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GIOVEDÌ 7 FEBBRAIO 2019 www.italoamericano.org 36 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO G iacomo Leopardi provò delicati e teneri sentimen- ti nei confronti di tre donne che incontrò lungo il per- corso della sua sofferta esistenza: Silvia, Paolina, Nerina. A Silvia, probabilmente da identificare con una certa Teresa Fattorini, figlia del cocchiere di casa Leopardi, dedicò l'omonima lirica composta tra il 19 e il 20 aprile del 1828. Nei suoi versi il poeta più che alludere ad una passione per la fanciulla, si rife- ris ce alla condivis ione della medesima condizione esistenzia- le: la giovinezza, fase della vita connotata da rosee illusioni sul futuro e non ancora tormentata da crudeli sofferenze. "Silvia, rimembri ancora Quel tempo della tua vita morta- le, Quando beltà splendea Negli occhi tuoi ridenti e fuggiti- vi, E tu, lieta e pensosa, il limitare Di gioventù salivi? Sonavan le quiete Stanze, e le vie dintorno, Al tuo perpetuo canto, Allor che all'opr e fem m inili intenta Sedevi, assai contenta D i quel vago avvenir che in mente avevi. Era il maggio odoroso: e tu sole- vi Così menare il giorno. Io gli studi leggiadri T alor las ciando e le s udate carte, Ove il tempo mio primo E di me si spendea la miglior parte, D 'in s u i ver oni del pater no ostello LAURA BENATTI ra. O natura, o natura, Perchè non rendi poi Quel che prometti allor? perchè di tanto Inganni i figli tuoi? Tu pria che l'erbe inaridisse il verno, Da chiuso morbo combattuta e vinta, Perivi, o tenerella. E non vedevi Il fior degli anni tuoi; Non ti molceva il core La dolce lode or delle negre chiome, Or degli sguardi innamorati e schivi; Nè teco le compagne ai dì festivi Ragionavan d'amore Anche peria fra poco La speranza mia dolce: agli anni miei Anche negaro i fati La giovinezza. Ahi come, Come passata sei, Cara compagna dell'età mia nova, Mia lacrimata speme! Questo è quel mondo? questi I diletti, l'amor, l'opre, gli eventi Onde cotanto ragionammo insie- me? Q ues ta la s or te dell'um ane genti? All'apparir del vero Tu, misera, cadesti: e con la mano La fredda morte ed una tomba ignuda Che pensieri soavi, Che speranze, che cori, o Silvia mia! Quale allor ci apparia La vita umana e il fato! Quando sovviemmi di cotanta speme, Un affetto mi preme Acerbo e sconsolato, E tornami a doler di mia sventu- Al centro di Piazza Leopardi, a Recanati, c'è il monumento dedicato al grande poeta Giacomo Leopardi, eretto nel centenario della nascita (1898) Mostravi di lontano". Paolina Ranieri, sorella del suo amatissimo amico napoleta- no, Antonio Ranieri. Tra le brac- cia di ques ta fanciulla, a Capodimonte, il Leopardi morì il 14 giugno 1837. Ma quale senti- mento legò il genio di Recanati a lei? Sicuramente egli rimase affascinato dalla grazia e dalla sensibilità della giovane, ma per lei riuscì a nutrire soltanto un profondis s imo affetto e una grandissima riconoscenza dal momento che P aolina s tava sacrificando i suoi anni migliori per rendere meno tormentata l'e- sistenza del poeta. Nerina, nella realtà Maria Belardinelli, una giovane tessitri- ce di Recanati, morta nel 1827, che il Leopardi appellò con tale ps eudonimo in ricordo della Nerina Galatea di Virgilio, era una bionda fanciulla che il poeta osservava con ammirazione dalla sua camera mentre era intenta alle sue faccende: probabilmente, per questo, alcuni critici l'hanno identificata con Teresa Fattorini, ma si tratta in realtà di due per- sonaggi distinti. Tuttavia la vera passione che logorò le sue gior- nate attraverso sofferenze, tor- menti, delusioni, umiliazioni fu quella provata nei confronti di Fanny Targioni Tozzetti. Leopardi, le donne e gli amori non corrisposti che resero grandi le sue celebri liriche romantiche Porgea gli orecchi al suon della tua voce, Ed alla man veloce Che percorrea la faticosa tela. Mirava il ciel sereno, Le vie dorate e gli orti, E quinci il mar da lungi, e quindi il monte. Lingua mortal non dice Quel ch'io sentiva in seno. SEGUE A PAGINA 37