L'Italo-Americano

italoamericano-digital-1-10-2019

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GIOVEDÌ 10 GENNAIO 2019 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO A l centro di un paesag- gio tanto vasto che sembra quasi di essere sospesi nel vuoto, i boschi della Sila scompaiono a poco a poco per la- sciare il posto a cespugli di cardi, di oleandri selvatici, a lunghi filari di olivi. In basso si estende la de- sertica valle del Neto semi nasco- sta dai calanchi, aride groppe d'ar- gilla e di calcare che franano, dilavate dalle piogge e dai venti. Per non farsi mancare proprio niente delle grandiose suggestioni byroniane di questa terra di Cala- bria, che in un lontano passato fu Magna Grecia, suggeriamo di rag- giungere il borgo bizantino di Santa Severina. L'itinerario prevede di scen- dere lungo la vecchia strada, piena di tornanti (per i viaggiatori più pigri un po' più avanti c'è una larga via ben più agevole), fra le piramidi ondulate che offrono una sorprendente gamma di colori dal giallo ocra al rosa, dorato e i cui pendii sono cospar- si di rari cespugli. Dopo una serie di curve, che a un certo punto sembra infinita, ecco apparire Santa Severina, alta nel cielo, simile a un'immensa nave di pietra. E' una visione rassicurante e inquietante nel contempo, quanto può esserlo un bastione militare da deserto dei tartari, perché ciò che appare a prima vista è la prua del maestoso e possente Castello Carafa, il più bello e meglio con- servato delle fortezze bizantine e normanne sopravvissute nell'Italia meridionale. L'Italia ha molti borghi e città sorti in collina per sfruttare la posizione sopraelevata, in modo da dominare la vallata e difender- si da attacchi nemici. Santa Severina è il più tipico di questi luoghi, con il suo caratteristico aspetto di borgo arroccato su uno sperone roccioso, a metà strada fra l'altopiano della Sila e il tem- pio di Hera Lacinia sui bordi dello Ionio. Un evocativo borgo medievale, potente nel passato, che per numero e importanza di monumenti non ha nulla da invi- diare ad altri luoghi della memo- ria. Il Castello si estende per un'a- rea di circa 10.000 mq., è una delle più antiche fortezze militari del Meridione d'Italia, sottoposto dal 1994-1998 a un accurato restauro per l'interessamento di sindaci intelligenti e appassiona- ti. L'antico maniero si compone di un mastio quadrato con quattro torri cilindriche poste agli angoli, fiancheggiato da bastioni spor- genti in corrispondenza delle torri. E' incorniciato da imponen- ti mura merlate e circondato per tre lati da un fossato. La sua costruzione è attribuita al nor- manno Roberto il Guiscardo intorno al XI secolo. Nel 1496 Andrea Carafa decise di ampliar- lo e in parte ricostruirlo. Altri restauri vi furono poi ad opera delle nobili famiglie che lo abita- rono: i Ruffo, gli Sculco, i Grutther. E' comunque certo che il castello fu edificato sopra una preesistente costruzione, come ci spiega Ugo Giordano, avvocato appassionato di archeologia e storia del suo paese, dove torna appena può dalla sua residenza romana. "Si ritiene che l'area del Castello coincida con l'acropoli dell'antica Siberene, le cui origini sono già documentate da Ecateo di Mileto, storico e geografo del V secolo a. C. che la comprende nell'elenco delle città FRANCESCA GRAZIANO A Santa Severina dove il castello bizantino domina la valle e sorge il più antico edificio religioso della Calabria si accede da una porticina della bella Cattedrale a croce latina a tre navate, rimaneggiata a inizio '700, della cui struttura originaria rimane solo l'antico portale. Per impregnarsi e godere degli ultimi bagliori della civiltà bizantina basta immergersi nel vecchio quartiere della Grecia, nella zona orientale del paese, dove le case sono tutt'uno con la roccia e dove quelle delle fami- glie più ricche si ergono in cima al colle. Contiguo alla Grecìa vi è il rione della Iudea, abitato dagli ebrei fino alla loro espulsione nel 1510. Non resta, prima di andare via con inevitabile rammarico da questo romantico, affascinante borgo fuori dal tempo, che attra- versare il Campo, l'antica piaz- za d'armi avvolta in un silenzio che riappacifica col mondo, e che affacciarsi dal belvedere cinque- centesco per contemplare le rocce abbagliate dal sole, i vertiginosi bastioni, la valle e le colline che si stendono a perdita d'occhio e discendono come onde infinite verso il mare Ionio. dell'Enotria. Gli scavi condotti durante il restauro hanno fatto emergere materiali ospitati nel piccolo museo dove sono espo- sti i reperti degli scavi e altri materiali e collezioni archeologi- che provenienti dal territorio limitrofo risalenti all'età greca, oltre che i resti di una chiesa bizantina e di una necropoli della stessa epoca". La porta d'ingresso, in pietra, è sormontata da uno stemma e dal trofeo marmoreo degli Sculco, l'androne è decorato con lo stemma dei Carafa. Magnifiche le sale interne decorate a stucchi e affreschi barocchi dal pittore Francesco Giordano. Oggi il Castello ospita il museo di Santa Severina, un Centro di Documentazione e di Studi, mostre d'arte, esposizioni di artigianato artistico, concerti. La chiesa bizantina di Santa Filomena dell'XI secolo è un pic- colo gioiello ed è formata da due cappelle sovrapposte con l'abside a mezza luna e la cupoletta cilin- drica color amaranto ornata di fini colonne. I siti più affascinanti e preziosi di Santa Severina, non a caso inserita fra i borghi più belli d'Italia, sono quelli che racconta- no la storia di Bisanzio dal IX all'XI secolo quando venne arric- chita da tesori architettonici come il Battistero e la Cattedrale. Il Battistero, l'edificio religioso più antico della Calabria con fre- quentazioni di culto ultramillena- rie, risale a un periodo compreso tra l'VIII e il IX secolo, è a pianta circolare con croce greca inserita. L'interno è attraversato da una luce morbida che piove dalle finestre a piccoli vetri rotondi. Vi Santa Severina, in provincia di Crotone, è inserita nell'elenco dei Borghi più belli d'Italia. © Monticelllo | Dreamstime.com Il castello normanno di Santa Severina (XI secolo) è considerato uno dei meglio conservati dell'Italia meridionale

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