L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-18-2018

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GIOVEDÌ 18 OTTOBRE 2018 www.italoamericano.org 35 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI I n un anno, centomila italiani in meno. Il saldo naturale negativo (-191mila), non è stato compensato dal saldo migratorio che si è attestato su livelli modesti (+85mila). Negli ultimi anni, l'Italia ha registrato un calo degli ingressi di immigrati perchè, nonostante gli sbarchi abbiano avuto un'e- norme risonanza mediatica, in t e r m i n i n u m e r i c i s o n o s t a t i m o l t o i n f e r i o r i r i s p e t t o a g l i ingressi per lavoro degli anni precrisi. Così l'immigrazione – s p i e g a n o i r i c e r c a t o r i d e l l a Fondazione Moressa che in base ai più aggiornati studi statistici p a r l a d i u n " l u n g o i n v e r n o demografico" nel futuro prossi- mo del Belpaese – non riesce più a compensare il calo demografi- co". Le previsioni sulla crescita demografica del 2050 stima per l'Italia un 16,7% di cittadini in meno. Meno bambini, meno gio- vani e più anziani e pensionati. Secondo i calcoli, i cittadini con oltre 65 anni diventerebbero circa il 34%: il 12% in più di oggi cioè oltre un italiano su tre sarà in età da pensione. L'Italia nel 2050 diventerà sempre di più un paese per vecchi Bimba umbra di 1500 anni fa svela la malaria I l paesaggio della Sardegna, con i misteri legati all'anti- chissima civiltà nuragica, in fondo lo lasciava presagire. Gli studiosi hanno recente- mente scoperto che il Dna dei Sardi risale a oltre 7mila anni fa e risulta essere il più antico d'Europa. È il risultato di una ricerca pubblicata su Nature Genetics, e conferma che i Sardi, soprattutto quelli delle re- gioni dell'interno, conservano me- glio di qualunque altra popolazione contemporanea le caratteristiche genetiche delle popolazioni pre- senti in Europa nel Neolitico. I ricercatori guidati da Francesco Cucca, direttore dell'Istituto di ricerca genetica e biomedica del Consiglio naziona- le delle ricerche (Cnr-Irgb) e pro- fessore di Genetica Medica dell'Università di Sassari, e da John Novembre, professore al dipartimento di Genetica Umana della Università di Chicago, hanno raccolto oltre 3mila cam- pioni di genoma che sono stati confrontati con quelli di resti ossei di siti archeologici neolitici (tra 10.000 e 7.000 anni fa) e pre- neolitici dell'Europa continentale: il Dna mostra similarità con i con- tadini neolitici. L a necropoli di Poggio Gramignano, a Lu- gnano in Teverina, in Umbria, torna alla ri- balta internazionale con una nuova sensazionale scoperta. La campagna di scavo 2018, ha portato alla luce una tomba di una bambina di circa 10 anni sepolta con la bocca aperta e con una pietra infilata dentro, un rito che riconduce all'epidemia di malaria che infestò l'area alla metà del V secolo d.C. tanto che probabilmente Attila dovette girare i suoi cavalli e rinunciare alla conquista di Roma proprio per questa epidemia. La tomba è stata rinvenuta durante la campagna di scavi condotta da un team internazio- nale di archeologi diretto da David Soren dell'University of Arizona, con la partecipazione delle Università statunitensi di Yale e Stanford, in collaborazio- n e c o n l a S o p r i n t e n d e n z a d i A r c h e o l o g i a , B e l l e A r t i e P a e s a g g i o d e l l ' U m b r i a e i l Comune di Lugnano in Teverina. Gli archeologi scavano da tre anni sui resti di un'antica villa di epoca romana, riportata alla luce dall'Università dell'Arizona dal 1 9 8 8 a l 1 9 9 3 , d o v e a l c u n i ambienti, furono riutilizzati alla I S a r d i r i ve l a n o i l N e o l i t i c o : hanno il Dna più antico d'Europa E ra dal 1959 che a Cal- dane, in Val Varaita, in provincia di Cuneo, non nasceva un bebè. Ses- santadue anni dopo, in una baita piemontese, è nata la pic- cola Rebecca. La piccola, è la quinta componente della famiglia Ruà. Ed è la sesta abitante del vil- laggio. D'accordo si tratta di un caso limite e di una scelta di vita da parte dei genitori che hanno scel- to di abitare in solitudine a 1.200 metri d'altezza. Ma la notizia rac- conta dei tanti paesi italiani a rischio spopolamento o che sono già semidisabitati e abbandonati. I cosiddetti "paesi fantasma o pol- vere" in Italia sono circa un migliaio, se si escludono stazzi e alpeggi. Contando i piccoli agglo- merati urbani in zone impervie, il loro numero sale a 6.000. Di que- sti circa 2.000 paesi risultano avere meno di mille abitanti e sono considerati a rischio deserti- ficazione. L'Italia, fatta di borghi medie- vali e piccoli paesi arroccati lungo la dorsale appenninica che conta- no una media di 400 abitanti, coprono circa il 60% del territorio nazionale. Le amministrazioni locali di queste realtà scarsamente popola- te si sono da tempo organizzate per invogliare giovani e famiglie a ritornare, offrendo incentivi economici e fiscali, mettendo in vendita a 1 euro le case abbando- nate. Collina e montagna, a diffe- renza della costa, raramente pos- sono contare sul turismo stagiona- le, elemento che mantiene vive le comunità più piccole, e perciò, soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale e con l'arrivo del boom economico degli anni sessanta, hanno subito la cosid- detta "rapina delle montagne": intere famiglie sono emigrate a valle con i giovani in cerca di uno stipendio fisso, un lavoro stabile e una vita meno precaria tra le diffi- cili condizioni di vita che impon- gono certe latitudini. Tra le regioni italiane la più soggetta al rischio desertificazio- ne demografica è la Calabria, ma non c'è territorio peninsulare che oggi non abbia un pezzo del suo territorio a rischio spopolamento. Anche solo per i tanti giovani che scelgono di allontanarsi dalle zone periferiche. Nel Cuneese si torna a nascere dopo 62 anni metà del V secolo d.C. come cimitero di bambini. Questa scoperta sta suscitan- do molto interesse a livello inter- nazionale sia dal punto di vista scientifico sia dal punto di vista storico visto che l'arrivo del re degli Unni, Attila, a Roma sareb- be stata condizionata proprio da un'incredibile ondata di malaria nella zona centrale dell'Italia che aveva ucciso moltissimi abitanti. Interessante da un punto di vista antropologico il rito della sepoltura: secondo gli scienziati, gli abitanti credevano che, sep- pellire un morto di malaria con un sasso in bocca, significasse non renderlo "in grado di risor- gere dai morti e diffondere la malattia tra i vivi". La cosidetta "sepoltura dei vampiri" è stata già trovata sia in Italia che all'estero. Nel 2009 a Venezia sono stati trovati resti risalenti al XVI secolo di una donna anziana sepolta con un sasso in bocca. E' soprannomi- nata "il vampiro di Venezia". Nel 2017, nella contea inglese d e l N o r t h a m p t o n s h i r e , g l i archeologi hanno scoperto i resti di un uomo sepolto a faccia in giù con un sasso in bocca, sem- pre per impedire la diffusione di malattie. Nel 2050 gli over 65 saranno il 12% in più: un italiano su tre sarà in pensione La Sardegna è punteggiata da Nuraghi neolitici (10.000-7.000 anni fa)

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