, nella giornata dedicata all'Arcangelo, il 29 settembre, gli agricoltori preparano "o sulco dell'Angelo", il solco dell'Angelo, un solco lungo 500 metri per attirare la protezione di San Michele sulle loro terre. E Michele, magicamente, ci riporta all'inizio della nostra sto- ria, all'idea che la natura riposa e si prepara di nuovo alla nascita: infatti, è considerato il difensore della luce e del bene contro il male, simbolo di resistenza e rinascita. Questo perchè l'autun- no non è la fine di un tempo fer- tile, ma l'inizio del successivo, perché in Italia l'autunno, più di qualsiasi altro periodo dell'anno, riesce a fondere insieme il mod- erno e il vecchio, il presente e il passato, il nostro futuro e la nos- tra tradizione. In Italia, l'autunno è la sta- gione degli antenati e la stagione delle nos tre radici: ritorna, ammantato di velluto, le dita immerse nell'oro puro, per ricor- darci da dove veniamo, per aiutarci a liberarci delle maschere e degli stravaganti vestiti estivi per riabbracciare la nostra vera identità e natura. Bentornato, autunno: ci sei mancato tanto. E per goderlo al meglio, ecco alcuni appuntamenti da segnare sui diari. Perché, non dimen- tichiamolo, l'autunno è anche tempo di fiere e sagre, cuore e anima della tradizione e del pat- rimonio italiano. L' uva e le castagne vengono celebrate a Donnas (Valle d'Aosta) per due fine settimana consecutivi, nel primo (dal 5 al 7) e ne secondo (dall'11 al 14) di ottobre. Rima- nendo a nord, direzione Alba per la famosa Fiera Internazionale de Tartufo Bianco, che anima la città ogni fine settimana dal 6 ottobre al 25 novembre. Se piace qualcosa di più dolce, provate la Fiera del Fico Secco a Miglioni- co, in provincia di Matera; a proposito, questa potrebbe essere un'ottima occasione per visitare anche Matera, la capitale euro- pea della cultura 2019. Ultima ma certamente non meno impor- tante, la Sagra dell'arancino di Ficarazzi (Catania), che si svolge ques to w eekend: accanto ai grandi classici, come gli arancini al burro e gli arancini al sugo, potrete assaggiare altre ricette come gli arancini al pesto, al pis- tacchio e persino gli arancini alla Nutella. Le castagne, festeggiate anche a Donnas, in Valle D'Aosta, sono simbolo dell'autunno montano in Italia SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Continued to page 6 Finalmente... l'autunno: viaggio in Italia, seguendo tradizioni e folklore autunnali

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