L'Italo-Americano

italoamericano-digital-1-17-2013

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L'Italo-Americano GIOVEDÌ  17  GENNAIO  2013 Tombino o oracolo? Bocca della Verità. Mascherone in marmo pavonazzetto, murato nella parete del pronao della chiesa di Santa Maria in Cosmedin di Roma dal 1632 con i restauri voluti da papa Urbano VIII. Il mascherone rappresenta un volto maschile barbato, occhi, naso e bocca sono forati e cavi. Il volto è stato interpretato nel tempo come raffigurazione di Giove Ammone, dio Oceano, di un oracolo o un fauno. Nell'antica Roma la Bocca della Verità era un tombino: i tombini avevano spesso forma di divinità fluviale che "inghiottiva" l'acqua piovana. Il nome "Bocca della verità" compare nel 1485 e la scultura rimase da allora menzionata tra le curiosità romane. Nel medioevo si fece strada la leggenda che la Bocca della Verità funzionasse come oracolo, ad uso dei mariti e delle mogli che avessero dubitato della fedeltà del coniuge. Cristianità orientale Madonna col Bambino. Margaritone d'Arezzo (tra i massimi esponenti della pittura della seconda metà del XIII secolo) la realizzò nel 1250 circa per la chiesa di Santa Maria a Montelungo. Forse è la sua opera più emblematica e la tavola dipinta, autografata nella parte bassa, è oggi conservata al Museo statale d'arte medievale e moderna di Arezzo. La tavola segue una tipologia diffusa in area cristiano-orientale, per esempio nella zona egiziana relativa al Monastero di Santa Caterina sul Sinai. Le due figure centrali sono severamente frontali e bidimensionali, col Bambino raffigurato come un dio infante, con tanto di scettro, che benedice ignorando il tenero gesto della madre che gli tocca il piedino. L'opera presenta un panneggio sofisticato ma piatto e privo di rilievo, con sfumature poco efficaci. Scatola prospettica Polittico di Sant'Antonio. Nel 1467, a Perugia, Piero della Francesca eseguì per le suore del convento di Sant'Antonio un polittico dove, all'impostazione tardogotica voluta dalla committenza, si contrappone, nella cimasa, un'Annunciazione di chiaro stampo rinascimentale, con una straordinaria fuga prospettica di archi sullo sfondo. La straordinaria Annunciazione, posta in una magnifica scatola prospettica, crea uno sfondamento prospettico che calamita l'occhio di chi guarda. La Vergine è colta nel momento dell'humiliatio, quando accetta il compito divino, mentre la raggiungono i raggi dello Spirito Santo, attraverso una colomba posta in un quadrato di cielo in alto a sinistra. La scena è inondata di luce ultraterrena e il giardino cita l'hortus conclusus, simbolo della verginità di Maria. PAGINA  9 Plastico chiaroscuro Ragazzo col flauto. Olio su tela del 1740-45, è opera di Domenico Maggiotto. Di chiara espressione barocca, si trova alla Ca' Rezzonico di Venezia. L'autore, formatosi nella bottega di Giovanni Battista Piazzetta dall'età di 10 anni, ne rispecchierà la lezione nelle opere comprese tra il 1730 e il 1750. La plasticità delle forme e gli effetti del chiaroscuro sono gli elementi comuni e ricorrenti nelle opere del periodo. Alla morte del maestro, Maggiotto moralmente disorientato dalla perdita della guida artistica, sviluppa una tendenza che si traduce artisticamente in un eclettismo impersonale. Seguirà la crisi di rinnovamento sotto la suggestione di Tiepolo (17551765) e lo stile della vecchiaia, che vede la ripresa dei modelli giovanili, prima in stile neerlandese e quindi in chiave arcadica. Bellezza femminile Conversazione al balcone. Olio su tela del 1904, fino al 27 gennaio in mostra con altre pregevoli opere che illustrano la pittura del '900 nelle raccolte civiche fiorentine, alla Gamc "Lorenzo Viani" di Viareggio. La tela riproduce la grazia che caratterizza le opere di Stefano Novo, i cui dipinti compaiono nelle più esclusive esposizioni di fine Ottocento e del primo Novecento. Nel ritrarre questa Conversazione al balcone, Novo "strappa" come in una fotografia un momento di intimità a tre donne, consegnandole allo sguardo di un pubblico futuro. Così fa con la vita quotidiana regalando piacevoli scorci in grado di proiettare l'osservatore nell'epoca in cui Novo è vissuto. I suoi quadri sono sparsi un po' in tutto il mondo, in particolare molti si trovano oltreoceano in collezioni private. Entro il 1900, nella Little Italy di Los Angeles erano già presenti numerosi esercizi commerciali che soddisfacevano i bisogni della comunità, come negozi di alimentari e panettieri che offrivano prodotti italiani tradizionali, notai che parlavano italiano, sarti e barbieri. Ricci, Del Beato, e Borgia erano tre dei fotografi più popolari di Little Italy. Nei primi del Novecento questo gruppo di uomini d'affari italiani si rivolgevano a Nick Borgia, il cui studio fotografico si trovava sulla San Fernando Street, oggi North Spring Street, vicino alla Chiesa di San Pietro. Di Marianna Gatto La missione dell'Italian American Museum di Los Angeles è di favorire la conoscenza dei differenti patrimoni culturali della California Settentrionale attraverso la ricerca, la preservazione storica, mostre e programmi educativi che esaminano la storia ed il continuo apporto degli italoamericani nella Los Angeles multietnica e negli Stati Uniti. Si ringrazia per la foto l'Italian American Museum di Los Angeles. L'immagine non può essere copiata, stampata od utilizzata in altro modo senza l'autorizzazione del IAMLA.

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