L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-4-2018

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GIOVEDÌ 4 OTTOBRE 2018 www.italoamericano.org 45 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO V ivere l'arte è cono- scenza, è un'occasio- ne per incontrare e imparare dalle perso- ne che tutelano e custodiscono la memoria artistica. Un momento di coinvolgente ed effettiva condivisione. È questo il senso delle Giornate Europee del Patrimonio 2018, sbarcate in laguna per un incontro ravvicina- to con la chiesa di San Nicola da Tolentino (vulgo dei Tolentini), sestiere di Santa Croce a Venezia. È una luminosa mattinata d'i- nizio autunno. Il campiello dei Tolentini si va riempiendo. Prima ancora di varcare l'ingresso del- l'edificio, sale in cattedra il "Pantheonistico" pronao della chiesa, preceduto da sei massicce colonne corinzie. Un'opera rea- lizzata dal veneziano Andrea Tirali, chiamato a sostituire Vincenzo Scamozzi. "I disegni del Tirali per il pronao furono diversi" spiega l'architetto Elisabetta Rosa Norbiato, "arri- vando a una sintesi che è un equi- librio di rigorose proporzioni geometriche". Fondata dai Teatini, la chiesa di San Nicola da Tolentino incar- na il doppio legame dell'Ordine con Roma e la Serenissima. Emblema di tutto ciò, il maestoso monumento funebre dedicato al patriarca Francesco Morosini, eretto quando era ancora in vita e realizzato dallo scultore genovese Filippo Parodi. "Il presbiterio dell'altar mag- giore - illustra Giulia Altissimo, storica dell'arte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna - rappresenta il trionfale ingresso LUCA FERRARI La chiesa di San Nicola da Tolentino nasconde un tesoro: il trionfale ingresso del barocco a Venezia complesso, a cominciare dalle più basilari operazioni come la messa in sicurezza dei ponteggi e prose- guendo via via con le analisi dei materiali, la realizzazione delle tavole tematiche fino all'azione manuale vera e propria" chiarisce "Non dobbiamo inventare nulla. Dobbiamo restituire quello che è. Per compiere l'intervento bisogna comprendere la materia e le metodologie che dovranno essere utilizzate. La parasta nera per esempio, è un marmo genove- se rosso. Inoltre non è un blocco come potrebbe sembrare, ma un insieme di lastre montate insieme. Avvicinandosi, si possono vedere i tagli di giunzione". Un restauro è anche scoperta e scelte, talvolta molto difficili da prendere. "…E tutto questo per un lavoro che alla fine non si deve vedere" le fa eco il direttore dei lavori, l'architetto Giovanna Ferrari. Il restauro è una scienza e una non-scienza. C'è la Storia di mezzo e non la si può cancellare. Il restauro è una disciplina che si deve confrontare anche con la percezione del pubblico che ha un'immagine di un'opera conso- lidata nel tempo. Mutarla, anche se risultasse più fedele all'appara- to decorativo originale, può crea- re problemi. "Nel corso del restauro è stato trovato uno strato di ocra dorato ma dopo attente valutazioni è stato lasciato silen- te" spiegano i funzionari. Roberta Torretti, ex-allieva Uia iniziò la sua attività proprio qui, sui ponteggi dei Tolentini: "Il primo impatto che ho avuto è stato dirmi: ce l'ho fatta! È ciò che ambisci fin da primo giorno di scuola. Ancor prima delle dif- ficoltà del lavoro in sé, ho dovuto affrontare il mio non sentirmi all'altezza. Oggi, nonostante una sempre maggiore esperienza, è qualcosa che ancora provo. Se non hai paura, puoi fare danni. Con la paura si resta umili". Abbandono l'altar maggiore dando un ultimo sguardo al pre- sbiterio. Momenti così intensi avvicinano davvero l'arte agli esseri umani. Giornate così sono di autentica ispirazione. Quotidiana, culturale e chissà, anche per una futura professione. del barocco a Venezia. Una strut- tura piramidale complessa di evi- dente richiamo al Bernini, con la figura del morto risorgente". Prima di procedere con ulte- riori dettagli, entriamo nel presbi- terio, collocandoci proprio davan- ti all'impianto scultoreo. Colpisce la presenza di Cronos, incatenato da basso, a significare la mortalità del tempo sconfitta grazie alla carità (virtù del Morosini), anch'essa raffigurata, che condu- ce il Patriarca verso l'alto (la Salvezza eterna) dove si trova San Marco con il leone. Insieme ai tecnici della Soprintendenza c'è anche l'esper- ta restauratrice nonché docente dell'Università Internazionale dell'Arte, Natascia Girardi, che ha personalmente operato sul monu- mento coordinando gli allievi dell'Uia, prima in Veneto a svol- gere attività di formazione a livel- lo superiore per tecnici del restau- ro di beni culturali, e da 35 anni al fianco del Pratt Institute di New York per il programma di studio Pratt in Venice diretto da Diana Gisolfi. "Il restauro è un lavoro molto La chiesa di San Nicola da Tolentino del XVI-XVII secolo si trova nel sestiere di Santa Croce a Venezia. © Wieslaw Jarek | Dreamstime.com Il maestoso monumento funebre in memoria del patriarca Morosini è del 1678 (Ph. L.Ferrari)

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